Concetti Chiave
- Schopenhauer mantiene un rapporto polemico con Hegel, segnato da continui scontri teorici.
- Riconosce l'importanza della sua prospettiva come reazione necessaria a teorie precedenti, specialmente quella di Hegel.
- Utilizza la metafora del castello per descrivere il suo successo filosofico, ritenendosi il primo a "entrare" dove altri hanno fallito.
- Nonostante il superamento delle teorie precedenti, si considera un fedele allievo di Kant.
- La sua filosofia è percepita come un progetto dirompente e consapevole, distinto dagli approcci dei suoi predecessori.
Il rapporto polemico con Hegel
Come filosofo immediatamente successivo al complesso e rilevantissimo movimento di pensiero dell'Idealismo tedesco, il rapporto con Hegel, dal punto di vista di Schopenhauer, è estremamente polemico e di continuo scontro teorico, ma non solo. Ma al di là di tutto ciò, Schopenhauer ha indubbiamente piena consapevolezza del rilievo della propria prospettiva teoretica, non solo come negativo necessario rispetto ad una teoria a lui precedente, come conferma un passaggio cruciale del Mondo come volontà e rappresentazione, quasi passa inosservato, ma chiave ermeneutica per comprendere tutto il pensiero del filosofo.
Fondamentale è l’immagine metaforica del castello, fuori e dentro di esso. Chi vi rimane fuori e non riesce ad entrarci, magari producendo schizzi raffinatissimi. Schopenhauer ritiene di essere il primo ad essere riuscito ad entrarci. Poche parole che forniscono in pieno la portata di un intero progetto filosofico. La pienamente consapevole carica dirompente di questo concetto. Tutti i filosofi precedenti non sono riusciti ad “entrare nel castello”, mentre ora Schopenhauer sì. Ciò non significa che voglia auto-qualificarsi per tale motivo come outsider della filosofia, perché pur nella prospettiva del suo superamento, Schopenhauer ritiene di essere un fedele allievo di Kant.