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Indice

  1. Il pronome relativo in greco
  2. L’uso del pronome relativo
  3. Concordanza
  4. Prolessi del relativo
  5. Nesso relativo
  6. Ellissi del dimostrativo
  7. Attrazione del relativo
  8. Attrazione diretta
  9. Attrazione inversa

Il pronome relativo in greco

Il pronome relativo “che, il quale, la quale” che corrisponde al latino qui quae quod è in greco ὅς ἥ ὅ.
Maschile Femminile Neutro
Singolare N ὅς ἥ ὅ
G οὗ ἧς οὗ
D ᾧ ᾗ ᾧ
A ὅν ἥν ὅ
Plurale N οἵ αἵ ἅ
G ὧν ὧν ὧν
D οἷς αἷς οἷς
A οὕς ἅς ἅ
NA ὥ ἅ ὥ
GD οἷν αἷν οἷν

• Per memorizzarne la declinazione si può pensare che corrisponda alle desinenze del pronome αὐτός αὐτή αὐτό o all’articolo senza il τ nei casi in cui questo invece lo presenta (ma bisogna far attenzione perché il nominativo maschile ha il σ).


• Il pronome relativo ha sempre l’accento e lo spirito aspro sicché non si può confondere con le forme dell’articolo senza il τ che sono proclitiche (vale a dire che non hanno un accento proprio e si appoggiano sulla parola che segue):
- ὅς (nominativo singolare maschile del pronome relativo) è diverso da ὁ (nominativo singolare maschile dell’articolo) che non ha né il σ né l’accento.
- ἥ (nominativo singolare femminile del pronome relativo) è diverso da ἡ (nominativo singolare femminile dell’articolo) che non ha l’accento.
- ὅ (nominativo e accusativo singolare neutro del pronome relativo) è diverso da ὁ (nominativo singolare maschile dell’articolo) che non ha l’accento.
- οἵ (nominativo plurale maschile del pronome relativo) è diverso da οἱ (nominativo plurale maschile dell’articolo) che non ha l’accento
- αἵ (nominativo plurale femminile del pronome relativo) è diverso da αἱ (nominativo plurale femminile dell’articolo) che non ha l’accento.
• Il pronome relativo può essere rafforzato dalle particelle enclitiche -περ e -γε che non influiscono sulla natura dell’accento: ὅσπερ ἥπερ (invece di *ἧπερ) ὅπερ e ὅσγε ἥγε (invece di *ἧγε) ὅγε.

Pronome relativo in greco articolo

L’uso del pronome relativo

Concordanza

In greco, in latino e in italiano il pronome relativo concorda in genere e numero col termine a cui si riferisce che può essere un sostantivo o un pronome ed è detto antecedente. Il caso dipende dalla funzione logica che il relativo svolge nella frase:
• Ζητῶ τὸν ἄνδρα ὃς οἴκοι ἐστί. = Cerco l’uomo che è in casa.

Prolessi del relativo

In greco spesso la proposizione relativa precede la proposizione principale sicché il periodo inizia con un pronome relativo a cui segue il suo antecedente logico (il dimostrativo o il sostantivo a cui il relativo si riferisce). In italiano bisogna tradurre prima la proposizione principale, o, almeno, far precedere il dimostrativo o il sostantivo a cui si riferisce il relativo:
• Οἷς ὁ πατὴρ ἔχαιρε, ταῦτα ὁ παῖς ἐποίει. = il figlio faceva le cose di cui il padre si rallegrava.

Nesso relativo

Quando il pronome relativo all’inizio di un periodo non costituisce una prolessi ma si riferisce a un termine che si trova nel periodo precedente, si parla di nesso relativo. Il nesso relativo si traduce come un pronome dimostrativo preceduto da “e” o da “ma”:
• Ὧν οὗτος εἷς ὤν τυγχάνεις = E si dà il caso che costui sia uno di quelli (lett. “dei quali costui è uno”)

Ellissi del dimostrativo

L’antecedente costituito da un pronome dimostrativo può essere omesso e in tal caso si parla di ellissi od omissione dell’antecedente. Tale fenomeno in Latino si verifica solo quando il dimostrativo è nello stesso caso del relativo, in greco anche se è in caso diverso:
• Ἤσαν δὲ οἳ και πῦρ προσέφερον. = C’erano (quelli) che lanciavano fuoco.
• Si ha l’ellissi di οὗτοι o ἐκεῖνοι.

Attrazione del relativo

Attrazione diretta

Un pronome relativo, che dovrebbe andare in accusativo, se si riferisce a un genitivo o a un dativo, spesso è attratto dall’antecedente e va quindi in genitivo o in dativo. Se il relativo si riferisce a un pronome dimostrativo, questo, dopo l’attrazione, si elide, e se il dimostrativo era retto da una preposizione, questa si conserva:
• Σὺ αἴτιος εἶ τῶν κακῶν ὧν (al posto di ἃ) πάσχω. = Sei l’autore dei mali che soffro.
• Ἐπαινῶ σε ἐφ’οἷς (al posto di ἐπὶ τούτοις ἃ) λέγεις. = Ti lodo per le cose che dici.
Anche i pronomi relativi οἷος, quale, e ὅσος , quanto, sono talvolta attratti dal sostantivo a cui si riferiscono.

Attrazione inversa

L’attrazione inversa, molto meno frequente di quella diretta, si verifica quando il relativo attrae nel suo caso l’antecedente:
• Τὸν ἄνδρα ὃν ὁρᾷς (al posto di ὁ ἀνὴρ ὃν ὁρᾷς) Σωκράτης ἐστίν. = L’uomo che vedi è Socrate.

A cura di Natalia_M.

per approfondimenti vedi anche:
Subordinazione greca

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