Concetti Chiave
- Fino agli anni Ottanta, l'Italia era uno dei principali esportatori di manodopera in Europa, con oltre 27 milioni di espatriati.
- Attualmente, circa quattro milioni e mezzo di italiani risiedono all'estero, con un terzo di loro in Europa.
- Tra il XIX e il XX secolo, le migrazioni italiane erano principalmente dirette verso le Americhe.
- Negli anni Cinquanta e Sessanta, molti italiani si spostarono verso Paesi europei come Germania e Francia per lavoro.
- Dopo la Seconda guerra mondiale, l'industrializzazione nel nord Italia attirò numerosi lavoratori dalle regioni più povere del Paese.
LE MIGRAZIONI DEL PASSATO
Fino a non molti decenni fa l’Italia è stata,fra i Paesi europei, uno dei principali ‘’esportatori’’ di manodopera: dall’unificazione del Paese fino agli anni Ottanta del Novecento ci sono stati oltre 27 milioni di espatri.
Gli italiani che oggi risiedono all’estero e che hanno conservato la cittadinanza italiana sono circa quattro milioni e mezzo, un terzo dei quali è residente in Europa.
Nei decenni fra Ottocento e Novecento i flussi si indirizzano prevalentemente verso le Americhe.
Un nuovo ingente flusso migratorio si ebbe negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, quando la manodopera italiana, poco qualificata, si diresse verso altri Paesi europei: Germania, Francia, Belgio, Svizzera.
In quel periodo avvennero importanti spostamenti di popolazione anche all’interno del nostro Paese: sia dalle campagne e dalle zone di montagna verso le aree urbane sia dalle regioni del sue e del nord-est verso quelle più industrializzate del nord-est.
La ripresa industriale successiva alla Seconda guerra mondiale richiamò nelle fabbriche del settentrione centinaia di migliaia di persone provenienti dalle zone più povere d’Italia.