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Concetti Chiave

  • L'arte, secondo Schelling, è il mezzo attraverso cui l'Assoluto si rivela, superando la distinzione tra Spirito e Natura.
  • L'estetica viene reinterpretata da Schelling come strumento per cogliere il significato ultimo della realtà, non più come mera imitazione ma come creazione del genio.
  • La filosofia dell'identità di Schelling affronta la questione di come l'unità indifferenziata di natura e spirito possa dare origine al mondo finito.
  • Il finito è visto come il risultato di una caduta da un'unità originaria, con l'esistenza di un'originaria contrapposizione tra bene e male nel divino.
  • Schelling propone una filosofia positiva in cui la realtà è il risultato di un atto creatore di Dio, non necessariamente razionale, ma di pura volontà.

Indice

  1. L'arte come rivelazione dell'assoluto
  2. Il finito e la filosofia della religione

L'arte come rivelazione dell'assoluto

L’assoluto,in quanto è identità di Spirito e Natura non può essere oggetto di conoscenza,non può essere l’oggetto della filosofia. È l’arte il luogo in cui l’Assoluto viene colto o meglio si rivela. L’arte così diventa l’organo generale della filosofia. Pur partendo da una concezione dell’arte che era stata di Kant,Schelling da all'estetica un significato del tutto nuovo,facendone il mezzo per cogliere il senso ultimo della realtà. L’arte non è più imitazione ma è creazione che viene concepita come opera del genio creatore. Nell'arte si fondano la creazione cosciente,prodotto della libertà, e la creazione inconscia,prodotto della natura. Solo nell'arte e solo agli occhi degli artisti si rivela e si coglie l’identico,ciò che supera la distinzione fra Spirito e Natura.

Il finito e la filosofia della religione

Nella filosofia dell’identità resta aperto un interrogativo di fondo:come è possibile che da un’unità indifferenziata di natura e spirito possa sorgere il mondo del finito? E proprio il tema del finito costituisce la base della sua filosofia della religione. In essa il finito è concepito come il frutto di una caduta da una condizione originaria,di una rottura dell’identità. E questa non è tanto effetto del peccato originale,quanto della presenza,nel divino stesso,di un’originaria contrapposizione tra bene e male. Caos e ordine,male e bene vengono descritti in Dio con la metafora dell’oscurità e della luce,che esprime la stessa opposizione di inconscio e coscienza. Dio è talmente partecipe della vicenda umana da vivere anch'egli la passione e il dramma dell’esistenza. Schelling distingue la razionalità,come pura possibilità logica del reale,dall'esistenza effettiva della realtà stessa:egli sostiene,ora,una filosofia positiva,nella quale il reale viene concepito non come espressione della ragione,ma cm frutto di un atto creatore da parte di Dio,di un atto di volontà spogliato in ogni necessità razionale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'arte secondo Schelling nella filosofia dell'identità?
  2. Secondo Schelling, l'arte è il mezzo attraverso cui l'Assoluto si rivela, diventando l'organo generale della filosofia. L'arte non è più imitazione ma creazione, unendo creazione cosciente e inconscia, e permette di cogliere l'identità che supera la distinzione tra Spirito e Natura.

  3. Come Schelling interpreta il concetto di finito nella sua filosofia dell'identità?
  4. Schelling vede il finito come il risultato di una caduta da un'unità originaria di natura e spirito, una rottura dell'identità. Questo non è tanto effetto del peccato originale, ma della contrapposizione originaria tra bene e male presente nel divino stesso.

  5. In che modo Schelling distingue la razionalità dall'esistenza effettiva della realtà?
  6. Schelling distingue la razionalità come pura possibilità logica del reale dall'esistenza effettiva della realtà, sostenendo una filosofia positiva in cui il reale è concepito come frutto di un atto creatore di Dio, un atto di volontà privo di necessità razionale.

Domande e risposte

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