Concetti Chiave
- La ragione è vista come un'attività analitica autonoma, capace di osservare la realtà con certezza attraverso un metodo matematico.
- Considerata universale, la ragione non varia tra individui o popoli e non subisce evoluzione nel tempo.
- L'antitradizionalismo emerge come conseguenza della ragione, promuovendo la liberazione dagli errori e pregiudizi storici.
- Il cosmopolitismo è un'altra conseguenza, spingendo i popoli a superare diversità culturali e religiose per riconoscere un'uguaglianza basata sulla ragione comune.
- Il superamento delle differenze irrazionali è necessario per riscoprire l'autenticità della natura umana.
Il ruolo della ragione
La ragione, nella quale viene riposta la massima fiducia, è intesa come attività analitica che indaga, osserva, esamina la realtà con assoluta autonomia e in piena libertà, possedendo in se stessa il criterio della certezza. Il metodo seguito è quello matematico, la cui efficacia conoscitiva era già stata dimostrata dalla dottrina di Galileo Galilei.
Universalità della ragione
La ragione costituisce l'essenza della natura umana e per questo ha carattere universale perché ogni individuo la possiede. Pertanto essa è identica in tutti gli uomini e in tutti i popoli, in ogni tempo, e non ha subito alcuno sviluppo.
Conseguenze della ragione
Da queste premesse derivano due conseguenze: l'antitradizionalismo e il cosmopolitismo.
Occorre che l'uomo si liberi da tutto il gravoso peso degli errori e dei pregiudizi, accumulatisi via via attraverso i secoli, in particolare in età medievale, per ritrovare il suo stato di natura autentico e genuino. E' necessario, inoltre, che tutti i popoli superino le diversità di razza, di costumi, di tradizioni, di usi, di religione - tutti elementi irrazionali che provengono dalle fantasie, dalle passioni e dai sentimenti - affinché si possa davvero riconoscere la propria assoluta somiglianza, anzi, uguaglianza nel comune principio della ragione.