Concetti Chiave
- Il contesto storico post-caduta dell'impero romano vede l'Europa occidentale trasformarsi in un mosaico di piccoli regni romano-barbarici con un equilibrio tra diverse lingue, leggi e religioni.
- La struttura politica dei regni romano-barbarici era primitiva, con i nuovi arrivati che spesso riducevano in schiavitù i residenti, mentre i Romani offrivano competenze utili in agricoltura, commercio e amministrazione.
- Il feudalesimo emerge come un sistema politico e sociale, basato sulla fedeltà personale tra signore e sudditi, con vassalli che amministravano feudi in cambio di fedeltà e supporto militare al sovrano.
- L'epica medievale nasce dai racconti orali dei popoli barbari, trasformandosi in poemi cavallereschi recitati da menestrelli, con versioni iniziali datate intorno all'anno 1000.
- Il ciclo bretone e carolingio raccontano le leggende di re Artù e Carlo Magno, rispettivamente, con storie di cavalieri, avventure epiche e simboliche ricerche come quella del Santo Graal.
Indice
- La caduta dell'impero romano
- Il ruolo della chiesa
- La nascita delle lingue volgari
- L'alto medioevo e i longobardi
- L'impero carolingio e il feudalesimo
- La vita dei vassalli
- I cavalieri e le leggende
- L'epica medievale e i menestrelli
- L'amore cortese
- La canzone di Orlando
- Il ciclo bretone e re Artù
- La ricerca del santo Graal
- Il cantare del Cid
- Il Cid esiliato
- La canzone dei Nibelunghi
- La leggenda di Sigfrido
- La vendetta di Crimilde
- La morte di Sigfrido
La caduta dell'impero romano
Come tutti sappiamo, nel 476 D.C.
cadde definitivamente l’impero Romano D’occidente.Nell'europa Occidentale, dove prima avevano trovato posto popoli di origine Germanica ed di origine Sveva, in pochi decenni si trasformò in un mosaico di piccoli stati di diverse provenienze, questi piccoli regni venivano anche chiamati regni romano-barbarici.
Tra i vecchi e i nuovi arrivati si cerca di instaurare un equilibrio tra lingue, leggi religioni e costumi.
Secondo la parte politica dei regni-romano-barbarici era molto primitiva perché i nuovi arrivati se erano forti potevano comandare mentre i residenti erano ridotti in schiavitù.
Invece i Romani avevano delle competenze che gli invasori nomadi non avevano, ma che si rivelarono molto utili.
Infatti molti Barbari, ignoravano quasi del tutto l’agricoltura, il commercio ed l'architettura e dell’amministrazione pubblica.
Inoltre questi piccoli popoli non sapevano nè leggere nè scrivere.
Anche se i Romani erano stati sconfitti avevano un piccolo spazio dentro questa popolazione praticamente si mescolavano dentro le loro tradizioni automaticamente si trova il modo di vivere insieme.
Il ruolo della chiesa
Il ruolo della Chiesa.
Anche la chiesa ebbe un importantissimo ruolo in quei decenni. Specialmente quella di Roma.
Negli ultimi anni più difficili delle invasioni delle guerre la chiesa era apparsa come l'unica autorità capace di difendere i cittadini dai conquistatori.
Molti barbari avevano abbandonato i loro vecchi culti e si erano convertiti al cristianesimo ( la nostra religione).
Il cristianesimo offri un primo campo di Intesa cioè un linguaggio comune grazie ad esso fu possibile un confronto e anche una collaborazione.
La chiesa fu anche l'unico posto che conservò l'uso della vecchia lingua latina.
La nascita delle lingue volgari
Gli abitanti dell'impero di Roma già da tempo parlavano un latino molto diverso da quello classico Cioè dici di Cesare di Cicerone mescolando ad esso espressioni dialettali.
Proprio in questi anni nascono le lingue europee e il francese lo spagnolo Il Catalano il portoghese e diverse parlate italiane.
il miscuglio tra latino francese dialetti sassoni da vita all'inglese, Mentre nelle terre Al di là del Reno si parlano dialetti antenati del tedesco.
Queste lingue verranno definite volgari, vale a dire le lingue parlate dal popolo per distinguere dal latino, parlato solo dagli ecclesiastici e dalle classi colte.
L'alto medioevo e i longobardi
L'alto Medioevo significa Medioevo antico fu chiamato così da alcuni storici tedeschi perché alte in tedesco significa antico.
Qualche studioso per convenzione fa iniziare il periodo nel sesto secolo qualche in Italia stanziarono I Longobardi e, altri nel quinto secolo con la fine dell'Impero Romano.
Nonostante qualche problema e anche per convenzione Il medioevo si fa finire Nell'anno 1000, Il medioevo fu un periodo di grande rivoluzione e di fermento per tutto il continente europeo.
Da questo miscuglio di Popoli lingue religione nacque il modello di coesistenza che noi chiamiamo Europa.
L'impero carolingio e il feudalesimo
Sin dal quinto secolo nell’impero Carolingio c’erano i Franchi che provenivano dalle regioni settentrionali della Germania.
I Franchi durante il corso del tempo crearono un vasto impero ma anche molto potente, questo impero arrivò a controllare una parte molto vasta dell'Europa centro Occidentale.
Nell'ottavo secolo la dinastia Carolingia trasformò il regno in un Impero.
Il massimo rappresentante fu Carlo Magno (o anche detto Carlo il Grande), Carlo Magno fu il massimo rappresentante perché incoronò il papa che era sotto la sua protezione, così facendo il papa lo presentò come salvatore della cristianità.
Con l'inizio dell'impero Carolingio proclamò un nuovo sistema politico sociale che era chiamato feudalesimo.
Il feudalesimo non si fondava con leggi certe ma, sulla fedeltà personale tra il signore e i sudditi, infatti il sovrano affidava ai vassalli (che erano i suoi fedeli) una parte del suo regno, che si chiamava feudo;i vassalli amministravano e difendevano sotto nome del re quella parte del suo regno.
In cambio i vassalli offrivano al sovrano fedeltà e obbedienza, in più dovevano offrire parte dei raccolti, parte del bottino degli scontri locali, e soprattutto un esercito armato sempre pronto per guerre e spedizioni militari.
La vita dei vassalli
Inoltre i vassalli avevano il compito di difendere la fede Cristiana fondata da Carlo Magno.
I vassalli abitavano in castelli fortificati, intorno ad essi c’erano i villaggi dei contadini, i contadini dovevano riservare una piccola parte del loro raccolto per offrirlo al vassallo, il vassallo in cambio gli garantiva difesa in caso di attacchi nemici.
Secondo la legge, quando moriva un vassallo il territorio da lui comandato doveva tornare in mano all’imperatore che a sua volta lo avrebbe affidato a un’ altro suo fedele.
Con il passare del tempo ci fu una piccola modifica a questa legge perché, i feudi venivano dati ai figli maggiori dei vassalli, invece per i figli minori non c’era speranza di eredità.
Per i figli minori dei vassalli c’erano due possibilità, o di fare carriera nell’ambito religioso o dedicarsi al mestiere delle armi.
La loro dote, quando lasciavano la loro famiglia era costituita da: spada, lancia, armatura ed un cavallo, da questo deriva il nome cavaliere.
I cavalieri e le leggende
Il compito di un cavaliere che si si rispetti era di difendere il proprio il proprio signore e la fede cristiana, senza essere corrotti.
Intorno alla figura del cavaliere nacquero racconti e leggende che poi sono state trasformate in ballate e poemi.
Come gli antichi Greci i popoli Barbari conservano racconti lontano nel tempo che costituiscono il fondamento della loro identità.
Questi racconti inizialmente erano narrati oralmente.
Per lo più i poemi Barbari sono composti da versi o anche in piccola parte in prosa ritmica per essere ricordato più facilmente.
L'epica medievale e i menestrelli
Con il passare del tempo questi racconti presero la struttura di veri e propri poemi cavallereschi.
Le prime versioni sono datate intorno all'anno 1000 ma, sono anonimi perché non si conosce l’autore che li abbia scritti.
Inoltre, i poemi vengono cantati o recitati dai cosiddetti menestrelli.
Questi menestrelli conducono una vita normale, ma si spostano da villaggi a villaggi in occasione di feste.
Con il passare del tempo l’epica medievale si trasforma perché l’impero carolingio si logora e i feudatari che ormai non dipendevano più dal sovrano divennero i signori del territorio.
Ogni feudatario ha la sua corte con dame e cavalieri , loro infatti sono i veri personaggi dell’epica cavalleresca.
Le corti francesi sono molto imitate in Europa, infatti il francese divenne lingua internazionale.
L’epopea dei cavalieri:
Un’ uomo per diventare un cavaliere deve seguire una rigida educazione per apprendere l’arte della guerra, coraggio e soprattutto la lealtà.
Un uomo per essere un vero cavaliere deve:
-Vincere con correttezza: il cavaliere deve preferire la morte che a una vincita con mezzi sleali.
-Difendere e Proteggere: un cavaliere deve difendere i più deboli dai cattivi.
-Essere giusto e fedele: se è un signore deve essere giusto, ma se è un vassallo deve essere leale con il suo superiore.
Queste regole sono fondamentali per avere l’onore di essere un cavaliere, tuttavia queste semplici regole sono più importanti della vita; se un cavaliere non segue queste regole viene allontanato dalla corte.
Un cavaliere è anche profondamente religioso perché il medioevo è un’epoca piena di religiosità.
Infatti anche il rito di “ investitura” o meglio conosciuto come nomina di un cavaliere comprende anche diverse funzioni religiose; infatti il cavaliere stesso i tre giorni prima della nomina li deve passare in solitudine, inoltre la sera prima della nomina deve restare sveglio a pregare.
Ogni cavaliere ha anche un santo protettore che molto spesso e l’arcangelo Michele.
La corte come si potrebbe pensare non è una sede fissa ma, dove c’è il signore con il suo seguito per governare lo stato o anche con un feudo per amministrare la giustizia.
Inoltre nella corte si organizzavano banchetti o partite di caccia.
Dame e cavalieri amavano ascoltare poemi, romanzi letti dai menestrelli.
Prima del dodicesimo secolo la maggior parte della popolazione era analfabeta, solo nei prossimi secoli i nobili iniziarono ad avere un’istruzione.
L'amore cortese
L’amore cortese:
Dal dodicesimo fino al quindicesimo secolo in tutte le corti d’Europa ci fu una vasta espansione di poemi e romanzi del ciclo bretone.
Tra le dame e i cavalieri si instaurano delle regole:cioè l’amore cortese; un cavaliere doveva scegliere una dama è esserle il suo campione, da quel momento tutte le azioni che svolge il cavaliere sono in protezione alla dama.
Di solito, è anche una specie di tradizione che un cavaliere durante una battaglia porti un oggetto che gli è stato regalato dalla dama.
Una dama può accettare la corte di un cavaliere anche se è sposata.
Nell’epica cavalleresca l’amore cortese si trasforma in una fonte di molti guai
Le canzoni di gesta: il ciclo carolingio è il più antico fra i tre cicli; già dalla fine del undicesimo secolo il ciclo carolingio ha un notevole pubblico.
Le opere riguardano la leggenda di Carlo Magno e dei paladini di francia.
La canzone di Orlando:
La canzone di Orlando
La canzone di Orlando è l’inizio della letteratura francese, essa aveva l'obiettivo di celebrare le imprese di un personaggio.
Questi poemi non erano destinati alla lettura ma, alla lettura dei menestrelli.
La realtà storica.
Orlando nipote di Carlo Magno è vissuto nella fine dell’ottavo secolo, egli morì a seguito di un’imboscata sui monti Pirenei nel 778.
La canzone di Orlando fa trionfare la sua figura e pure la realtà storica perché al posto delle bande inserisce l’esercito dei Mori di Spagna.
Invece, la vicenda narra che Carlo Magno dopo sette anni di guerre in Spagna ha sconfitto i Saraceni e manda Gano ha parlare con il re Arabo Marsiglio.
Ma Gano odia Carlo Magno e prepara un’imboscata guidata da Orlando.
Carlo Magno sente il suono dell’olifante di Orlando e va al suo soccorso.
Orlando e i suoi prodi sono quasi tutti sconfitti ma il re sconfigge il varco, riporta i corpi in francia e condanna Gano.
Il ciclo bretone e re Artù
Il ciclo bretone prende il nome dalla Britannia.
I fatti narrati nel ciclo bretone sono ambientati in Inghilterra, secondo la leggenda il re Artù tra il quinto e il sesto secolo ha guidato i Celti contro l'Inghilterra.
Nei romanzi, Artù, i suoi cavalieri hanno l’abbigliamento che si usa solo nel dodicesimo/quindicesimo secolo.
I romanzi della Tavola Rotonda sono un insieme di racconti in Prosa, i protagonisti di essi sono i cavalieri della Tavola Rotonda.
Questi racconti sono stati scritti da molti autori, ma intorno dodicesimo/quattordicesimo secolo; l’autore più importante è Chrétien de Troyes, esso scriveva tra il 1160 e il 1190, lui scriveva in francese.
Le vicende dei menestrelli ebbero un grande successo specialmente in Europa; il signor Thomas Malory, vissuto nel 1400; talmente appassionato da questi racconti ne fece uno solo.
Le vicende raccontano che Artù quando aveva solo sedici anni divenne re perché riuscì ad estrarre una spada conficcata in un incudine.
Sotto consiglio di Mago Merlino fece installare una grossa Tavola Rotonda, dove intorno erano disposti 150 cavalieri, questa posizione valeva dire che nessuno è superiore a nessuno.
La ricerca del santo Graal
La ricerca del santo Graal: Questa è un’impresa che dovettero compiere tutti i cavalieri; il Graal è una coppa usata da Gesù Cristo nell'ultima cena.
La fine della corte di Artù:
L'Unità è l'accordo che rendono tra Artù e i suoi Cavalieri simboleggiati dalla tavola rotonda attorno a cui tutti siedono senza che nessuno si reputi superiore ad altri si spezza quando Lancillotto si innamora della regina Ginevra la moglie del re
Lancillotto è punito è allontanato dalla corte. ma Artù perde così uno dei Cavalieri più forti e i suoi nemici ne approfittano per scatenare sanguinose guerre.
Artù muore in combattimento con lui muore il mondo dei cavalieri della tavola rotonda.
Se noi leggiamo attentamente la Divina Commedia c’è un piccolo pezzo che testimonia la diffusione dei testi del rè Artù; infatti durante il viaggio di Dante e Virgilio, quando hanno raggiunto l’inferno hanno peccato per amore, qui incontrano le anime di Paolo e Francesca.
Il testo parla di Galvano che entra in un posto sconosciuto che sembrerebbe un castello e trova un letto dove ne fa una dettagliata descrizione; Galvano inoltre parla in generale di come è costruito il castello.
Galvano ritorna dove c’era il letto e vorrebbe riposarsi sopra ma, un accompagnatore glielo impedisce perché se uno si siede su quel letto potrebbe ritornare vivo.
L'accompagnatore si dispiace per la sua morte, poi esce dal castello e lascia che Galvano si riposi.
Improvvisamente Galvano sentì dei colpi sul petto; aveva delle frecce infilate in esso, ma non sapeva chi gliele tirasse perché il letto magico lo aveva “incatenato” finalmente dopo poco tempo le frecce e sembra che sia tornato tutto normale ma, dopo poco tempo la porta si ed entrò un leone che lo attaccò; ma Galvano riuscì a uccidere il leone inferocito.
L’accompagnatore che intanto era tornato al castello disse a Galvano “ Signore, affermo a gran voce che non ha avuto paura di niente, grazie a lei gli incantesimi del castello sono finiti”.
Artù e la pietra meravigliosa:
Uter Pendragon morì a san marino, i baroni pregarono merlino di designare colui che dovettero eleggere per governare il regno.
La vigilia di natale andarono a Roma, assistettero alla messa di mezzanotte, dopo di essa si scagliò una pietra con un incudine sulla piazza del paese, l'arcivescovo mentre stava benedicendo la pietra lesse le parole che c’erano scritte su di essa “ colui che estrarrà questa spada sarà eletto da Gesù Cristo”; tutti provarono a riuscire a tirar fuori la spada ma non riuscirono.
Durante la notte di capodanno si celebrò un torneo nel paese dove parteciparono tutti.
Artù era un sedicenne amabile e servizievole, ma non riuscì a trovare nessuna spada, quando tornò pensò che lui non ha svolto la prova, andò dove si trova la spada e senza neanche far fatica la portò al fratello, dicendogli che non aveva trovato la sua ma che, ha preso quella dell’incudine.
Il fratello si mise alla ricerca del padre e gli disse “ sarò re ecco la spada della pietra”, lui gli fece dire la verità e chiamò Artù per far rimettere la spada dove l'aveva messa.
Il padre chiese all'arcivescovo di poter far la prova anche ad Artù; i baroni continuavano a dire che non si poteva ammettere un ragazzo alla prova ma, l’arcivescovo gli fece svolgere la prova lo stesso.
Molte persone dopo la prova di Artù provarono a loro volta ma non riuscirono.
Alla fine Artù fu eletto re di quel popolo.
Un giorno nel castello risuonò un terribile tuono e una luce abbaglio le persone che ne erano all’interno del castello.
Tutti si domandarono che cosa hanno appena visto senza alcuna risposta.
Galvano disse che hanno visto il Santo Graal, tutti si domanderanno dove si trovasse, il Santo Graal si trova nel castello di Carbonek, ma non si sa dove sia questa città.
Artù disse che dopo averlo visto bisogna andarlo a cercare, tutti si unirono a lui; dopo poco tempo artù fece una riflessione sensata: se noi partiamo il nostro paese rimarrà senza difese.
Artù fece partire solo i suoi cavalieri per la ricerca.
La ricerca durò molto tempo e nel regno di Artù c’erano solo battaglie e scontri.
Dopo del tempo i cavalieri cominciano a tornare ma, con scarsi risultati; il Lancillotto invece aveva visto il Santo Graal ma, appena lo toccò un fascio di luce lo buttò a terra.
Un giorno arrivò un cavaliere che non conosce nessuno che disse finalmente di aver trovato il santo graal.
Tristano fu dunque richiamato al castello e ottenne la piena fiducia di Re Marco. Sempre più indispettiti i baroni ordirono una nuova trappola per Tristano, cospargendo di farina lo spazio che correva tra il suo letto e quello di Isotta; ma a causa di una ferita ancora sanguinante che raggruma la farina i giovani vennero scoperti e condannati entrambi a morte. Lungo la strada che doveva condurre il cavaliere al rogo era situata una cappella, presso la quale Tristano volle entrare per un’ultima preghiera. Sotto il muro della tribuna si apriva un precipizio profondo e angusto; il giovane considerò che sarebbe stato meglio morire in questo modo piuttosto che sul rogo e durante il salto nel vuoto un vento divino lo sospinse su una grande pietra ai piedi del baratro. Il re non provò pietà per Isotta, che, per abbandonarla ad un destino più atroce, viene consegnata ad un gruppo di lebbrosi tanto ripugnanti quanto crudeli.
Il cantare del Cid
Il Cantare del Cid è composto intorno al 1140 e narra le avventure di Rodrigo Diaz; esso è morto nel 1099.
Rodrigo Diaz è stato anche uno dei protagonisti della guerra di reconquista.
Reconquista in italiano vuol dire un periodo che dura circa 750 anni, in cui i cristiani combattono per riconquistare i regni musulmani di al-Andalus nella Penisola Iberica.
In origine il cantare del cid ( o il cid esiliato) era scritto in antico castigliano, cioè lo spagnolo antico.
Esso celebra Il popolo spagnolo che combatte per la propria patria e per la religione cristiana.
L’unica cosa che è incerta è l’autore perché il manoscritto più antico è stato scritto da Per Abat, ma non si sa se era un copista.
La trama del Cantare del Cid racconta la lealtà e l’onore di Rodrigo Diaz in seguito di una congiura da parte di alcuni cortigiani; dopo di esso viene mandato in esilio.
Il Cid esiliato:
Il Cid esiliato
Il Cantare del Cid comincia con l’inizio della sua congiura preparata dai suoi nemici e dal dolore che prova.
In seguito parla dei suoi nemici che viaggiano con lui fino a Burgos, tutta la gente usciva dalle case per vedere lo scempio, ma in fondo provano dolore per Rodrigo Diaz.
A Burgos arrivò una lettera dal re con precauzione e molti sigilli, tutte le genti non davano ospitalità al povero Cid, anche se gliela davano avevano paura di perdere tutti i loro beni, non gli rivolgevano neanche un saluto o una parola.
Il Cid si diresse verso il suo alloggio ma trovò la porta chiusa a chiave per paura del re Alfonso e nessuno gliela poteva aprire.
I compagni del Cid urlarono ma, quelli che erano dentro l’alloggio non risposero.
Una bambina di 9 anni disse al Cid che il re aveva impedito il suo accesso per prevenzione.
Il Cid dopo un lungo viaggio arrivò nelle campagne di Burgos e si accampò li come una tenda.
Il giorno dopo gli fu proibito di cercarsi un alloggio a Burgos ma, comunque nessuno gli dava niente da mangiare per paura di essere derubati.
La canzone dei Nibelunghi
Nel Ciclo Germanico sono raggruppate tutte le “poesie epiche”.
Queste “poesie epiche” si sono sviluppate soprattutto nell’Europa settentrionale.
La Canzone dei Nibelunghi:
L’autore della Canzone dei Nibelunghi è un poeta che non conosciamo ma che come ipotesi viveva tra la Baviera e l’Austria.
Il tema fondamentale della leggenda è la maledizione del loro oro.
É dalla poesia epica che il più famoso poema Anglosassone, Beowulf , ebbe origine. Composto in Inglese Antico probabilmente alla fine del VII secolo, è anonimo e con oltre 3000 versi è il più lungo lavoro del primo periodo poetico.
Il poema, ambientato in Scandinavia, racconta la storia di un eroe chiamato Beowulf, nativo di Gatland, che diventa famoso per aver aiutato Hrothgar, Re dei Danesi. Beowulf uccide prima un mostro per metà umano chiamato Grendel che aveva terrorizzato il popolo di Hrothgar, e poi la madre di Grendel che aveva giurato vendetta per la morte di suo figlio. Dopo questi due atti d’eroismo,
Beowulf finalmente ritorna alla sua patria per diventare re. Più tardi nel corso della sua vita egli decide di combattere un pericoloso drago e viene ucciso. In Beowulf si trova un interessante miscuglio di riferimenti religiosi e culturali che ci dicono molto circa la cultura che lo produsse. Il poema contiene sia elementi pagani che cristiani. Esso fa maggiormente riferimento a saghe di origine Germanica, ma si notano anche segni di influenza Cristiana nel modo in cui certi
temi vengono sviluppati.
Un altro aspetto importante del poema è il modo in cui mito e leggenda vengono miscelati al fatto storico riportato.
Nella prima avventura viene presentato il personaggio di Crimilde insieme alla sua famiglia dei Burgundi. In particolare
ovviamente Gunther, altro personaggio importante dell’epica, e gli altri due fratelli Gernot e Giselher. Il padre, Dankwart, e la madre Ute. Il padre quando morì lasciò loro tutta la sua eredità. Abitavano a Worms, sul Reno, e avevano tan cavalieri e altri sudditi, tra i cavalieri ricordiamo ovviamente Hagen di Tronje, altro personaggio importante.
Alla fine della prima avventura, Crimilde fa un sogno che poi racconta alla madre: sogna di allevare un falcone, bello e forte, ma poi due aquile lo sbranano davanti ai suoi occhi, cosa che provoca a lei un enorme dolore. La madre le spiega che il falcone era simbolo di un nobile sposo, ma che quindi potrebbe poi morire presto. Crimilde non ci credeva anche perché si è sempre tenuta lontana dall’amore e così farà poi anche negli anni successivi. Si anticipa qui la -ne dell’epica,
quando viene detto che però troverà un cavaliere di cui si innamorerà (Sigfrido), e che sarà proprio quel falcone che aveva veduto in sogno, e che Crimilde ucciderà i più prossimi parenti per vendicarsi della morte del suo amato e tante altre persone moriranno.
La leggenda di Sigfrido
Sigfrido, figlio dei sovrani dei sovrani del Nederland Sigismondo e Sieglinde, partì dal suo castello per visitare i quattro regni del nord e per apprendere nuove tecniche d’armi. Dopo non troppo tempo incontrò il nano Regin che gli affidò il compito di uccidere un feroce drago che possedeva il famoso “tesoro dei Nibelunghi”. Per farla breve, Sigfrido uccide il drago e anche il nano, perché gli fu riferito dal dal drago, in fin di vita, che era malvagio.
Sigfrido si immerse nel sangue del drago e divenne immortale, ma volteggiando una foglia gli si posò tra le scapole e quel punto divenne il suo “Tallone d’Achille”. Tra tutto ciò che era compreso dal tesoro dei Nibelunghi, Sigfrido scelse solo un anello d’oro rosso che poteva procurare tutto l’oro necessario e un elmo che rendeva invisibili. In una montagna infuocata trovò un guerriero accatastato per terra e notò che probabilmente stava soffocando a causa della pesante armatura; così con un colpo di spada tagliò la natura e per sua meraviglia trovò una bella ragazza che gli rivelò di essere Brunilde, regina dell’Islanda. Sigfrido e Brunilde si innamorarono e, come pegno d’amore Sigfrido, le donò l’anello d’oro rosso e le promise di andarla a prenderla nella terra in cui era regina. Sigfrido viaggiò ancora, ma questa volta finì nel regno dei Burgundi, la cui capitale era Worms; fu ospitato nel palazzo di re Gunther dallo stesso re e lì, Hagen, gli porse un calice di vino “drogato” che gli fece scordare la promessa fatta a Brunilde, innamorandosi della sorella del re: Crimilde. Il re venne a sapere che in Islanda viveva una regina di nome Brunilde e chiese a Sigfrido di aiutarlo a conquistarla; Sigfrido sposò Crimilde e Gunther Brunilde. Hagen riuscì a farsi dire da Crimilde quale fosse il punto debole di Sigfrido e le suggerì di cucire sulla veste dell’eroe una crocetta; Hagen fu condotto da Sigfrido ad una sorgente di acqua fresca e, quando Sigfrido si inginocchiò per bere, Hagen lo colpì proprio nel punto indicato dalla crocetta, cucita da Crimilde, uccidendolo.
La vendetta di Crimilde
Passarono una ventina d’anni dalla morte di Sigfrido quando Crimilde fu convinta a risposarsi, divenne così moglie del re degli Unni: Attila. Volle rivendicare il suo amato marito, Sigfrido, ma provocò la morte di molti guerrieri Unni, uccisi durante i combattimenti dai Burgundi; il perfido Hagen uccise anche il figlio di Crimilde e Attila: Ortlieb. Finalmente si riuscì a far prigioniero Hagen e, livida di rabbia per tutto il male che le aveva fatto, Crimilde con la spada di Sigfrido lo uccise. Hildebrand venne a sapere che un valoroso guerriero era stato ucciso da una donna e decise di rivendicare Hagen, uccidendo Crimilde.
La morte di Sigfrido
E' l'eroe per eccellenza della mitologia germanica.
Allevato da Ragin, il fabbro, Sigfrido crebbe forte, coraggioso e di bellissimo aspetto. Ancora giovanissimo, il suo maestro lo spinse verso la sua prima impresa: la conquista del tesoro dei Nibelunghi, il mitico popolo dei Nani. di cui faceva parte lo stesso Ragin.
Questo tesoro era appartenuto a Hreidmar, il padre di Ragin che Fafner, l'altro figlio, aveva ucciso per impadronirsene e dividerlo con il fratello.
Al momento della spartizione, però, Fafner si rifiutò di consegnare al fratello la sua parte, nascose il tesoro e in sembianze di un drago si pose di guardia.
Armato di una magica spada forgiata da Ragin, il suo maestro, Sigfrido affronta il drago e lo uccise, poi si bagnò nel suo sangue per diventare invulnerabile.
Una foglia, però, si pose sulla sua spalla sinistra, che divenne il punto vulnerabile di tutto il corpo.
Compiuta l'impresa, l'eroe nascose il tesoro in un posto sicuro lungo il corso del Reno, poi si pose in cammino per affrontare un'altra impresa.
Da un falco, l'eroe conosceva il linguaggio degli uccelli, apprese che Brunilde, una delle più belle Valchirie, era stata relegata da Odino, Re degli Dei, sulla vetta di un monte circondato di fiamme.
Sigfrido riuscì a liberarla e si innamorò perdutamente di lei; anche Brunilde era profondamente innamorata del bellissimo eroe e i due decisero di sposarsi.
Per la bella Valchiria, però, ardeva d'amore anche Gunther, Re dei Burgundi, un popolo guerriero di stirpe Vichinga, il quale invitò l'eroe a corte per una partita di caccia.
Gunther, però, mirava anche ad impadronirsi del tesoro nascosto e chiese al mago Hagen
di aiutarlo nell'impresa.
Il mago preparò un filtro magico che fece accendere d'amore il cuore di Sigfrido per la bella Crimilde, sorella di Gunther.
Sigfrido abbandonò Brunilde che convinse a sposare Gunther, poi convolò a nozze con Crimilde.
La bella Valchiria, però, umiliata e tradita, mise ben presto in atto la sua vendetta: rivela al mago Hagen il punto vulnerabile dell'eroe e questi durante una partita di caccia lo colpì a morte.
Venuta a conoscenza della verità, Brunilde, sopraffatta dal dolore e dal rimorso, si gettò sulla pira che Crimilde aveva fatto preparare per Sigfrido.
Spietata, invece, fu la vendetta di Crimilde nei confronti degli assassini dell'amatissimo marito.
Diventata la sposa di Attila, re degli Unni, Crimilde invitò ad un banchetto suo fratello e il suo seguito e anche il mago Hagen poi chiese ad Attila, il quale non aspettava altro, di farne strage.
Spero che vi sia stato d'aiuto e.. buono studio.
Arrivederci
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico dell'epica cavalleresca?
- Come si è evoluta la struttura politica durante l'Alto Medioevo?
- Quali sono le caratteristiche principali del feudalesimo?
- Come si è trasformata l'epica medievale nel tempo?
- Qual è la trama principale del "Cantare del Cid"?
L'epica cavalleresca si sviluppa dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 476 D.C., in un'Europa occidentale frammentata in piccoli regni romano-barbarici, dove si cerca un equilibrio tra lingue, leggi, religioni e costumi.
Durante l'Alto Medioevo, la struttura politica era primitiva, con i nuovi arrivati che comandavano se forti, mentre i residenti venivano ridotti in schiavitù. I Romani, con competenze in agricoltura, commercio e amministrazione, si mescolavano con i barbari, mentre la Chiesa giocava un ruolo cruciale nella difesa e nella conservazione della cultura latina.
Il feudalesimo si basava sulla fedeltà personale tra signore e sudditi, con il sovrano che affidava feudi ai vassalli in cambio di fedeltà, obbedienza e supporto militare. I vassalli difendevano la fede cristiana e vivevano in castelli fortificati, garantendo protezione ai contadini.
L'epica medievale si è trasformata con il declino dell'impero carolingio, portando i feudatari a diventare signori indipendenti. Le corti francesi, con dame e cavalieri, divennero modelli in Europa, e il francese divenne lingua internazionale. L'epopea dei cavalieri si concentrava su valori come lealtà, giustizia e religiosità.
Il "Cantare del Cid" narra le avventure di Rodrigo Diaz, esiliato a causa di una congiura. La trama si concentra sulla sua lealtà e onore, nonostante l'esilio, e celebra il popolo spagnolo che combatte per la patria e la religione cristiana.