Concetti Chiave
- L'alfabeto italiano comprende 5 vocali e 16 consonanti, ma i suoni consonantici totali sono 21, con alcune lettere come [z] e [s] che hanno suoni doppi.
- Le consonanti italiane sono classificate in base alla parte della bocca usata per pronunciarle: labiali, dentali, gutturali e palatali.
- Le consonanti doppie in italiano raddoppiano il suono, con l'eccezione della [q] che diventa [cq] solo in "soqquadro".
- La lettera [q] deve sempre essere seguita da una -u- e una vocale, producendo suoni simili ai gutturali generati da c + a, o, u.
- La lettera "h" è muta e usata per distinguere forme verbali, nelle esclamazioni e per creare suoni gutturali con [c] o [g].
Indice
Alfabeto
L’alfabeto è l’insieme di lettere di cui ci serviamo per registrare i suoni di una lingua. L’alfabeto italiano si compone di 5 vocali e 16 consonanti. Coma succede per le vocali, anche il numero di consonanti non corrisponde esattamente allo stesso numero di suoni, anzi questi ultimi sono ventuno. Infatti le lettere [ s ] e [ z ] hanno due suoni ciascuna, un suono sordo: zolfo [z sorda], zanzara [z sonora]. (Purtroppo non è possibile stabilire una regola che ci aiuti a distinguere i due suoni), sano [s sorda], sbarra [s sonora]. Di solito si ha la [sonora] quando è in principio di sillaba ed è seguita da una consonante; se è seguita da una vocale si parla di [s sorda]. Altri suoni sono [gl], [gn], [sc + i/e].La lettera [c] seguita da una [e] o da ima [ i ] ha un suono diverso, molto più duro di quando è seguita da una [o], da una [a] o da una [ u ]: cima, cenere, carne, cuore, cane. Lo stesso vale per la consonante [g]; gita, gettare, gatto, gola, gutturale
[i
Classificazione
Per classificare le consonanti si tiene conto della parte della bocca coinvolta nell’articolazione, cioè se per pronunciarle è richiesto il supporto della gola, del palato, dei denti o delle labbra. Pertanto si parla di labiali, dentali, gutturali e palatali.
Labiali e dentali
Le labiali [ p ], [ b ], [f] e [v] e le dentali [t] e [d] si chiamano così “labiali” perché vengono pronunciate soprattutto con il supporto delle labbra; la [f] e la [v] sono chiamate labiodentali perché, per pronunciarle, occorre appoggiare il labbro inferiore sui denti superiori. Invece, per pronunciare le dentali, occorre appoggiare la punta della lingua contre i denti. L’aria passa fra i denti e la punta della lingua e si ha una vibrazione
Gutturali
Se la lettera [c] è seguita dalla vocale -a, -o, -u oppure da una consonante, si hanno dei suoni gutturali. Si chiamano in questo modo perché il suono viene articolato in prossimità della gola. Il suono gutturale si può ottenere anche quando la c è seguita da -i o da -e; in tal caso è necessario inserire una h: chiesa, chilo, cherubino. Se invece, la c è seguita da una -i oppure da una -e acquista un suono palatale, come in cena, cinema; per questo per avere un suono palatale della [c] davanti alla -a, -u, -o, è necessario inserire una -i: baciare, ciuffo, ciottolo. Alcune parole che terminano in -cia (es. camicia, lancia), nei derivati, per mantenere il suo palatale, dobbiamo sostituire la -i- con una -e-: camicetta, lancetta, lancerò, lancio, camiceria. La pronuncia di [ce] e [ci] non è identica in tutta l ‘Italia. In Toscana, per esempio, se questi due suoni si trovano all’inizio di una parola (es. cena, cera) diventano quasi uguali al suono [sc]. Interessante è far notare la pronuncia in Toscana delle parole in cui sono presenti i suoni [ci] o [ce]1) Per cena = pronuncia regolare
2) A cena = a-ccéna
3) La cena = la scéna ( da non confondere con la scèna)
Il suono gutturale si ha anche con la lettere g- seguita da -a, -o- u e davanti ad una consonante: gola, guscio, gloria, grosso, disgrazia. Se davanti alla -i oppure davanti alla -e vogliamo conservare il suono gutturale, dobbiamo, inserire, analogamente con quanto succede con la c-, una h: ghiaccio, aghi.
La lettera g- seguita da una -i oppure da una -e acquista un suono palatale, del tutto distinto dal precedente suono gutturale: gesto, ginocchio, argilla. Se vogliamo ottenere un suono palatale della g- davanti alle vocali -a, -u, -o, è necessario usare l’espressione grafica “gi”: giocare, giardino. La regola è la stessa che è stata spiegata nel caso della [c].
Lettera [q]
La lettera [q] deve essere sempre adoperata insieme ad una -u- + una vocale: qua-, qui-, quo- que_ quadro, questo, quiete, quota. Il suono che ne deriva è molto simile se non identico a quello gutturale prodotto da c + a, o, u. Anzia ogni volta che abbiamo il gruppo q+uo, ui ci si attenderebbe la stessa grafia, ma non è così e questo è un problema non indifferente nell’ortografia della lingua italiana: cuore e non quore, proficuo e non profiquo. Questo succede perché l’italiano segue l’etimologia latina.
Doppie consonanti
Tutte le consonanti possono essere rappresentate da un segno doppio e il suono si raddoppia. Fa eccezione la consonante [q] che raddoppiando diventa [cq[. Un’unica eccezione è la parola “soqquadro”.
Liquide o linguali
Le consonanti liquide o linguali [l] e [r], si chiamano così perché si pronunciano ponendo la punta della lingua contro il labbro superiore. Il fatto che le due consonanti appartengono allo stesso gruppo ci è dimostrato dal fatto che in molti dialetti esse si confondono. La consonante liquida [l] può rientrare nella costituzione del suono [gl+i] con valore di liquida [l] resa palatale, cioè schiacciata verso il palato: egli, figlio, maglia, foglio. Senza la -i- il gruppo ha una pronuncia normale: gloria, glutine. Il gruppo [gli] è ambiguo perché in alcune parole i suoi due elementi vengono pronunciati in modo separato: glicine, negligente, anglicano
Nasali
Esse sono [m] e [n] e si chiamano così perché l’aria che serve per riprodurre il suono passa da naso. Il grado di nasalizzazione e diverso a seconda della posizione che esse hanno nella parola. Il suono [m] è labiale come punto di articolazione, mente il suono [n] si articola di più alla radice dei denti. Da ricordare che davanti alle consonanti labiali [ p ] e [ b ] si adopera sempre la [m] proprio perché è un suolo labiale.
Sibilanti
La s e la z si chiamano così perché vengono prodotte tramite un soffio prolungato contro i denti. Hanno una duplice pronuncia: sorda o sonora. La s sorda ha una pronuncia aspra e si trova all’inizio di parola ed è seguita da una vocale: sano, silenzio, sole, somma.Invece, se è seguita da una consonante, , la pronuncia è sorda con le consonanti sorde, e sonora con le consonanti sonore: scala, spada, stella (-c-, -p- -t- sono consonanti sorde), sgomento, sbarra, slegare (-g-, -b- e -l sono consonanti sonore.
Anche la z possiede un duplice suono, sordo e sonoro, ma in questo caso non è possibile stabile una regola fissa.
Mentre la doppia [ss] ha sempre un suono sordo, la doppia [zz] può essere sorda o sonora.
Lettera “h”
La lettera “h” è muta, cioè rappresenta un segno, ma non un suono. Essa contraddistingue alcune voci del verbo “avere”, la troviamo in alcune esclamazioni e unita alla [c] o alla [g] per ottenere un suono gutturale.
Consonanti gutturali
• sorde: ca, co, cu, qu, che, chi• sonore: ga, go, gu, ghe, ghi
Consonanti palatali
• sorde: ce, ci• sonore: ge, giù
Consonanti dentali
• sorda: t• sonora: d
Consonanti labiali
• Sorda: p• Sonora: b
Consonanti labiodentali
Sorda: fSonora: v
Consonanti liquide o labiali: l, r
Consonante liquida-palatale: gl
Consonanti nasali: m, n
Consonante vasale-palatale: gn
Consonanti sibilanti
• s (sorda o sonora)
• z (sorda o sonora)
Consonante sibilante-palatale: sci
Domande da interrogazione
- Qual è la composizione dell'alfabeto italiano in termini di vocali e consonanti?
- Come si classificano le consonanti in base alla parte della bocca coinvolta nell'articolazione?
- Qual è la particolarità della lettera [q] nell'alfabeto italiano?
- Quali sono le caratteristiche delle consonanti sibilanti in italiano?
- In che modo la lettera "h" viene utilizzata nella lingua italiana?
L'alfabeto italiano è composto da 5 vocali e 16 consonanti, ma i suoni consonantici totali sono ventuno, poiché alcune lettere come [z] e [s] hanno suoni doppi.
Le consonanti si classificano in labiali, dentali, gutturali e palatali, a seconda della parte della bocca utilizzata per pronunciarle.
La lettera [q] deve sempre essere seguita da una -u- e una vocale, formando suoni simili a quelli gutturali prodotti da c + a, o, u.
Le consonanti sibilanti, come [s] e [z], si producono con un soffio prolungato contro i denti e possono avere una pronuncia sorda o sonora.
La lettera "h" è muta e viene usata per distinguere alcune forme del verbo "avere", in esclamazioni, e per ottenere suoni gutturali quando unita a [c] o [g].