Concetti Chiave
- Arthur Schopenhauer nacque in Polonia nel 1788 e divenne un importante filosofo dopo aver pubblicato "Il mondo come volontà e rappresentazione" nel 1818.
- La sua filosofia, influenzata da Kant, Platone e la filosofia orientale, si oppone al razionalismo ottimista e presenta una visione asistematica della realtà.
- Schopenhauer introduce il concetto del "velo di Maya", sostenendo che la realtà percepita è una distorsione del noumeno, rappresentato dalla Wille, o volontà di vivere.
- Egli descrive un pessimismo cosmico, sociale e storico, affermando che l'uomo è intrinsecamente portato al dolore e all'inganno dell'amore.
- Secondo Schopenhauer, l'arte, la compassione (agape) e l'estasi sono vie per liberarsi dal dolore e dalla sofferenza umana.
Indice
Origini e pubblicazione
- Nasce in Polonia nel 1788, figlio di un banchiere e di una scrittrice.
- Nel 1818 pubblica la sua opera “Il mondo come volontà e come rappresentazione, divenendo libero docente presso Berlino.
Influenze filosofiche
- La sua filosofia è simile a quella di Nietzsche, a carattere irrazionale/ateo, essa venne presa come esempio dall’ideologia nazista, dunque questa filosofia è stata rivalutata solo recentemente.
- La sua filosofia si presenta asistematica, non parte da una visione organicistica e non accetta il carattere razionalista ed ottimista di Egle che reputa un sicario della verità reputando la sua filosofia vuota e senza innovazioni.
- La sua filosofia è influenzata da Kant, Platone (teoria delle idee) e dalla filosofia orientale.
Rappresentazione e realtà
- Parte dal presupposto di rappresentazione di Kant dove il soggetto prende atto della situazione e la rappresenta, in ciò si presentano due poli inconciliabili il soggetto che rappresenta e l’oggetto che è rappresentato, indispensabili che essi siano diversi e non derivati l’uno dal altro.
- Si contrappone al dogmatismo (riduca il soggetto all’oggetto) e a Fichte (l’io crea il non io).
- Il mondo per Shop è una rappresentazione del soggetto dunque è solo ciò che appare quindi fenomeno (Per Kant è ciò che appare ai sensi mentre per Shop è ciò che appare diverso da come è in realtà).
Velo di Maya e Wille
- La realtà ci appare diversa poiché è distorta dal velo di Maya, dunque il noumeno (ciò che non è conoscibile) sta dietro il velo mentre il fenomeno cioè ciò che vediamo è la distorsione della realtà per mano di esso.
- L’uomo non è solo ragione e spirito come sosteneva Kant altrimenti non si potrebbe mai squarciare il velo. L’uomo ha anche un corpo e dunque può divenire anch’esso rappresentazione ed andare oltre il velo di Maya.
- I copri sono capaci di conoscenza ma non tramite i sensi ma tramite una conoscenza irrazionale data dal “sentire la brama di vivere”.
- Il noumeno è la Wille (volontà di vivere) che pervade tutto ciò che è, e squarciando il velo con il corpo che percepisce la Wille si può arrivare a tale conoscenza.
- Una volta oltre il velo si prova paura poiché ci rendiamo conto della vera natura delle cose e di cosa abbiamo dentro di noi, un mostro che consuma tutto.
- La categoria dalla casualità descrive il mondo fenomenico (Logico e razionale) ed essa crea un rapporto necessario (A segue B dunque eliminando B elimino A).
- La Wille è incassata e dunque irrazionale ed ha come unico scopo l’autoaffermazione e la sua preservazione.
Pessimismo e sofferenza
- Noi non siamo liberi ma siamo strumenti della Wille. L’uomo è volontà e per essere tale significa che gli manca qualcosa e dunque è un essere mancante è per questo l’uomo soffre sempre.
- Il dovere è positivo poiché esiste già di per sé al contrario del piacere che esiste solo come momentanea negazione del dolore, momentanea perché annullando il dolore si annullerebbe anche il piacere, e se non ci fosse dolore vi sarebbe solo noia dato che il dolore è un pendolo che oscilla tra dolore e noia passando per il piacere.
- Ateismo filosofico -> Non esiste un dio buono ma tutto ha origine ed è la Wille poiché se esistesse un dio soffrirebbe vedente la miseria della sua creazione -> Pessimismo cosmico.
- Pessimismo sociale -> l’uomo è il peggiore degli animali poiché gode nel veder soffrire chi sta peggio di lui (vicino alla tematica del dolore di leopardi e Verri -> Dante scrive bene inferno perché lo vede sulla terra mentre paradiso no).
- Pessimismo storico -> La storia non propone mai nulla di nuovo poiche ripresenta sempre le stesse vicende e non porta mai al universale contrariamente all’arte e alla filosofia.
- L’uomo spera nel amore ma non si rende conto che l’amore è solo un inganno della Wille per generare sé stessa.
Liberazione dal dolore
- Vi sono 3 modi per liberarci dal dolore:
1) L’arte, con la quale si può toccare temporaneamente l’universale, la musica è l’arte per eccellenza poiché non è legata al materiale.
2) Agape, cioè la compassione e nasce dal desiderio di superare l’egoismo ma affermando che tu sei uguale a me non supero la polarità. Essa si verifica quando ci si rende conto che la wille è in tutti noi e tutti noi quindi soffriamo.
3) Estasi, cioè contrappore alla Wille il suo contrario, il non volere nulla, e ci si riesce tramite l’astinenza volontaria. Alla fine arriva la morte ma esso non è un suicidio poiché è la volontà di chi ha amato la vita ma è rimasto deluso giungendo cosi all’estasi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e l'influenza della filosofia di Schopenhauer?
- Come Schopenhauer descrive la realtà e la conoscenza umana?
- Qual è la visione di Schopenhauer sulla libertà umana?
- Quali sono i tre modi per liberarsi dal dolore secondo Schopenhauer?
- Come Schopenhauer interpreta l'amore e la storia?
La filosofia di Schopenhauer nasce in Polonia nel 1788 ed è influenzata da Kant, Platone e dalla filosofia orientale. È caratterizzata da un approccio irrazionale e ateo, simile a quello di Nietzsche, ed è stata rivalutata solo recentemente dopo essere stata associata all'ideologia nazista.
Schopenhauer descrive la realtà come una rappresentazione del soggetto, distorta dal "velo di Maya". La conoscenza umana non è solo razionale ma anche irrazionale, derivante dal "sentire la brama di vivere", e il noumeno è identificato come la Wille, la volontà di vivere.
Schopenhauer sostiene che l'uomo non è libero ma è uno strumento della Wille. L'uomo è un essere mancante, sempre in sofferenza, poiché la Wille cerca costantemente autoaffermazione e preservazione.
Secondo Schopenhauer, ci si può liberare dal dolore attraverso l'arte, che permette di toccare l'universale; l'agape, o compassione, che supera l'egoismo; e l'estasi, che si ottiene contrapponendo alla Wille il non volere nulla, culminando nella morte come liberazione.
Schopenhauer vede l'amore come un inganno della Wille per generare sé stessa, mentre la storia è vista con pessimismo storico, poiché non propone nulla di nuovo e ripresenta sempre le stesse vicende, contrariamente all'arte e alla filosofia che portano all'universale.