Concetti Chiave
- Schelling, nato a Leonberg, studiò teologia, scienze naturali e matematica; fu amico di Hegel e Fichte e collaborò con Goethe e Fichte.
- Criticò l'idea di Fichte della subordinazione della natura all'io, sviluppando il concetto di unità differenziata tra io e non-io.
- Nell'arte, Schelling vide la massima espressione dello spirito, dove coesistono razionalità e irrazionalità.
- Nel 1804, Schelling esplorò l'assoluto come identificazione di Dio, rifiutando teorie creazioniste e abbracciando il platonismo.
- Le conferenze di Herlanghen rivisitarono la mitologia come manifestazione dell'assoluto e esplorarono la conoscenza dei fenomeni rispetto alle cause.
Indice
Vita di Friederich Schelling
Egli nasce a Leonberg e studia sia teologia che scienze naturali e matematica. Fu molto amico di Hegel e Fichte tant’è che nel 1798 con l’aiuto di Goethe diventa collaboratore di Fichte (in questo periodo stava uscendo la rivista Athenaeum).
Fichte insegna in varie università come a Iena, prendendo il posto di Fichte e a Monaco.
Filosofia di Schelling
Schelling riprende in parte le posizioni di Fichte ma critica l’idea che la natura (il non-io) sia subordinata all’io e non vede come sia possibile che qualcosa di assoluto come l’io non contenga tutta la realtà, infatti all’inizio vi è solo l’io che pone sé. Egli allora inizializza il concetto di unità differenziata. Ovvero l’assoluto come unione paritaria di io e non-io e cosi egli crea due strade diverse:
1)Fisica speculativa: vuole definire il processo per il quale lo spirito deriva dalla natura (natura come spiritualità inconscia)
Egli spiega che la natura è permeata da una spiritualità inconscia e critica perciò la scienza classica che vuole capire la natura fondando le sue leggi solo su materia e movimento. Conclude spiegando che questo spirito inconscio cerca di diventare conscio e ci riesce con l’uomo 2)Idealismo trascendentale :cerca di ricavare la natura dallo spirito (spirito come natura incosciente).
Nell’idealismo trascendentale egli cerca di capire il processo di formazione della coscienza dividendo lo sviluppo in due parti
a)Livello conoscitivo: sensazione-intuizione-riflessione-volontà b)Livello storico-pratico: divide la storia in tre ere; destino-necessità- provvidenza. La prima era, quella del destino, è caratterizzata da forze che non si possono controllare, la seconda invece si caratterizza dalla legge ed dalla sua oggettività mentre l’ultima è soggettiva poiché consiste nell’idea che dietro all’assoluto vi sia un soggetto.
Schelling spiega quindi che l’umanità si conosce nell’infinito processo storico che è permeato da fini incomprensibili a cui tutte le azioni degli uomini sono dirette (anche se ci sembra di fare la nostra volontà in realtà stiamo compiendo la volontà dell’assoluto). Schelling abbandona l’idea quindi che la storia sia fatta dalle volontà dei singoli ma bensì dalla specie che è espressione e manifestazione dell’assoluto.
Arte di Schelling
Schelling ritiene l’arte la massima espressione dello sviluppo dello spirito poiché nell’arte vi saranno sempre le due espressioni dello spirito, quella conscia (razionalità) e quella inconscia (irrazionalità). L’arte perciò è quell’opera in cui entrambi questi aspetti possono coesistere.
Esposizione del mio pensiero filosofico
In questa opera del 1801, schelling modifica in parte il suo pensiero passando da assoluto come unità differenziata ad assoluto come unità indifferenziata (unione di io e non io, in cui essi non si limitano a vicenda)
Filosofia e religione
In questa opera del 1804 schelling parla dell’assoluto come identificazione del dio trascendente. Egli vuole spiegare come il finito derivi dall’infinito e per prima cosa rifiuta teorie creazioniste e di emanazionismo. Ricorre perciò al platonismo, secondo Schelling l’assoluto crea solo le idee delle cose finite, poi le cose concrete non sono altro che una decadenza delle idee per una colpa insita nel finito. Questa colpa causa la separazione degli esseri originati e dio. Vi è però un momento di massimo allontanamento da dio dopo il quale ricomincia il processo di ritorno a dio. Infine schelling spiega che dio stesso è una contraddizione tra conscio e inconscio che cerca di conoscersi attraverso il processo storico, di riappropriarsi di se. La storia diventa perciò realizzazione di dio.
Conferenze di Herlanghen
Opera postuma in cui si spiega come l’uomo cosca i fenomeni ma non le cause e in cui viene rivalutata la mitologia antica come religione naturale e manifestazione dell’assoluto che cerca di conoscersi
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i principali contributi di Schelling alla filosofia?
- Come Schelling vede l'arte nel contesto dello sviluppo dello spirito?
- In che modo Schelling collega filosofia e religione?
- Qual è la visione di Schelling sulla storia e la volontà umana?
- Cosa si discute nelle "Conferenze di Herlanghen"?
Schelling ha sviluppato il concetto di unità differenziata tra io e non-io, criticando l'idea di Fichte che la natura sia subordinata all'io. Ha introdotto la fisica speculativa e l'idealismo trascendentale, esplorando il rapporto tra spirito e natura.
Schelling considera l'arte la massima espressione dello spirito, poiché unisce razionalità e irrazionalità, permettendo la coesistenza di espressioni consce e inconsce dello spirito.
Schelling identifica l'assoluto con un dio trascendente, rifiutando teorie creazioniste. Egli vede la storia come un processo di ritorno a dio, dove il finito deriva dall'infinito e la storia diventa la realizzazione di dio.
Schelling crede che la storia non sia guidata dalle volontà individuali, ma dalla specie come manifestazione dell'assoluto. L'umanità si conosce attraverso un processo storico infinito, diretto da fini incomprensibili.
Nelle "Conferenze di Herlanghen", Schelling esplora come l'uomo conosca i fenomeni ma non le cause, rivalutando la mitologia antica come una manifestazione dell'assoluto che cerca di conoscersi.