Concetti Chiave
- Il commercio internazionale è dominato da economie avanzate come USA, Germania e Giappone, con oltre il 60% degli scambi concentrato in 10 nazioni.
- Gli Stati Uniti, leader storici del commercio globale, sono grandi esportatori di materie prime e prodotti tecnologici, ma il loro primato nei flussi di capitale è superato da Giappone ed Europa.
- La Germania si distingue per un saldo commerciale positivo, grazie all'export di macchinari, automobili e prodotti chimici, espandendo i suoi rapporti commerciali dopo la caduta del muro di Berlino.
- Il Giappone, con un'economia dinamica, vanta un surplus commerciale significativo attraverso l'esportazione di automobili ed elettronica, diversificando i suoi partner commerciali verso Europa e Asia.
- Cina, Brasile e India emergono come mercati futuri promettenti, con la Cina già in espansione significativa grazie alla recente industrializzazione.
Indice
Struttura del commercio internazionale
Il commercio internazionale è caratterizzato da una struttura multipolare incentrata su USA, Giappone ed Europa e da una situazione di forte concentrazione. Infatti, più del 60% gli scambi commerciali dipendono da 10 nazioni (USA, Germania, Giappone, Francia, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Canada, Belgio, Hong Kong), mentre meno del 40% si realizza grazie all’apporto di altri 30 paesi; questo significa che i 9/10 del commercio internazionale è assicurata da sole 40 nazioni. In altre parole, sono le economie industriali più avanzate a dominare il mercato dando origine a flussi commerciali di grande valore. Le tre aree guida sono costituite dagli USA, dalla Germania e dal Giappone.
Ruolo degli Stati Uniti
Il primato spetta agli Stati Uniti i quali, fino agli anni ’70 del XX secolo, hanno ricoperto un ruolo egemonico nell’economia mondiale. Poiché essi sono ricchi di varie ed abbondanti risorse, sono esportatori di materie prime, di cereali, di prodotti manufatturieri (soprattutto di alto contenuto tecnologico), mentre importanti beni di consumo di ogni tipo. Gli USA occupano anche un ruolo importante nel settore dei servizi esportati e nell’ambito del movimento dei capitali. In quest’ultimo settore, gli Usa sono stati superati dai flussi del Giappone e dell’Europa. Il primo partner commerciale degli USA è il Canada, seguito dal Giappone, il Messico, la Gran Bretagna, la Germania e Taiwan.
Economia della Germania
La Germania ha un saldo ampiamente positivo della bilancia commerciale grazie alle sue capacità di produrre e vendere all’estero macchinari, automobili e prodotti chimici di alta qualità. I suoi rapporti commerciali, dopo la caduta del muro di Berlino si sono notevolmente ampliati. Il terzo polo internazionale del commercio ruota intorno al Giappone.
La sua economia è cresciuta rapidamente, il paese è molto dinamico e questo si è tradotto alla fine del XX secolo in un costante surplus commerciale. Da un lato troviamo i settori agroalimentare e energetico passivi, ma dall’altro abbiamo un’ingente esportazione di prodotti industriali (automobili, motociclette, elettronica di consumo). La facilità con cui i prodotti giapponesi sono penetrati sul mercato dipende da una politica molto attenta alla concorrenza, da un impegno continuo nei confronti della tecnologia e da un mantenimento di elevati standard qualitativi. I principali partner del Giappone sono gli Stati Uniti, la Corea del Sud, la Germania e l’Australia. Verso la fine del secolo le esportazioni verso gli Stati Uniti si sono ridotte a profitto degli scambi con l’Europa e con i paesi del Sud-est asiatico. Anche gli scambi con la Cina si stanno incrementando.
Mercati emergenti e paesi in via di sviluppo
II grandi mercati del futuro sono costituiti dalla Cina, attualmente già in grande espansione, il Brasile e l’India, soprattutto se si tiene conto dell’importanza demografica. La recente industrializzazione ha permesso a questi paesi di diventare grandi esportatori di prodotti manufatti, di macchinari, di autoveicoli e di armamenti verso gli altri paesi in via di sviluppo. I paesi dell’Opec che hanno occupato un notevole ruolo fra il 1970 e il 1980 per le esportazioni di petrolio, seguito della crisi di fine secolo hanno visto ridimensionato la loro posizione nell’economia mondiale perché è diminuita l’esportazione di capitali (= petrodollari). Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, il loro saldo commerciale resta per lo più negativo. Di solito, vengono importati manufatti di qualsiasi tipo e materie energetico, mentre le esportazioni sono rappresentate da minerali e da prodotti di piantagione (caffè, cotone, cacao).
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali nazioni che dominano il commercio internazionale?
- Qual è il ruolo degli Stati Uniti nel commercio internazionale?
- Come si caratterizza il commercio della Germania?
- Quali sono le caratteristiche del commercio giapponese?
- Quali paesi emergenti sono considerati i grandi mercati del futuro?
Le principali nazioni che dominano il commercio internazionale sono gli USA, il Giappone e l'Europa, con una forte concentrazione degli scambi commerciali in 10 nazioni, tra cui USA, Germania, Giappone, Francia, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Canada, Belgio e Hong Kong.
Gli Stati Uniti hanno un ruolo egemonico nel commercio internazionale, esportando materie prime, cereali, prodotti manufatturieri ad alto contenuto tecnologico e servizi. Sono anche importanti nel movimento dei capitali, sebbene superati da Giappone ed Europa in questo settore.
La Germania ha un saldo commerciale positivo grazie alla produzione e vendita di macchinari, automobili e prodotti chimici di alta qualità. I suoi rapporti commerciali si sono ampliati notevolmente dopo la caduta del muro di Berlino.
Il Giappone ha un'economia dinamica con un surplus commerciale costante, esportando principalmente automobili, motociclette ed elettronica di consumo. La sua politica commerciale è attenta alla concorrenza e alla tecnologia, mantenendo elevati standard qualitativi.
I grandi mercati del futuro sono la Cina, il Brasile e l'India, grazie alla loro recente industrializzazione e importanza demografica, che li ha resi grandi esportatori di prodotti manufatti, macchinari, autoveicoli e armamenti.