Natalia_M
Genius
8 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • "De gustibus non est disputandum" is a Latin phrase meaning "regarding tastes, there is no disputing," emphasizing the subjective nature of preferences.
  • The phrase is used to acknowledge that personal tastes should not be judged or condemned, as everyone has unique likes and dislikes.
  • Cultural references include its use in the works of Carlo Goldoni, Laurence Sterne, and Anton Pavlovich Chekhov, illustrating its historical and literary significance.
  • Similar expressions exist in various languages, such as the Italian "Tutti i gusti sono gusti," French "Des goûts et des couleurs on ne discute pas," and Spanish "Sobre gustos no hay nada escrito."
  • The concept of not disputing personal tastes can be traced back to classical Latin literature, as seen in works by Virgil and Ovid, highlighting its longstanding presence in cultural discourse.

Questo appunto di latino riguarda la frase “de gustibus non est disputandum”. Si tratta di una sententia che, come le locuzioni ad maiora e mala tempora currunt, non è attestata nel latino classico, ma è di origine volgare. Si descriveranno a seguire il significato, l’uso e le attestazioni della frase nonché le testimonianze antiche e successive di simile significato. De gustibus non est disputandum: significato, origine, attestazioni del proverbio latino articolo

Indice

  1. Significato della frase “de gustibus non est disputandum”
  2. Uso
  3. Attestazioni
  4. Testimonianze di espressioni di simile significato

Significato della frase “de gustibus non est disputandum”

De gustibus

, sintagma costituito dalla preposizione de che regge l’ablativo plurale del sostantivo maschile della quarta declinazione gustus, è un complemento di argomento che può essere reso come “riguardo ai gusti, sui gusti, in quanto ai gusti”.

All’avverbio non, che ha lo stesso significato del suo esito in italiano, segue il sintagma est disputandum dove est è la terza persona singolare del presente indicativo del verbo sum,es,fui,esse, mentre disputandum è nominativo neutro singolare del gerundivo del verbo disputo, as, avi, atum, are. Il verbo sum corrisponde all’italiano “essere”, mentre disputo ha in questo contesto il significato di “discutere”. Est disputandum costituisce una perifrastica passiva impersonale che può essere tradotta come “bisogna discutere, si deve discutere”. La traduzione completa del proverbio è dunque: “sui gusti non si deve discutere”.

Per approfondire la perifrastica passiva vedi anche qui

Uso

La frase “de gustibus non est disputandum”, talora abbreviata in “de gustibus non disputandum” o semplicemente in “de gustibus”, è utilizzata per asserire che ogni individuo ha un modo soggettivo di gradire o non apprezzare ciò che si offre alla fruizione dei sensi e dell’intelletto. Pertanto, non è possibile né giudicare né condannare le propensioni altrui per quanto possano apparire bizzarre a chi le osserva.
Questo proverbio si può quindi utilizzare qualora sorga una discussione incentrata su gusti diversi di due o più persone. Ad esempio, un diverbio in cui una parte ritenga più dilettevole leggere libri e un’altra guardare film può essere saggiamente risolto esclamando: “De gustibus non est disputandum”.
A tale frase si può anche ricorrere, nel caso in cui qualcuno dichiari dei gusti generalmente non accettati dalla maggior parte delle persone, per esprimere, con l’adeguato tono di voce, la propria perplessità di fronte a ciò che viene percepita come un’anomalia. Immaginiamo un pittoresco ma affollato ristorante in cui due commensali famelici vedano finalmente giungere al loro tavolo uno stremato cameriere. Il primo cliente, dopo aver ordinato una pizza capricciosa, già pregusta sognante la deliziosa pietanza, quand’ecco pervenire alle sue orecchie tre parole la cui coesistenza è rifiutata dal suo stomaco ancor prima che dalla sua mente: “Pizza all’ananas”. Mentre il camereire, impallidito, sembra sul punto di perdere i sensi e l’autore dell’inusitata richiesta lo guarda perplesso, il nostro amante della pizza capricciosa rivolgendosi all’amico potrà dirgli: “Stai davvero ordinando una pizza all’ananas? Va bene. De gustibus!”.

Attestazioni

Carlo Goldoni

(1707-1793) intitolò De gustibus non est disputandum il dramma giocoso in musica che inaugurò la stagione di Carnevale del San Cassiano a Venezia il 27 dicembre del 1753. Nell’ottavo capitolo del primo volume dell’opera dello scrittore inglese Laurence Sterne (1713-1768) The Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentleman si legge: “De gustibus non est disputandum; —that is, there is no disputing against hobby-horses; and, for my part, I seldom do” vale a dire “de gustibus non est disputandum” a cui segue la chiosa “cioè non si discute contro le predilezioni; e io , per quanto mi riguarda, lo faccio raramente”. Nel primo atto del Gabbiano di Anton Pavlovič Čechov (1860-1904) si trova “De gustibus aut bene aut nihil” dove il nostro proverbio è stato unito a “de mortuis aut bene aut nihil”. Quest’ultima espressione è una variante di “de mortuis nihil nisi bene” che sta a significare la necessità di parlare bene dei morti o, altrimenti, di non parlarne affatto. Pertanto, il significato della commistione cecoviana, che verrebbe ad essere “riguardo ai gusti o si dica bene o nulla si dica”, poco si discosta da quello della sententia originaria.

Per un approfondimento su Goldoni vedi anche qui

De gustibus non est disputandum: significato, origine, attestazioni del proverbio latino articolo

Testimonianze di espressioni di simile significato

Al latino “De gustibus non est disputandum” corrisponde semanticamente il proverbio italiano “Tutti i gusti sono gusti” che presenta diverse varianti dialettali. Di simile significato è anche il francese “Des goûts et des couleurs on ne discute pas” (dei gusti e dei colori non si discute), il portoghese brasiliano “Daquilo que uns não gostam, outros enchem a barriga” (di ciò che ad alcuni non piace, altri si riempiono la pancia) e lo spagnolo “Sobre gustos no hay nada escrito” (sui gusti non c’è niente di scritto). Il concetto, sebbene non nella forma “De gustibus non est disputandum”, è altresì individuabile nel latino classico “Trahit sua quemque voluptas” (ciascuno è mosso dal suo piacere) attestato al verso 65 della seconda Bucolica di Virgilio (con il precedente già in Lucrezio 2.258) e nel “Curae sua cuique voluptas” (ognuno si cura di ciò che gli piace) presente nell’Ars amatoria di Ovidio (1.749).
Infine, non sarà inutile ricordare, che in vari siti internet si afferma che la frase “De gustibus non est disputandum” sia attestata nella Vita di Cesare di Plutarco(17.9-10) nell’episodio in cui narra di quando l’autore del De bello Gallico fu invitato a pranzo da Valerio Leone a Milano. In quell’occasione, dopo che l’ospite gli ebbe servito asparagi conditi di unguento aromatico in luogo del consueto olio ed egli li ebbe mangiati tranquillamente criticando gli amici che ne erano disgustati, avrebbe esclamato: “De gustibus non est disputandum”. Sebbene questa citazione, in Plutarco che scrive in greco, sia assente, tuttavia troviamo un’affermazione che ne richiama lo spirito. Il poligrafo di Cheronea fa infatti dire a Cesare: “Sarebbe bastato non mangiare ciò che non vi piaceva: chi biasima una tale rusticità è egli stesso rustico”. Abbiamo dunque conferma della diffusione del concetto nell’antichità e, allo stesso tempo, possiamo spingerci a immaginare che al disgusto per la pizza all’ananas nell’Italia contemporanea corrispondesse, nell’antichità, quello per gli asparagi conditi con un unguento aromatico. E in ogni caso, non c’è che da dire: “De gustibus!”.

Per un approfondimento su Ovidio vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato della frase “de gustibus non est disputandum”?
  2. La frase significa "sui gusti non si deve discutere", indicando che le preferenze personali non dovrebbero essere oggetto di giudizio o discussione.

  3. Come viene utilizzata la frase “de gustibus non est disputandum”?
  4. Viene usata per affermare che ogni individuo ha gusti soggettivi e che non è possibile giudicare le preferenze altrui, anche se appaiono bizzarre.

  5. Quali sono alcune attestazioni storiche della frase?
  6. Carlo Goldoni intitolò un dramma con questa frase, e Laurence Sterne la citò nel suo romanzo "The Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentleman". Anche Čechov la utilizzò in una variante nel suo "Il Gabbiano".

  7. Esistono espressioni simili in altre lingue?
  8. Sì, espressioni simili esistono in italiano, francese, portoghese brasiliano e spagnolo, tutte con il significato che i gusti non si discutono.

  9. La frase è attestata nel latino classico?
  10. No, la frase non è attestata nel latino classico, ma il concetto è presente in opere di Virgilio e Ovidio, e si ritrova anche in un episodio narrato da Plutarco.

Domande e risposte