Concetti Chiave
- Il problema delle consonanti doppie in italiano è comune sia a discenti stranieri che italiani, spesso legato alla discrepanza tra pronuncia e scrittura.
- Le parole con consonanti doppie spesso creano dubbi, specialmente quando le pronunce dialettali differiscono dalla forma scritta.
- Alcune regole aiutano a capire quando usare le doppie, come quella che la /b/ non raddoppia mai davanti a -ile, e la /g/ non raddoppia mai davanti a -ione.
- Le parole con la /z/ intervocalica si pronunciano con la geminata, ma esistono eccezioni come la forma verbale in -zzare e alcuni sostantivi specifici.
- Consultare il vocabolario o annotare parole dubbie è un metodo consigliato per evitare errori nella scrittura delle consonanti doppie.
Questo appunto di Grammatica Italiana espone le regole per comprendere quando una parola presenta consonanti doppie o geminate e quando non le presenta. Si aggiungono altresì numerosi esempi.
Indice
Il problema delle consonanti doppie o geminate in italiano
Molti discenti stranieri, ma anche quelli la cui lingua materna è l’italiano, si trovano spesso in difficoltà quando devono scrivere alcune parole poiché non sanno se esse presentino consonanti doppie (dette anche geminate) o semplici.
Il problema deriva spesso dalla discrepanza, riscontrabile in numerose aree dialettali della penisola nonché, per alcune parole, anche nell’italiano standard, tra la resa di una parola nel parlato e la sua attuale veste grafica nello scritto. Fortunatamente è possibile ricorrere ad alcune regole per capire come scrivere correttamente le parole riguardo alle quali si dubita se presentino o meno consonanti doppie o geminate. Sebbene tali regole non siano sufficienti a risolvere ogni incertezza, sono tuttavia di grande utilità.
Parole che creano dubbi a causa delle pronunce dialettali
Esiste una serie di parole in cui le doppie sono pronunciate nel parlato anche se presenti nello scritto e un'altra serie di parole in cui avviene il fenomeno opposto.
Si tratta di un fatto osservabile nei seguenti casi:
- Parole che presentano due /r/ fra due vocali. Alla domanda “si scrive ferramenta o feramenta” dobbiamo dunque rispondere senza dubbio: ferramenta. Alla domanda “si scrive afferrare o afferare” dobbiamo decisamente rispondere: afferrare. Questo non significa che non esistano parole che abbiano una sola /r/ e anzi ce ne sono alcune che differiscono tra loro solo dalla presenza o meno di una geminata. È il caso di caro e carro che, in certe aree dialettali, si pronunciano però allo stesso modo. Se viviamo in un luogo in cui c’è questa tendenza, dobbiamo dunque usare sempre il vocabolario per controllare l’esatta scrittura di una parola. Possiamo anche usare un quaderno in cui appuntare tutte le parole dubbie.
- Parole che presentano una /b/ fra due vocali. In questo caso ci troviamo di fronte a un fenomeno opposto a quello testé esposto: in certe aree dialettali, una consonante semplice è pronunciata come geminata (cioè doppia). Così se ci domandiamo se si scriva ribelle o ribbelle, dobbiamo rispondere che si scrive ribelle. Se dubitiamo tra la forma abito o abbito, senza esitazione dobbiamo scegliere la prima, abito. Anche in tale situazione dobbiamo ricorrere al vocabolario quando siamo incerti, ma, per fortuna, in un caso abbiamo una regola certa che ci aiuterà sempre: la lettera /b/ non raddoppia mai davanti a -ile.
- Parole che presentano una /g/ tra due vocali. Si scrive agente o aggente? Naturalmente si scrive agente. Si scrive egemonia o eggemonia? Ovviamente si scrive egemonia. Purtroppo, se tendiamo a pronunciare la doppia /g/ dove in realtà la consonante non è geminata, l’unico modo per correggerci è ricorrere al vocabolario. Possiamo però tirare un sospiro di sollievo perché almeno una regola ci viene in aiuto: davanti a -ione non troviamo mai la doppia /g/.
Parole insidiose dell’italiano standard
Le parole che presentano una /z/ intervocalica (cioè posta tra due vocali) si pronunciano con la /z/ geminata anche se si scrivono con una sola /z/. Si tratta delle parole che finiscono in -àzia e -azìa, -èzia e -ezìa, in -ìzia, -ìzie e izìa, in -ozìa, -ùzia e zione, in -àzio, -èzio, -òzio, -ùzio- Si scrive dunque furbizia, grazia, indizio, ozio, pazienza, idiozia.
Sono eccezioni:
- La prima persona del presente indicativo dei “verbi finiscono in -zzare come, ad esempio, “razionalizzare” (“razionalizziamo”).
- Gli aggettivi derivati dal sostantivo razza come razziale.
- I sostantivi razzia e pazzia.
- I sostantivi carrozziere, corazziere tappezziere e mazziere.
Si ricordi infine che davanti a -ione non si trova mai la doppia /z/.
Per approfondimenti sulla corretta ortografia dell'italiano vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Qual è il problema principale che molti discenti, sia stranieri che italiani, incontrano riguardo alle consonanti doppie o geminate in italiano?
- Come si può risolvere l'incertezza sulla presenza di consonanti doppie in parole che presentano due /r/ fra due vocali?
- Esiste una regola certa per sapere se una parola con /b/ fra due vocali presenta una consonante doppia?
- Qual è la regola per le parole che presentano una /g/ tra due vocali?
- Quali sono le eccezioni per le parole che presentano una /z/ intervocalica in italiano standard?
Il problema principale è la difficoltà nel sapere se una parola presenti o meno consonanti doppie o geminate, spesso a causa della discrepanza tra la pronuncia dialettale o standard e la scrittura effettiva della parola.
Per risolvere l'incertezza, si deve ricorrere al vocabolario o annotare le parole dubbie, poiché esistono parole che differiscono solo per la presenza di una consonante geminata, come "caro" e "carro", che in alcune aree dialettali si pronunciano allo stesso modo.
Sì, esiste una regola certa che afferma che la lettera /b/ non raddoppia mai davanti a -ile, quindi in caso di dubbio su parole con /b/ fra due vocali, si può fare affidamento su questa regola.
La regola è che davanti a -ione non troviamo mai la doppia /g/, quindi parole come "agente" o "egemonia" si scrivono senza la consonante doppia, anche se in alcune pronunce dialettali potrebbe sembrare il contrario.
Le eccezioni includono la prima persona del presente indicativo dei verbi che finiscono in -zzare, gli aggettivi derivati da "razza", i sostantivi "razzia" e "pazzia", e alcuni sostantivi specifici come "carrozziere" e "corazziere". Si ricorda inoltre che davanti a -ione non si trova mai la doppia /z/.