Indice
- Il pronome relativo in greco
- L’uso del pronome relativo
- Concordanza
- Prolessi del relativo
- Nesso relativo
- Ellissi del dimostrativo
- Attrazione del relativo
- Attrazione diretta
- Attrazione inversa
Il pronome relativo in greco
Il pronome relativo “che, il quale, la quale” che corrisponde al latino qui quae quod è in greco ὅς ἥ ὅ.
Maschile Femminile Neutro
Singolare N ὅς ἥ ὅ
G οὗ ἧς οὗ
D ᾧ ᾗ ᾧ
A ὅν ἥν ὅ
Plurale N οἵ αἵ ἅ
G ὧν ὧν ὧν
D οἷς αἷς οἷς
A οὕς ἅς ἅ
NA ὥ ἅ ὥ
GD οἷν αἷν οἷν
• Per memorizzarne la declinazione si può pensare che corrisponda alle desinenze del pronome αὐτός αὐτή αὐτό o all’articolo senza il τ nei casi in cui questo invece lo presenta (ma bisogna far attenzione perché il nominativo maschile ha il σ).
• Il pronome relativo ha sempre l’accento e lo spirito aspro sicché non si può confondere con le forme dell’articolo senza il τ che sono proclitiche (vale a dire che non hanno un accento proprio e si appoggiano sulla parola che segue):
- ὅς (nominativo singolare maschile del pronome relativo) è diverso da ὁ (nominativo singolare maschile dell’articolo) che non ha né il σ né l’accento.
- ἥ (nominativo singolare femminile del pronome relativo) è diverso da ἡ (nominativo singolare femminile dell’articolo) che non ha l’accento.
- ὅ (nominativo e accusativo singolare neutro del pronome relativo) è diverso da ὁ (nominativo singolare maschile dell’articolo) che non ha l’accento.
- οἵ (nominativo plurale maschile del pronome relativo) è diverso da οἱ (nominativo plurale maschile dell’articolo) che non ha l’accento
- αἵ (nominativo plurale femminile del pronome relativo) è diverso da αἱ (nominativo plurale femminile dell’articolo) che non ha l’accento.
• Il pronome relativo può essere rafforzato dalle particelle enclitiche -περ e -γε che non influiscono sulla natura dell’accento: ὅσπερ ἥπερ (invece di *ἧπερ) ὅπερ e ὅσγε ἥγε (invece di *ἧγε) ὅγε.

L’uso del pronome relativo
Concordanza
In greco, in latino e in italiano il pronome relativo concorda in genere e numero col termine a cui si riferisce che può essere un sostantivo o un pronome ed è detto antecedente. Il caso dipende dalla funzione logica che il relativo svolge nella frase:
• Ζητῶ τὸν ἄνδρα ὃς οἴκοι ἐστί. = Cerco l’uomo che è in casa.
Prolessi del relativo
In greco spesso la proposizione relativa precede la proposizione principale sicché il periodo inizia con un pronome relativo a cui segue il suo antecedente logico (il dimostrativo o il sostantivo a cui il relativo si riferisce). In italiano bisogna tradurre prima la proposizione principale, o, almeno, far precedere il dimostrativo o il sostantivo a cui si riferisce il relativo:
• Οἷς ὁ πατὴρ ἔχαιρε, ταῦτα ὁ παῖς ἐποίει. = il figlio faceva le cose di cui il padre si rallegrava.
Nesso relativo
Quando il pronome relativo all’inizio di un periodo non costituisce una prolessi ma si riferisce a un termine che si trova nel periodo precedente, si parla di nesso relativo. Il nesso relativo si traduce come un pronome dimostrativo preceduto da “e” o da “ma”:
• Ὧν οὗτος εἷς ὤν τυγχάνεις = E si dà il caso che costui sia uno di quelli (lett. “dei quali costui è uno”)
Ellissi del dimostrativo
L’antecedente costituito da un pronome dimostrativo può essere omesso e in tal caso si parla di ellissi od omissione dell’antecedente. Tale fenomeno in Latino si verifica solo quando il dimostrativo è nello stesso caso del relativo, in greco anche se è in caso diverso:
• Ἤσαν δὲ οἳ και πῦρ προσέφερον. = C’erano (quelli) che lanciavano fuoco.
• Si ha l’ellissi di οὗτοι o ἐκεῖνοι.
Attrazione del relativo
Attrazione diretta
Un pronome relativo, che dovrebbe andare in accusativo, se si riferisce a un genitivo o a un dativo, spesso è attratto dall’antecedente e va quindi in genitivo o in dativo. Se il relativo si riferisce a un pronome dimostrativo, questo, dopo l’attrazione, si elide, e se il dimostrativo era retto da una preposizione, questa si conserva:
• Σὺ αἴτιος εἶ τῶν κακῶν ὧν (al posto di ἃ) πάσχω. = Sei l’autore dei mali che soffro.
• Ἐπαινῶ σε ἐφ’οἷς (al posto di ἐπὶ τούτοις ἃ) λέγεις. = Ti lodo per le cose che dici.
Anche i pronomi relativi οἷος, quale, e ὅσος , quanto, sono talvolta attratti dal sostantivo a cui si riferiscono.
Attrazione inversa
L’attrazione inversa, molto meno frequente di quella diretta, si verifica quando il relativo attrae nel suo caso l’antecedente:
• Τὸν ἄνδρα ὃν ὁρᾷς (al posto di ὁ ἀνὴρ ὃν ὁρᾷς) Σωκράτης ἐστίν. = L’uomo che vedi è Socrate.
A cura di Natalia_M.
per approfondimenti vedi anche:
Subordinazione greca