Concetti Chiave
- Giovanni Pascoli, nato nel 1855 a San Mauro di Romagna, visse un'infanzia serena interrotta dalla morte del padre, evento che influenzò profondamente la sua visione pessimistica della vita.
- I suoi ideali furono segnati dalla crisi del positivismo, che lo portò a criticare la scienza per aver distrutto la fede in Dio e per essere inefficace nel risolvere problemi sociali.
- Pascoli sviluppò la "teoria del fanciullino", secondo cui la poesia esprime l'anima infantile presente in noi, capace di migliorare il mondo se ascoltata.
- La raccolta "Myricae", inizialmente pubblicata con 22 poesie, si espanse a 156 componimenti, evocando atmosfere quotidiane e misteriose legate alla morte e alla memoria del padre.
- Nei "Poemetti", Pascoli celebra la vita contadina attraverso una narrazione poetica, enfatizzando aspetti quotidiani e simbolici, anche se talvolta idealizzati rispetto alla realtà.
La vita
Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna (Forlì) nel 1855, dove trascorse un' infanzia felice, insieme alla sua numerosa famiglia. Iniziò gli studi al collegio "Raffaello", che dovette però lasciare in seguito alla morte di suo padre, nel 1867, ad opera di un gruppo di ignoti. Qui cominciò la sua visione pessimistica della vita, che si accentuò dopo la morte della madre e di tre degli otto fratelli. Pascoli proseguì gli studi, nonostante la sua depressione, e ottenne persino una borsa di studio, con la quale andò a studiare all'Università di Bologna, dove si laureò in lettere.
Nel 1906 prese il posto di Carducci, diventando professore di letteratura italiana all'Università di Bologna. Durante la sua vita venne arrestato un paio di volte, per alcune propagande aggressive, ma fu assolto dopo pochi mesi.Morì a Bologna nel 1912.
Gli ideali
I pensieri e gli ideali di Pascoli, furono influenzati da molti fattori. Uno di questi è per esempio la crisi del positivismo, che fece crollare tutta la sua ammirazione verso la scienza. Pascoli, infatti, la accusò di essere il motivo per cui gli uomini erano infelici, poichè aveva distrutto in loro la fede in Dio. La incolpò inoltre di essere impotente nel risolvere i problemi sociali.
Una volta persa la fede nella scienza, il poeta fa riferimento al mondo dell'ignoto, dell'infinito, arrivando alla conclusione che gli uomini sono creature estremamente fragili, troppe volte soggette al dolore.
Pascoli trova conforto in questa realtà parallela, e attraverso la poesia prova a intuire il significato della vita, prova a spiegare il mondo misterioso che ci circonda, a differenza degli altri uomini, che non ne sono in grado.
La poetica del fanciullino
Pascoli fu l'inventore della "teoria del fanciullino".
Secondo lui, infatti, ogni persona ha dentro di sè un'anima infantile (il fanciullino) fin dalla nascita. Crescendo, però, questa parte interiore svanisce sempre di più. Pascoli afferma che la poesia è la capacità di dar voce al fanciullino che è dentro di noi. Secondo lui, ogni uomo dovrebbe dare più retta a questa voce interiore, e se facesse così, il mondo sarebbe di certo migliore.
Le opere
Uscì per la prima volta sulle riviste, la prima raccolta fu pubblicata nel 1891 e conteneva 22 poesie. Con le successive edizioni si arrivò ad un totale di 156. Sono tutte componimenti molto brevi, quasi tutti riguardano la vita di ogni giorno. Le atmosfere descritte evocano spesso l'idea della morte, riferita a quella del padre.
I dati oggettivi si caricano sempre di sensi misteriosi e suggestivi. In queste poesie sono presenti onomatopee e suoni simbolici.
Poemetti
È un vero e proprio romanzo georgico (campagna e vita contadina) e la narrazione è formata in cicli che prendono il titolo dalle varie operazioni del lavoro nei campi. Pascoli vuole celebrare la vita contadina, che riesce a trovare rifugio nella sua semplice realtà. Questa rappresentazione della campagna non ha però punti in contatto con quella vera, infatti ignora gli aspetti crudi della realtà. Pascoli si sofferma sugli aspetti quotidiani, mettendo in rilievo i loro aspetti poetici.
Al di fuori di questo ciclo si collocano numerosi poemetti come:
- Il vischio: una pianta parassita che succhia la vita;
- Digitale purpurea: che inebria le educande di un convento;
- Suor Virginia: in cui aleggia un presagio di morte;
- L’aquilone: che riporta a stagioni passate facendo rivivere l’infanzia;
- La vertigine: che esprime l’angoscia del fatto che la Terra si muove e c'è il terrore di poter cadere;
Canti di Castelvecchio
Continuano la linea di Myricae, infatti, ritornano immagini della vita di campagna, uccelli, alberi. I componimenti si susseguono come il succedersi delle stagioni. Ricorre con frequenza ossessiva il motivo della tragedia familiare e il rimando del nuovo paesaggio di Castelvecchio a quello antico dell’infanzia in Romagna. Non mancano temi inquietanti e morbosi (la morte viene intesa come un rifugio)
Domande da interrogazione
- Quali eventi hanno influenzato la visione pessimistica della vita di Giovanni Pascoli?
- Come ha influenzato la crisi del positivismo gli ideali di Pascoli?
- Cosa rappresenta la "teoria del fanciullino" di Pascoli?
- Quali sono le caratteristiche principali delle poesie nella raccolta "Myricae"?
- In che modo Pascoli rappresenta la vita contadina nei "Poemetti"?
La visione pessimistica di Pascoli è iniziata con la morte violenta del padre nel 1867, seguita dalla morte della madre e di tre fratelli, eventi che hanno segnato profondamente la sua vita.
La crisi del positivismo ha portato Pascoli a perdere la fiducia nella scienza, che accusava di aver distrutto la fede in Dio e di essere impotente nel risolvere i problemi sociali, spingendolo a cercare conforto nel mondo dell'ignoto e dell'infinito.
La "teoria del fanciullino" di Pascoli sostiene che ogni persona ha un'anima infantile interiore che tende a svanire con la crescita, e che la poesia è il mezzo per dar voce a questa parte di noi, migliorando il mondo.
Le poesie di "Myricae" sono brevi, evocano atmosfere quotidiane spesso legate alla morte, e utilizzano onomatopee e suoni simbolici per caricare i dati oggettivi di significati misteriosi.
Nei "Poemetti", Pascoli celebra la vita contadina attraverso una narrazione che ignora gli aspetti crudi della realtà, concentrandosi invece sugli aspetti poetici e quotidiani del lavoro nei campi.