silvia.vallenari
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Concetti Chiave

  • Schopenhauer critica fortemente l'idealismo, definendolo ingannevole e irrazionale, e sostiene che la realtà fenomenologica è solo un'illusione.
  • Per Schopenhauer, la volontà è l'essenza della realtà e tutto è manifestazione di essa, negando l'esistenza della materia e delle distinzioni tra individuo e collettività.
  • La conoscenza fenomenica è illusoria; solo attraverso l'esperienza interiore e l'intuizione filosofica si può accedere a una conoscenza autentica.
  • Schopenhauer introduce una visione pessimistica della vita, ritenendola priva di valore e fonte di sofferenza, con il dolore come unico sentimento autentico.
  • Propone la moralità, l'arte e l'ascetismo come vie per superare il pessimismo, con la musica come espressione più pura della realtà irrazionale.

Critica all'idealismo: gli idealisti vengono considerati ingannatori. Si ha una definizione irrazionalistica, perché più decisa come critica. Le opposizioni hanno una funzione distruttiva della realtà. Ha uno stile che non ha niente di quello tedesco. Il suo irrazionalismo è sia ontologico che gnoseologico, per lui un procedimento logico è errato perché porta a una realtà fenomenologica. Per lui c'è un mezzo per arrivare alla realtà sollevando il “velo di maglia”.

È totale, è completo quando si riferisce alla realtà ma anche ai procedimenti attraverso il quale si arriva alla realtà. Era l'unico filosofo occidentale che conosceva benissimo quello orientale, questo attingere a due fonti provoca parecchie contraddizioni nella sua filosofia.
Critica alla metafisica idealista: per Kant non si può andare oltre alla fenomenologia, che per lui significa illusoria, mentre considera che si può andare oltre quest'ultima. Il pensiero logico dà una visione distorta della realtà; dice che le forme interpretative della realtà sono: spazio, tempo e causa. Forme intellettive ricavate dall'esperienza (astrazione dell'esperienza) strumenti usati dall'intelletto (cervello) e questo fenomenizza le forme a priori, visione deterministica; queste forme ci danno la visione del mondo non come è ma come appare. Per Schopenauer tutto è volontà. Il pensiero logico usa questi strumenti fondamentali e questo uso non ci permette una conoscenza genuina della realtà, ma una fenomenologia (per Schopenauer significa illusione).
L'uomo è un organismo visto fenomenicamente, funziona secondo certe leggi. L'uomo si muove in una certa direzione, questo fatto visto fenomenicamente vede come movimento del mio braccio che ha come effetto lo spostamento di un oggetto. Ma in effetti questo fatto è volontà di muovere il braccio, la vera realtà è volontà di prendere l'oggetto.
La vera essenza della realtà è la volontà di esistere e di operare in conseguenza. Come rappresentazione in modo diverso. Schopenauer è il più pessimista di tutti, per lui la vita non ha nessun valore e bisogna rifiutarla, però non in modo attivo. Per lui la volontà è una sola, anche se apparentemente sembra divisa, non c'è una distinzione fondata tra il me e il tu. Il vittorioso infatti non è soddisfatto ma ha il rimorso. In quanto la volontà affonda denti nella propria carne. Voler vivere è contraddittorio è peccaminoso per questo bisogna pensare di non voler vivere, infatti Schopenauer pensa di essere schiavo della volontà di voler vivere e non può rifiutarsi. La vita è dolore e sofferenza continua. La gioia non esiste. Gli urti inevitabili si risolvono in una diminuzione progressiva della realtà. Schopenauer mette in luce una dimensione a cui la filosofia di tutti i tempi non ha alcuna importanza. Anche procreare è peccato perché mettiamo al mondo persone che sono costrette a vivere. Nega il pensiero logico razionale, non è l'intelletto che aiuta ma usare un procedimento intuitivo non razionale. È un filosofo che ha aperto orizzonti nuovi. La volontà è libera e soggetta a nessuna legge per quanto sia vuoto nel suo significato. Per lui non esiste materia ma solo volontà, per Schopenauer le forme conoscitive, sono forme dell'intelletto. Quindi se tutto è volontà non c'è distinzione tra vita e morte. Le opposizioni di urti sono solo apparenti. Il razionalismo e il liberalismo queste due dimensioni sono fortemente legate tra loro.

Illusorietà del mondo fenomenico

Critica al metodo: per gli idealisti è a priori, per Schopenauer è a posteriori (con l'esperienza, ma quella interiore) perché sola con l'esperienza interiore (intuizione filosofica) si riesce a raggiungere una vera conoscenza.
La conoscenza esterna è illusoria, ci da una visione del mondo illusoria.
Critica il metodo che è a priori, mentre invece per lui deve essere a posteriori, sulla base di dati sperimentali e l'esperienza per arrivare ad una vera conoscenza. Mentre per Kant lo spazio tempo e causa sono forme a posteriori, per Schopenauer sono attrazione concreta della realtà, sono anch'esse chiamate dall'esperienza ed utilizzate dall'intelletto umano che fenomenizza la realtà. Le forme intellettive anch'esso sono astrazione concrete della realtà. I dati vengono inquadrati nello spazio, nel tempo e nel rapporto causa – effetto.

Realtà precoscenziale è la Concezione della natura (é una concezione razionale)

Non ci sono tante differenze da Hegel o Schelling, ma prendono una via diversa.
L'organica è l'ultima tappa del momento naturale.
1) Prima ci sono i fenomeni più grossolani, più lontani della coscienza: la meccanica, la fisica, la mineralogia.
2) Poi fenomeni più complessi, si avvicina alla conoscenza: magnetismo, elettrizzazione. Infine compare il cervello. Tutto ciò è fenomeno, la descrizione della realtà è fenomenica, anche arrivando all'uomo, la conoscenza a cui si giunge è illusoria, fenomenica.
Gli animali e l'uomo hanno una conoscenza fenomenica.
Differenza da Kant:
Attraverso l'intuizione filosofica si può giungere alla realtà. es. io posso osservarmi dall'esterno, mi posso collocare nello spazio ecc., ma io sono volontà, un individuo che vuole vivere , ma questo succede se io non mi guardo dall'esterno, io posso capire chi sono e chi sono gli altri, io sono volontà.
Questa volontà è incosciente, peccaminosa, perché un essere per vivere deve arrecare danno agli altri esseri, ma facendo ciò, io arreco danno a me stesso perché facciamo tutti parte di una sola volontà. L'unico sentimento dell'essere vivente è il dolore. La lotta è un peccato mortale che si paga con il dolore. L'essere per vivere deve soffrire. La vita è peccato. Questa purtroppo è la vita in sé di Kant. La vita non ha nessun valore, deve essere rinnegata. Questa è la verità filosofica per eccellenza (puro pessimismo).
Quale creatura può percepire questo? Solo l'uomo può guardarsi dall'interno e di neutralizzare le illusioni della conoscenza intellettivo.
Critica all'ottimismo hegeliano. Secondo Schopenauer si può uscire da questa condizione così pessimistica con la : moralità, arte, ascetismo. C'è la via per uscire da questa posizione, situazione.
La fenomenizzazione del mondo avviene a tre livelli: (sono errate). Non sono i momenti della natura, ma sono diverse interpretazioni della natura, sono erronei. Non ha nessun valore perché sono poggiate sulle forme che danno una fenomenologia del mondo. Principi di individuazione, come faccio io a distinguermi dagli altri? Con lo spazio, tempo, causa. es. io sono lontano da un altro essere e dunque mi distinguo da esso.
Valore di individualità: la volontà è una. La volontà si scinde apparentemente in spazio, tempo, causa ( 3 forme interpretative della realtà, forme dell'intelletto).
La via per convertirsi dalla volontà alla 1) moralità, 2) arte, 3) ascetismo. La volontà si divide in tre parti.
1) che cos'è? Nella moralità cade l'illusione che noi siamo distinti tra di noi, che raggiunge questo dato capisce che l'individualità è illusoria. Nella moralità si afferma questa idea. Che cosa fa il filantropo, l'altruista? Io sacrifico qualcosa di mio per darlo agli altri. Nella moralità raggiungiamo la “pietà”. Quel sentimento che ci fa capire che stiamo tutti sulla stessa barca.
Apparentemente siamo distinti, ma facciamo parte di una unità, per cui ogni cambiamento riguarda tutti. Il filantropo aiutando gli altri a vivere, li aiuta a morire, perché vivere significa soffrire, dunque li aiuta a soffrire di più. Se vogliamo risolvere il problema, non dobbiamo aiutare gli altri a vivere. Il filantropo cura l'effetto ma non la causa, il problema rimane, dunque sbaglia, perché aiuta a soffrire.
2) In tutte le sue espressioni è la musica, che ci fa fare un'altro passo avanti. L'artista è colui che nel periodo “meditazione” riesce a staccarsi dal mondo. Ma gli artisti sono pochi e solo in pochi momenti l'arte ci sottrae dalla vita (esco dalla vita).
La musica, la volontà comincia così a perdere a livello ideale. Ci fa cogliere le prime manifestazioni, cioè le idee. Raggiungiamo questo stadio più alto con la musica. Per Schopenauer la musica va direttamente al cuore, è un linguaggio inarticolato asemantico.
La realtà è irrazionale e dunque solo con un linguaggio irrazionale, la musica, si può intuire la realtà. La musica entra nel cuore.
3) L'ascetico esce piano piano dalla vita, si estranea. Parlando e pensando sempre di meno. Soltanto così io rientro a poco a poco “nel nolentas”. Il concetto orientale di Nirvana. Annullare la propria personalità è il mezzo per raggiungere questa nolontà, la fine di tutte le cose. È come una goccia che si fonde nell'oceano.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica principale di Schopenhauer all'idealismo?
  2. Schopenhauer critica l'idealismo definendolo ingannevole e irrazionalistico, sostenendo che le opposizioni distruggono la realtà e che il pensiero logico offre una visione distorta del mondo.

  3. Come Schopenhauer vede la realtà e la volontà?
  4. Per Schopenhauer, la vera essenza della realtà è la volontà di esistere e operare. Egli considera la volontà come un'entità unica e indivisibile, e la vita come priva di valore, caratterizzata da dolore e sofferenza.

  5. In che modo Schopenhauer critica il metodo conoscitivo degli idealisti?
  6. Schopenhauer critica il metodo a priori degli idealisti, sostenendo che la vera conoscenza si ottiene attraverso l'esperienza interiore e l'intuizione filosofica, piuttosto che attraverso forme intellettive astratte.

  7. Qual è la visione di Schopenhauer sulla vita e sull'esistenza?
  8. Schopenhauer vede la vita come un peccato e una fonte di sofferenza continua. Egli crede che la volontà di vivere sia contraddittoria e peccaminosa, e che la vita debba essere rinnegata.

  9. Quali sono le vie proposte da Schopenhauer per uscire dalla condizione pessimistica della vita?
  10. Schopenhauer propone la moralità, l'arte e l'ascetismo come vie per uscire dalla condizione pessimistica della vita, suggerendo che queste pratiche possono aiutare a superare l'illusione dell'individualità e a raggiungere una comprensione più profonda della realtà.

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