Concetti Chiave
- L'agricoltura è l'attività predominante a Matera, ma i raccolti sono limitati a causa del terreno aspro e arido e delle condizioni malariche.
- Le colture principali includono frumento, avena, orzo e ortaggi, con coltivazioni minori di olivo, tabacco e vite.
- L'allevamento di ovini e caprini è comune grazie ai pascoli montani, mentre l'allevamento di suini è in crescita.
- Le industrie sono poco sviluppate, con mulini, frantoi, segherie e alcune fabbriche di mattoni, cemento e pasta alimentare.
- Il commercio è ostacolato dalla mancanza di infrastrutture, come porti e strade, influenzando negativamente l'economia locale.
Matera: Agricoltura, allevamento, industrie
Matera, per la natura del suolo e per circostanze storiche, è una delle regioni economicamente più depresse d’Italia. L’attività più sviluppata è l’agricoltura, ma nonostante le opere di bonifica e la riforma agraria in nia di attuazione, essa non consente raccolti abbondanti per la prevalenza di aspre montagne e di terreni aridi soggetti a frane, nonché, per il sussistere di zone malariche. Le colture più praticate sono: il frumento, l’avena, l’orzo, gli ortaggi.
In misura più ristretta si coltivano anche l’olivo, il tabacco, la vite. Abbastanza diffuso è l’allevamento, soprattutto quello degli ovini e caprini, che si avvale dei
pascoli di montagna. Oggi è in continuo aumento l’allevamento dei suini.le industrie hanno sviluppo scarsissimo e si limitano ad alcuni mulini e frantoi, a poche segherie e fabbriche di mattoni, di cemento e di pasta alimentare. Recentemente sono sorti un moderno lanificio a Maratea, un cotonificio e uno zuccherificio sulla costa ionica. Sono abbastanza diffuse alcune piccole industrie domestiche di tipo artigianale, per la produzione di ceramiche, di tessuti di lana, per la preparazione dei fichi secchi e la lavorazione del legno. Potrà in avvenire essere valorizzata l’industria turistica, poiché la regione offre incantevoli panorami, specialmente lungo il Golfo di Policastro. Il ritmo del commercio è lento per la povertà secolare della regione e per la difficoltà delle comunicazioni, dovuta alla mancanza di porti, di strade e di ferrovie. Queste ultime si riducono quasi esclusivamente alle due linee litoranee e alla linea Napoli-Taranto, che tocca Potenza.