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Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi, nato a Recanati nel 1798, è stato un poeta e filosofo italiano, noto per il suo pessimismo e per essere una figura centrale del romanticismo letterario.
  • "A Silvia", uno dei suoi componimenti più celebri, è ispirato alla figura di Teresa Fattorini, figlia di un cocchiere, che morì prematuramente.
  • La poesia "A Silvia" evoca ricordi di giovinezza e bellezza, con un senso di nostalgia per le speranze e i sogni non realizzati.
  • Il componimento esprime un profondo rammarico per le promesse non mantenute della gioventù e il dolore della perdita, sia di persone care che di illusioni.
  • Attraverso la figura di Silvia, Leopardi riflette sulla natura ingannevole della vita e sull'inevitabile confronto con la morte.

Questo appunto di Italiano per le scuole medie riporta il testo della celebre poesia “A Silvia”, scritta da Giacomo Leopardi. Successivamente, viene fatta la parafrasi del testo, che rappresenta il componimento poetico più famoso di Giacomo Leopardi. Giacomo Leopardi: "A Silvia", testo e parafrasi articolo

Indice

  1. Chi era Giacomo Leopardi
  2. Testo del componimento poetico “A Silvia”
  3. Parafrasi del componimento poetico “A Silvia”

Chi era Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi nasce a Recanati

, nel 1798.

È stato un poeta, filosofo e scrittore italiano, oltre che uno dei principali esponenti del romanticismo letterario. La sua salute cagionevole, lo ha indotto ad avvicinarsi al pessimismo (individuale, storico e cosmico), tema principale delle sue opere: egli arrivò a sostenere che la morte fosse migliore della vita. Tra i suoi componimenti poetici più noti vi è “A Silvia, composto a Pisa nel 1828.
La figura di questa donna è quasi certamente ispirata a Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di Monaldo, scomparsa prematuramente. Stessa sorte è toccata allo stesso poeta, che morì a Napoli, il 14 giugno 1837, all'età di 38 anni.

Per ulteriori approfondimenti su Giacomo Leopardi vedi anche qua

Testo del componimento poetico “A Silvia”

Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d’amore.
Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell’età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All’apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano

.

Giacomo Leopardi: "A Silvia", testo e parafrasi articolo

Parafrasi del componimento poetico “A Silvia”

Silvia, ricordi ancora quel tempo della tua vita quando la bellezza risplendeva negli tuoi occhi ridenti e fuggitivi, che esprimevano gioia e timidezza, e tu lieta e pensierosa entravi nell'età della giovinezza? Risuonavano le quiete stanze della tua casa e le vie d'intorno del tuo continuo canto, quando ai lavori femminili dedicavi te stessa, contenta del felice futuro che avevi in mente per te. Era il profumato maggio e tu eri solita trascorrere così le tue giornate. Io, abbandonando talvolta i miei piacevoli studi e le carte su cui mi affaticavo, e sulle quali consumavo il mio tempo giovanile ed anche la maggior parte di me stesso, dai balconi della casa paterna ascoltavo il suono della tua voce ed anche quello della tua mano che veloce scorreva sulla tela, frutto di un faticoso lavoro. Osservavo in quei momenti anche il cielo sereno, le vie illuminate e gli orti, da una parte, lontano, il mare e dall’altra i monti. La lingua umana non può esprimere ciò che provavo allora dentro di me. Quali dolci pensieri, quali speranze, quali sentimenti, oh Silvia mia!
In che modo ci appariva allora la vita ed il destino! Quando mi torna in mente il ricordo di quella grande speranza, mi sento opprimere da un dolore pungente e che non può trovare conforto, e torno a dolermi della mia sfortunata vita. O natura, o natura, perché non restituisci poi ciò che prometti in gioventù? Perché inganni così tanto i tuoi figli?
Tu Silvia, prima che l’inverno inaridisse le erbe, combattuta e vinta da una malattia invincibile, morivi, oh dolce creatura. E non riuscivi così a vedere il fiore, il meglio dei tuoi anni; non ti raddolcivano il cuore i dolci complimenti a volte per i tuoi capelli neri altre per il tuo sguardo innamorato e schivo, sfuggente; e nemmeno nei giorni festivi le compagne discutevano con te d’amore. Non molto dopo moriva anche la mia dolce speranza: anche agli anni miei il destino negò la giovinezza. Ahimè come, come sei te ne sei andata in fretta, amata compagna della mia giovane età, speranza mia sempre rimpianta! Questo è quel mondo che mi avevi promesso? Sono queste le gioie, l’amore, le opere, gli eventi di cui abbiamo così tanto parlato insieme? È questa la sorte delle genti umane? Al mostrarsi della verità tu (speranza), misera, moristi: ed una nuda tomba e la fredda morte mi mostravi con la mano da lontano.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Giacomo Leopardi e quale tema principale caratterizza le sue opere?
  2. Giacomo Leopardi era un poeta, filosofo e scrittore italiano nato a Recanati nel 1798. È noto per il suo pessimismo, che si manifesta in forme individuali, storiche e cosmiche, e per la sua convinzione che la morte sia preferibile alla vita.

  3. A chi è ispirata la figura di Silvia nella poesia “A Silvia”?
  4. La figura di Silvia è quasi certamente ispirata a Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di Monaldo, che morì prematuramente.

  5. Quali sono i temi principali della poesia “A Silvia”?
  6. I temi principali della poesia includono la bellezza e la giovinezza perdute, le speranze disilluse, e il contrasto tra le promesse della natura e la realtà della vita e della morte.

  7. Come viene descritta la giovinezza di Silvia nella poesia?
  8. La giovinezza di Silvia è descritta come un periodo di bellezza e speranza, con occhi ridenti e fuggitivi, e un futuro felice immaginato, ma interrotto prematuramente dalla morte.

  9. Qual è il sentimento predominante del poeta nel ricordare Silvia e la sua giovinezza?
  10. Il sentimento predominante è di dolore e sconforto per le speranze perdute e la giovinezza negata, accompagnato da una riflessione amara sulla natura ingannevole delle promesse della vita.

Domande e risposte

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