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Concetti Chiave

  • Schopenhauer vede la vita come dolore, affermando che l'esistenza è una realtà da imparare a non volere attraverso la liberazione della Volontà di Vivere.
  • L'arte, e in particolare la musica, rappresenta una via di liberazione dalla Volontà, offrendo una contemplazione che squarcia il velo di Maya.
  • A differenza delle altre arti, la musica esprime direttamente l'essenza della Volontà, rendendola potente e penetrante.
  • La musica è considerata una manifestazione dell'essenza profonda del mondo, mentre la filosofia è una riproduzione parziale di tale essenza.
  • Schopenhauer critica la musica imitativa e favorisce le melodie che scaturiscono senza mediazioni intellettuali, esaltando il linguaggio universale della musica.

Indice

  1. La visione di Schopenhauer sulla vita
  2. L'arte come via di liberazione
  3. Il ruolo unico della musica
  4. La musica come espressione della volontà
  5. Il genio musicale e il "velo di Maya"
  6. Parallelismo tra musica e mondo
  7. Critica alla musica imitativa
  8. Strutture foniche e "Basso Fondamentale"
  9. Il ruolo del basso e del canto

La visione di Schopenhauer sulla vita

Emerge chiaramente come per Schopenhauer la vita sia sostanzialmente dolore, al di là di qualsiasi apparenza ingannevole.

Studiando e facendo propri saggi orientali e scritti della tradizione indiana, il filosofo afferma che l’esistenza, a seconda del dolore che la forma, risulta una realtà che si impara poco per volta a non volerla. Ma il sistema schopenhauriano rifiuta il suicidio poiché è un atto di profonda affermazione della Volontà di Vivere e sopprime solo una manifestazione fenomenica di esso, lasciandolo, però, intatto.

L'arte come via di liberazione

Quindi Schopenhauer trova la risposta al dolore del mondo con la liberazione della stessa Volontà di Vivere, identificando delle vie di liberazione da essa. Una di queste vie è l’arte, come vari gradi di oggettivazione della Volontà. L’arte è vista come possibilità di contemplazione dei vari gradi di oggettivazione, per squarciare il velo di Maya del mondo, attraverso l oggettivazione di quella che è l’unica vera realtà, la Volontà.

Il ruolo unico della musica

Il filosofo, tra le varie arti, riserva uno spazio particolare alla musica, la quale si distingue dalle altre arti poiché in essa non è più rintracciabile nessun riferimento al mondo empirico e il suo linguaggio è universale.

La musica come espressione della volontà

[…]La musica, dunque, non è affatto, come le altre arti, l’immagine delle idee, ma è invece immagine della volontà stessa, della quale anche le idee sono oggettità: perciò l’effetto della musica è tanto piú potente e penetrante di quello delle altre arti: perché queste esprimono solo l’ombra, mentre essa esprime l’essenza. (A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, I, 52)

Il genio musicale e il "velo di Maya"

La musica,quindi occupa un posto a sé poiché costituisce non rappresentazione delle idee, ma della stessa Volontà. Quindi se le altre arti oggettivano la Volontà in modo mediato, la musica lo fa in modo immediato. La musica è al di sopra di tutto e Schopenhauer identifica il genio come solo rappresentante dell’espressione del linguaggio musicale poiché è il solo che può andare oltre il “velo di Maya” catturando l’essenza della realtà, ovvero la Volontà. Il filosofo dice anche che per poter parlare di musica ci si potrà servire di metafore poiché le idee e la musica non hanno lo stesso livello di oggettivazione.

Parallelismo tra musica e mondo

Così facendo, Schopenhauer da vita ad un parallelismo tra musica e mondo vedendo il secondo come lo svolgersi fenomenico del primo, accostandoli cosi da sembrare “due diverse espressioni della cosa stessa” e continua dicendo che se si potesse tradurre in concetti la musica, sarebbe sufficiente per spiegare i concetti del mondo. Le infinite melodie che si possono comporre, con l accostamento di note, sono il modo per esprimere tutte le manifestazioni della volontà, tutte le infinite sfumature dell’uomo. Quindi la musica è la manifestazione dell’essenza più profonda del mondo, mentre la filosofia è una riproduzione parziale. Le stesse proporzioni musicali sono analoghe a quelle dell’ essenza del mondo. Noi, attraverso l’ascolto, cogliamo le proporzioni dei suoni anche senza uno studio della base musicale stessa. Ciò deriva dalla capacità della musica di penetrare nell’ essenza del mondo, ossia la volontà.

Critica alla musica imitativa

Continua il filosofo con una critica alla musica imitativa, ossia una composizione creata dall’ intelletto e da studi matematici (come le composizioni di Beethoven), a favore di una melodia scaturita senza mediazioni della ragione.

Strutture foniche e "Basso Fondamentale"

Il filosofo, così, da inizio ad uno studio delle strutture foniche della musica stessa accostando ai suoni caratteristiche ben precise. I suoni acuti e rapidi bisogna considerarli come creazioni di vibrazioni di suoni bassi e profondi (concetto di “Basso Fondamentale”).

Il ruolo del basso e del canto

Il basso è il suono che si muove più pesantemente e non è altro, per Schopenhauer, che la rappresentazione della forza bruta, il peso della materia, quindi non dovrebbe svolgere un lavoro propriamente melodico, poiché il movimento è caratterizzato da una forma naturale più evoluta che solo lo strumento principale può rappresentare. Ma come la materia costituisce il sostegno del mondo, cosi il basso costituisce il sostegno fondamentale dei vari livelli di tonalità. Il canto, di conseguenza, è una prerogativa delle voci acute. La musica deve assolutamente evitare di rimanere ferma al tono fondamentale, che rappresenta la materia, poiché genererebbe la noia. Infine Schopenhauer vede il testo di una canzone come un ritorno ad una musica imitativa poiché il testo cerca di far esprimere la musica in un linguaggio non suo. Infatti la musica parla un “linguaggio universale”, mentre le lingue degli uomini che formano il testo di una canzone sono limitate, limitando, così, anche la melodia stessa.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Schopenhauer sulla vita e il dolore?
  2. Schopenhauer vede la vita come essenzialmente dolore, una realtà che si impara a non volere, rifiutando il suicidio come soluzione poiché afferma la Volontà di Vivere.

  3. Come Schopenhauer propone di liberarsi dal dolore del mondo?
  4. Schopenhauer suggerisce la liberazione dalla Volontà di Vivere attraverso l'arte, che permette di contemplare la vera realtà, la Volontà, superando il "velo di Maya".

  5. Qual è il ruolo della musica secondo Schopenhauer?
  6. La musica, per Schopenhauer, è l'immagine diretta della Volontà, più potente delle altre arti poiché esprime l'essenza stessa, non solo l'ombra delle idee.

  7. Come Schopenhauer distingue la musica dalle altre arti?
  8. Schopenhauer distingue la musica come un'espressione immediata della Volontà, mentre le altre arti la oggettivano in modo mediato, rendendo la musica superiore.

  9. Qual è la critica di Schopenhauer alla musica imitativa?
  10. Schopenhauer critica la musica imitativa, creata dall'intelletto e da studi matematici, preferendo una melodia che scaturisce senza mediazioni della ragione.

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