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Concetti Chiave

  • Schelling è spesso considerato un filosofo minore rispetto a Fichte e Hegel, ma il suo contributo alla filosofia della natura è significativo e distintivo.
  • Il periodo tra il 1787 e il 1831 è cruciale nella filosofia, con il criticismo kantiano e l'idealismo che influenzano profondamente il pensiero di Schelling.
  • Schelling è associato al romanticismo, sottolineando l'emotività, l'individualità, e una visione della natura come un organismo animato e interconnesso.
  • La Naturphilosophie di Schelling considera natura e spirito come parti di un processo vitale comune, sfidando la separazione tra soggetto e oggetto.
  • Nel rispondere alle critiche di Hegel, Schelling esplora il conflitto tra bene e male, ponendo la malinconia primordiale come base della creazione e della diversità.

Indice

  1. Schelling nella storia della filosofia
  2. Il contesto filosofico dell'epoca
  3. Il romanticismo e Schelling
  4. Schelling e i suoi contemporanei
  5. La filosofia della natura di Schelling
  6. Critiche e risposte di Schelling

Schelling nella storia della filosofia

Schelling è perlopiù passato alla storia della filosofia come una figura sbiadita, schiacciata tra i ben più ingombranti Fichte e Hegel. Questo trattamento ingeneroso offusca il ricordo del suo contributo eccentrico e visionario alla filosofia della natura, nient’affatto riducibile allo statuto di parentesi.

Il contesto filosofico dell'epoca

Gli anni fra il 1787 (pubblicazione della Critica della ragion pura di Kant) e il 1831 (morte di Hegel) sono tra i più importanti di tutta la storia della filosofia. A quei pochi decenni appartengono sia il criticismo kantiano sia l’idealismo. Il primo ha inaugurato il punto di vista trascendentale in filosofia, spostando l’attenzione dal cosa al come della conoscenza; il secondo ha approfondito le tesi di Kant estremizzandone il soggettivismo e il razionalismo.

Il romanticismo e Schelling

Coevo dell’età classica della filosofia tedesca è il romanticismo, iniziato in Germania e poi diffuso in molti paesi d’Europa. Alcuni degli elementi che accomunavano i romantici (poeti, letterati e filosofi – tra i quali Schelling) sono:

• la valorizzazione dell’emotività e del sentimento, accanto o in opposizione alla ragione;

• e dunque dell’interiorità, dell’individualità e del genio artistico creativo;

• la passione per l’infinito;

• una forma di panteismo;

• la concezione della natura come totalità animata, un grande organismo in cui le parti sono finalisticamente orientata al tutto.

Di solito si considerano Fichte, Schelling e Hegel come i tre filosofi dell’idealismo tedesco. Hegel avrebbe sintetizzato nel suo sistema l’idealismo soggettivo di Fichte e quello oggettivo di Schelling. Schelling, però, con la sua concezione della natura, è anche un filosofo romantico, tanto che si può considerare la sua opera come il confine fra l’idealismo e il romanticismo.

Schelling e i suoi contemporanei

La maggior parte dei protagonisti di quell’esplosiva stagione filosofica si conoscevano personalmente. Schelling e Hölderlin andavano a scuola insieme fin da bambini ed entrambi successivamente conobbero Hegel in collegio a Tubinga.

Dopo il collegio, Schelling viaggiò per alcuni anni fermandosi a Stoccarda, Lipsia e Weimar. Conobbe Goethe e soprattutto Fichte, dal quale rimase affascinato e al quale si ispirano i suoi scritti giovanili, ma che in seguito Schelling criticò duramente.

La carriera universitaria di Schelling iniziò a Jena, dove ottenne una cattedra nel 1798. In quegli anni, a Jena si riuniva un circolo romantico, di cui Schelling faceva parte insieme ai fratelli Schlegel, Tieck, Novalis e altri.

Tale periodo di intensa frequentazione dei filosofi e letterati suoi contemporanei, però, finì presto. A Jena si innamorò di Caroline Michaelis, moglie di Friedrich Schlegel, che lasciò il marito e sposò Schelling nel 1803. Questo e altri avvenimenti incrinarono i suoi rapporti con il gruppo.

Tra il 1803 e il 1806 insegnò a Würzburg e poi si trasferì a Monaco. Caroline morì improvvisamente e per Schelling iniziarono anni difficili, di allontanamento dall’Università e di sempre maggior solitudine. Anche se ottenne diversi riconoscimenti (come la nomina a Presidente dell’Accademia delle Scienze di Monaco) la sua posizione era oscurata dal grande successo di Hegel. In questa seconda fase della sua vita, Schelling pubblicò pochissimo e anche le sue lezioni, quando tornò a insegnare all’Università di Berlino, erano sempre meno frequentate.

La filosofia della natura di Schelling

La natura è l’argomento principale della filosofia di Schelling. Natura che era al centro del dibattito filosofico dalla rivoluzione scientifica del Seicento e dalla nascita del meccanicismo. Se la natura del meccanicismo era un insieme di corpi che si muovevano secondo leggi generali, Schelling intende la natura alla maniera del romanticismo come una totalità animata e intrinsecamente creativa.

Contro Fichte – al quale pure inizialmente si era ispirato – e contro Descartes, Schelling ricompone la frattura fra soggetto e oggetto e fra spirito e natura. Fichte considerava la natura come correlato dell’io, come non-io posto dall’io e descriveva l’incontro tra i due come “urto”. Schelling, al contrario, considera natura e coscienza come assolutamente omogenee, rifiutando qualsiasi distinzione gerarchica fra le due.

Il termine Naturphilosophie indica la filosofia romantica della natura, di cui Schelling è stato uno dei principali rappresentanti. La natura, secondo Schelling, è una totalità animata. La natura coincide con la vita e la vita è attività, continuo movimento. Natura e spirito sono entrambi parte di un comune processo vitale.

Critiche e risposte di Schelling

Se natura, spirito e Assoluto coincidono, che fine fanno le differenze, le opposizioni, il male e la libertà umana? Con una metafora celeberrima, Hegel critica Schelling proprio su questo punto nella Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito: «spacciare il proprio Assoluto per la notte nella quale […] tutte le vacche sono nere […] non è altro che l’ingenuità di una coscienza vacua». La notte in cui tutte le vacche sono nere è metafora di un Assoluto inteso come ciò che è massimamente indifferenziato e indeterminato.

Schelling affronta i problemi posti dalla sua filosofia della natura negli anni successivi al suo trasferimento a Monaco. Nelle Ricerche filosofiche sull’essenza della libertà umana (1809), che è tra le sue opere più note, scrive che la vita (e dunque la natura e lo spirito) è sempre attraversata dal conflitto, che non c’è in essa bene senza che ci sia il male. Si tratta di un tentativo di rispondere alle critiche di Hegel.

A fondamento della lotta fra bene e male e dell’unione di spirito e natura, Schelling pone la malinconia. Si tratta di una malinconia primordiale, non un’umana condizione di depressione, ma un’universale fondo oscuro e indifferenziato dal quale Dio, con un atto di libertà, ha creato la vita e quindi le differenze.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contributo principale di Schelling alla filosofia?
  2. Schelling è noto per il suo contributo eccentrico e visionario alla filosofia della natura, che non può essere ridotto a una semplice parentesi storica.

  3. Come si colloca Schelling rispetto all'idealismo tedesco e al romanticismo?
  4. Schelling è considerato un filosofo dell'idealismo tedesco, ma la sua concezione della natura lo rende anche un filosofo romantico, posizionando la sua opera al confine tra idealismo e romanticismo.

  5. Qual è la visione di Schelling sulla natura?
  6. Schelling vede la natura come una totalità animata e intrinsecamente creativa, in contrasto con la visione meccanicistica, e considera natura e coscienza come omogenee.

  7. Come risponde Schelling alle critiche di Hegel riguardo alla sua filosofia della natura?
  8. Schelling risponde alle critiche di Hegel affrontando il conflitto tra bene e male nella sua opera "Ricerche filosofiche sull’essenza della libertà umana", dove introduce il concetto di malinconia primordiale.

  9. Quali eventi personali influenzarono la carriera di Schelling?
  10. La carriera di Schelling fu influenzata da eventi personali come il matrimonio con Caroline Michaelis e la sua successiva morte, che portarono a un periodo di solitudine e allontanamento dall'Università.

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