Daniele
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Indice

  1. Le subordinate temporali in greco antico
  2. Altre caratteristiche

Le subordinate temporali in greco antico

A. Se il rapporto tra la temporale e la reggente è di contemporaneità, sono introdotte da:
• ἐν ᾧ = “mentre, nel momento in cui”
• ὅτε, ὁπότε, ἡνίκα, ὠς, ὅπου, ὅπως = “quando”
• ἕως, ἔστε, μέχρι(ς), μέχρι(ς) οὗ ἄχρι = “finché”
Esempi:
1. Ἐν ᾧ ἐπορεύετο, ἔλεγε. = Mentre camminava, parlava.
2. Ὁ στρατηγός, ὡς ἦλθε, συνεκάλεσε τοὺς στρατιώτας = Il comandante, quando giunse, convocò i soldati.
3. Οὗτος ὁ τάφος ἦν ακίνητος μέχρις οὗ ἐς Δαρεῖον περιῆλθε ἡ βασιλεία. = Questa tomba rimase inalterata finché il regno non passò a Dario.

B. Se il rapporto tra la temporale e la reggente è di anteriorità, sono introdotte da:
• ἐπεί, ἐπειδή, ὡς = “dopo che”
• ὡς , ὡς τάχιστα, ἐπεὶ πρῶτον = “non appena (che)”
• ἐξ οὗ, ἀφ’ οὗ = “da quando”
Esempi:
1. Ἐπειδὴ δὲ ἡμέρα ἐγένετο ὁ στρατηγὸς ἦγε τὴν στρατιὰν κατὰ τὴν ὁδόν. = Dopo che fu giorno, il comandante conduceva l’esercito lungo la strada.
2. Ὡς τάχιστα ἀφίκετο ὁ ἄγγελος ἤρξετο λεγόμενος. = Non appena giunse, il messaggero cominciò a parlare.
3. Ἐξ οὗ ἐτελεύτησε ὁ Σωκράτης, ἡ πόλις ἀσεβής ἐστι. = Da quando Socrate è morto, la città è empia.
C. Se il rapporto tra la temporale e la reggente è di posteriorità, son introdotte da:
• πρίν (ἤ) = “prima che, prima di”. La congiunzione è spesso anticipata nella reggente da avverbi quali πρότερον o πρόσθεν che non devono essere tradotti.
Esempio:
1. Ἐπὶ ἷσα μάχη τέτατο πτόλεμός τε, πρὶν γ’ὅτε δὴ Ζεὺς κῦδος ὑπέρτερον Ἐκτορι δῶκε = La mischia e la battaglia erano pari, finché Zeus non concesse a Ettore gloria superiore.

Proposizione temporale in greco articolo

Altre caratteristiche

Le temporali introdotte dalle congiunzioni dei gruppi A e B sono espresse:
• con l’indicativo (negazione οὐ);
• con l’ottativo obliquo in dipendenza di un tempo storico (ma è frequente trovare anche l’indicativo) e in tal caso spesso viene così indicato un fatto ripetuto o visto comme possibile (la negazione può essere μή);
• con un congiuntivo eventuale accompagnato dalla particella ἄν per indicare un fatto eventuale; la particella ἄν si trova subito dopo la congiunzione (in poesia anche separato metri causa) e spesso si fonde con essa dando luogo a forme quali ὅταν, ὁπόταν, ἐπειδάν, ἐπάν.
Le temporali introdotte da πρίν (ἤ) si esperimono:
• quando il fatto si considera reale o compiuto, con l’indicativo;
• quando il fatto si considera eventuale:
- se la proposizione reggente è negativa si adopera regolarmente il congiuntivo con ἄν dopo un tempo principale, l’ottativo dopo un tempo storico,
- se la proposizione reggente è affermativa, di regola si adopera l’infinito.

§ Le subordinate temporali possono essere espresse in forma implicita con un infinito sostantivato (ἐν + dativo, πρό + genitivo) o con un participio circostanziale (congiunto, spesso accompagnato dagli avverbi ἄμα “nel contempo”, μεταξύ “intanto”, o genitivo assoluto).

A cura di Natalia_M

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