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Concetti Chiave

  • Kant sostiene che la ragione umana è in grado di generare una legge morale indipendentemente dall'esistenza di un Dio.
  • La moralità, secondo Kant, è una capacità della ragione condivisa da tutti gli esseri umani e non è soggettiva nel senso relativistico.
  • La distinzione tra sensibilità e ragione nell'uomo comporta un conflitto tra istinti e doveri morali percepiti come comandi.
  • La legge morale si manifesta come un imperativo, spingendo Kant ad analizzare le diverse tipologie di comandi e regole pratiche.
  • Kant distingue tra massime, regole soggettive per raggiungere scopi personali, e imperativi, che hanno valore universale.

Indice

  1. La ragione e la moralità secondo Kant
  2. Sensibilità e ragione nell'uomo
  3. La lotta tra istinto e dovere
  4. Analisi delle regole pratiche di Kant

La ragione e la moralità secondo Kant

Kant ha capito che la ragione è in grado da sé di produrre una legge morale. Altri filosofi ritengono invece che esista un Dio che l’ha imposta all’uomo. Nella concezione di Kant la moralità è quindi una capacità della ragione comune fra gli uomini. Ne deriva che, la moralità, come la conoscenza, sia legata al soggetto (non è soggettiva nel senso inteso da Protagora, ma nel senso che è posta dal soggetto).

Questa visione implica il fatto che una cosa sia buona in quanto ordinata dalla ragione.

Sensibilità e ragione nell'uomo

L’uomo è fatto sia di sensibilità (corpo) che di ragione. Infatti, quando suona la sveglia, la sensibilità mi spingerebbe a spegnarla e a rimettermi a dormire, tuttavia mi alzo e vado a scuola perché so che è la cosa giusta.

La lotta tra istinto e dovere

Ma, questa “cosa giusta” la avverto come un comando e non come un qualcosa di automatico: è come se dovessi fare una lotta con il mio istinto e con ciò che mi alletterebbe. In questa prospettiva la santità è la condizione di colui fa il bene quasi naturalmente.

Analisi delle regole pratiche di Kant

Andando a ribadire la legge morale si presenta come un imperativo, perciò, Kant, decide di fare un’analisi dei vari comandi, delle varie regole pratiche. Le distingue in:

massime: regole che ci si pongono soggettivamente, in quanto il nostro scopo è soggettivo. Per lo più, per raggiungere il medesimo scopo, si possono seguire regole diverse; ad esempio: per essere in forma si può mangiare sano oppure allenarsi spesso;

imperativi: valgono universalmente.

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