Concetti Chiave
- Baruch Spinoza, nato nel 1632 ad Amsterdam, si formò in ambienti ebraici e cattolici, studiando pensatori come Cartesio e Bruno.
- La sua filosofia panteistica vede Dio come immanente nella natura, contrastando la visione di un Dio trascendente e antropomorfo.
- Spinoza fu espulso dalla comunità ebraica nel 1656 per le sue idee, avvicinandosi a correnti come il deismo e il libertinismo.
- Nell'Etica, Spinoza definisce Dio come l'unica sostanza eterna e infinita, da cui tutte le cose dipendono e in cui esistono.
- Criticando Cartesio, Spinoza rifiuta la distinzione tra "res cogitans" e "res extensa", vedendo Dio come entrambi.
Indice
Origini e formazione di Spinoza
Spinoza nacque nel 1632 ad Amsterdam da una famiglia di commercianti ebrei di origine portoghese. Si formò nella scuola israelita locale, studiando il pensiero ebraico medievale, il Vecchio Testamento, il Talmud e la Calaba. Completò poi la sua formazione presso la scuola dell’umanista cattolico gesuita Van den Enden, studiando il latino e aumentando la conoscenza degli autori rinascimentali, oltre a Bruno e Cartesio.
Influenze filosofiche e religiose
La sua filosofia si ispira sia alla metafisica medievale, sia a Cartesio, che a Bruno: questa contrasterà quella teologica, poiché afferma che non si può sostenere un Dio trascendente e che non abbia caratteristiche antropomorfe. Il giovane filosofo si era avvicinato a sette cristiane minori, particolarmente diffuse in Olanda, quali i quaccheri e collegianti, e si accostò al libertinismo francese e al deismo (si basava sulla credenza di un Dio che non si interessa delle sorti umane). Siccome nella comunità ebraica vigeva un rigido dogmatismo, fu espulso nel 1656.
Concezione di Dio e sostanza
Inoltre, sostenne che Dio non è diverso dalla natura, ma esso è nella natura. Il suo pensiero è di tipo panteistica (concezione immanente), elaborando una concezione assai complessa di Dio, considerandolo sostanza (concetto ripreso da Cartesio), quindi “causa sui” (Dio è causa di se, non creato da qualcuno, e non può che pensare alla perfezione, quindi di se stesso). Mentre il Dio cristiano è un Dio creatore, questa sostanza è un unicum (Dio si manifesta in tutto, differenza cristianesimo - Spinoza). La metafisica medievale affermò che la sostanza corrisponde all’essenza, ma nel momento in cui quest’ultima (essenza di qualcosa) si afferma, si può affermare la sua esistenza.
Critica a Cartesio e metafisica
Mentre Cartesio voleva dimostrare la presenza di un Dio con l’introduzione del dubbio, Spinoza non dimostra la sua essenza, perché per lui è ovvio che Dio esiste (nella parola stessa si trova l’essenza di Dio). Inoltre, Spinoza contrastò la concezione metafisica del “sinolo”, perché portava a concepire la sostanza non solo in Dio, ma anche negli enti. Criticò Cartesio, poiché per Baruch non aveva senso parlare di “res cogitans” o “res exstensa”, poiché Dio è sia l’uno, che l’altro. Rispetto al francese, è mancata la sua capacità di dimostrare ciò che afferma: perciò cercherà di ricavare la metafisica seguendo la matematica (la quale possiede assiomi, postulati, teoremi), riprendendo Euclide.
Definizione di sostanza nell'Etica
La sostanza Sul piano dell’essere Dio è l’unica sostanza di cui le singole cose non sono che manifestazioni finite (Spinoza le chiamerà modi della sostanza): infatti, tutte le cose che esistono dipendono da questo essere. Proprio a Dio sostanza è dedicata la prima parte della maggiore opera spinoziana, l’Etica (si occupa di morale). La definizione di sostanza è determinata così: >: dunque, la sostanza è definita come ciò che è capace di vivere indipendentemente (capace di esistenza indipendente). Mentre Cartesio affermò che la sostanza non è riferito solo a Dio, ma anche a “res cogitans” e “res exstensa”, Spinoza afferma che la sostanza è riferita solo a Dio, in quanto gli spiriti e la materia non esistono né sono concepibili per “se”. Dio è considerato, quindi, “causa sui”, perciò la sua essenza implica l’esistenza. Inoltre, la sostanza è eterna, ingenerata e infinita, perché altrimenti sarebbe limitata da qualcosa, perciò sarebbe generato da qualcosa (quindi, non più una “causa sui”. Da ciò consegue che tale sostanza è :
unica, poiché, se esistesse un’altra sostanza, dovrebbe avere in comune con Dio i suoi attributi;
indivisibile, altrimenti dovrebbe essere costituita da parti finite, contraddicendo la sua infinitezza;
infine, “tutte le cose che sono, sono in Dio, e senza Dio nulla può essere generato”.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e la formazione di Baruch Spinoza?
- Quali sono le influenze filosofiche principali nel pensiero di Spinoza?
- Perché Spinoza fu espulso dalla comunità ebraica?
- Come Spinoza definisce la sostanza e quale ruolo ha nel suo sistema filosofico?
- In che modo Spinoza critica Cartesio e quale metodo utilizza per la sua metafisica?
Spinoza nacque nel 1632 ad Amsterdam da una famiglia di commercianti ebrei di origine portoghese. Studiò il pensiero ebraico medievale, il Vecchio Testamento, il Talmud e la Calaba, e successivamente il latino e gli autori rinascimentali presso la scuola dell’umanista cattolico gesuita Van den Enden.
La filosofia di Spinoza si ispira alla metafisica medievale, a Cartesio e a Bruno. Contrasta la teologia tradizionale affermando che Dio non è trascendente e non ha caratteristiche antropomorfe.
Spinoza fu espulso nel 1656 a causa del rigido dogmatismo della comunità ebraica, poiché il suo pensiero panteistico e le sue idee su Dio contrastavano con le credenze tradizionali.
Spinoza definisce la sostanza come ciò che è capace di esistenza indipendente, riferendola unicamente a Dio. La sostanza è eterna, ingenerata e infinita, e tutte le cose esistenti sono manifestazioni finite di essa.
Spinoza critica Cartesio per la distinzione tra “res cogitans” e “res exstensa”, sostenendo che Dio è entrambi. Utilizza un metodo matematico, simile a quello di Euclide, per ricavare la sua metafisica, basandosi su assiomi, postulati e teoremi.