Concetti Chiave
- Schopenhauer vede la realtà come dominata da una forza irrazionale e cieca chiamata volontà, che causa infelicità poiché è infinita ma si manifesta in esseri finiti.
- La vita umana, secondo Schopenhauer, è un ciclo di insoddisfazione e dolore interrotto solo brevemente dal piacere, che è semplicemente la cessazione temporanea del dolore.
- La sua visione pessimistica della condizione umana si contrappone all'ottimismo del suo tempo, proponendo che l'essenza dell'essere umano è nella volontà e nei suoi desideri.
- L'arte offre una temporanea liberazione dal dominio della volontà, permettendo all'uomo di dimenticare i suoi desideri attraverso la contemplazione pura.
- Schopenhauer propone due vie etiche per affrontare la volontà: accettarla e affermare la vita, o rinunciarvi attraverso l'ascesi, culminando nella noluntas e nell'indifferenza.
Indice
La visione di Schopenhauer
Schopenhauer ha una visione tragica e sconsolata della condizione umana e considera il mondo dominato da una forza irrazionale che è la volontà. La tesi principale di Schopenhauer è che la realtà sia costituita da una forza cieca presente ovunque, non riconducibile alla ragione, ossia la volontà.
Egli identifica la realtà con la volontà.La volontà e l'infelicità
La radice dell’infelicità umana sta nel fatto che la volontà in sé è infinita, ma si oggettiva in esseri finiti, i quali rappresentano quindi una forma inadeguata per la realizzazione di quella volontà infinita.
Ma la volontà continua a vivere negli esseri spingendoli ad una continua affermazione di sé, a una lotta di ciascuno contro tutti, e ogni atto che l’uomo compie non è altro che l’affermarsi di questa volontà (uomo:strumento della volontà).
Il dolore e la noia
La volontà non può mai soddisfare pienamente se stessa, quindi la nostra vita è essenzialmente dolore, poiché è mossa da un perenne stato di insoddisfazione. Quando un desiderio viene soddisfatto, si consegue uno stato di appagamento e di piacere, che non è altro un momento di breve durata e non uno stato stabile. Il piacere viene inteso quindi come cessazione del dolore. Quando un desiderio viene poi appagata termina con esso anche il piacere, e sorge dunque la noia, che è peggiore del dolore stesso. Schopenhauer afferma infatti che dei sette giorni della settimana, sei sono colmi di fatica e sudore, il settimo è noia.
Il contesto culturale
La visione tragica e sconsolata della condizione umana secondo Schopenhauer non ottenne subito successo poiché nasceva contemporaneamente al clima di ottimismo che si stava diffondendo nella cultura e nella società europea, sempre più fiduciosa nel progresso civile e culturale dell’umanità dovuto allo sviluppo della scienza.
Il corpo e la volontà
I pensatori di questo periodo aspiravano alla concretezza, Schopenhauer affermava che l’uomo non è solo anima, ma è essenzialmente un corpo e la natura di tale corpo consiste, soprattutto, nella volontà, nei desideri, negli istinti e nelle passioni. L’atto volitivo e l’azione del corpo sono una sola cosa, quindi l’azione del corpo è la volontà resa visibile. È proprio attraverso il nostro corpo che noi sentiamo di vivere e proviamo dolore e piacere. L’essenza del nostro essere è la volontà stessa.
Schopenhauer interpreta la vicenda umana con un atteggiamento pessimistico di fondo, in quanto la vita appare del tutto priva di senso, eppure non nega una speranza, una possibile liberazione dal dolore.
L'arte come liberazione
L’uomo infatti cerca una liberazione dal dominio della volontà nell’arte. L’arte è in grado di rivelare le idee o essenze delle cose in quanto oggettivazioni della volontà. Attraverso l’arte l’uomo si perde nella contemplazione totale di un oggetto in tutta la sua purezza, dimenticando la sua volontà.
L'etica e l'ascesi
L’arte è l’opera del genio, è il frutto della sua potenza intellettuale che va ad oggettivare un’idea, allontanandosi dagli scopi esclusivamente utilitaristici degli uomini ordinari.
La forma artistica per eccellenza è rappresentata dalla musica, in quanto è come una lingua universale che va a toccare i sentimenti più intimi dell’uomo. In ogni caso l’arte è una liberazione temporanea per questo è attraverso l’etica che è possibile trovare una forma più completa di liberazione. L’etica propone all’uomo i motivi per placare la volontà che spinge l’uomo a desiderare appunto ogni cosa, spingendolo nel dolore e nella noia.
Due sono i comportamenti moralmente possibili. Il primo è quello di colui che avendo compreso che il mondo è solo fenomeno, accetta di identificarsi con la volontà. Accetta quindi ciò che la volontà vuole nel suo inconscio, affermando quindi la vita.
Un altro comportamento è quello dell’asceta, di colui che rinuncia alla volontà di vivere. Ed è solo tramite l’ascesi che l’uomo può giungere a un effettivo annientamento della volontà. L’ascesi è pura indifferenza, è la noluntas. (non voler vivere)
L'amore e l'illusione
Il primo passo dell’ascesi è la castità, la negazione dell’istinto sessuale. La volontà ci illude che l’amore sia un bene. Ma per Schopenhauer l’amore non è altro che un illusione, un semplice atto biologico finalizzato alla riproduzione della specie. Quindi è un momento di piacere temporaneo dovuto al solo desiderio di accoppiamento. Altri passi importanti sono la virtù, grazie alla quale viene realizzata la giustizia, e la pietà per tutti gli esseri viventi, dato che l’uomo comprende che la radice del bene e del male, della felicità e del dolore è comune a tutti gli esseri viventi.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Schopenhauer sulla condizione umana?
- Come descrive Schopenhauer la relazione tra volontà e realtà?
- Qual è il ruolo dell'arte secondo Schopenhauer?
- Quali sono i comportamenti etici proposti da Schopenhauer per liberarsi dal dolore?
- Come interpreta Schopenhauer l'amore e l'istinto sessuale?
Schopenhauer ha una visione tragica e sconsolata della condizione umana, considerando il mondo dominato da una forza irrazionale chiamata volontà, che causa dolore e insoddisfazione.
Schopenhauer identifica la realtà con la volontà, una forza cieca e infinita che si manifesta in esseri finiti, causando infelicità poiché non può mai essere pienamente soddisfatta.
L'arte offre una liberazione temporanea dal dominio della volontà, permettendo all'uomo di contemplare le idee pure e dimenticare la propria volontà, con la musica come forma artistica per eccellenza.
Schopenhauer propone due comportamenti: accettare la volontà e affermare la vita, oppure seguire l'ascesi, rinunciando alla volontà di vivere per raggiungere l'annientamento della volontà.
Schopenhauer vede l'amore come un'illusione e un semplice atto biologico per la riproduzione, un piacere temporaneo che la volontà ci fa credere sia un bene.