Concetti Chiave
- La riflessione teologica di Lutero critica la corruzione della Chiesa Cattolica, evidenziando la perdita di focalizzazione sui veri compiti cristiani, specialmente riguardo alle indulgenze.
- Lutero enfatizza la grazia divina come unico mezzo di salvezza, respingendo l'idea che le azioni umane o la Chiesa possano garantire la redenzione.
- Il concetto di predestinazione di Lutero, pur basandosi su Agostino, si distingue per la convinzione che la grazia sia concomitante con la salvezza e richieda una cooperazione umana.
- La dottrina di Lutero differisce dal Calvinismo, che promuove una predestinazione doppia, stimolando l'impegno individuale senza puntare all'acquisizione di meriti.
- Il Calvinismo, con la sua visione di predestinazione, è visto da Weber come promotore della mentalità borghese, mentre il marxismo lo considera un'espressione di società produttiva ed efficiente.
Indice
Riflessione teologica di Lutero
In questo appunto di filosofia si descrive la riflessione teologica di Martin Lutero, con analisi degli aspetti più importanti che la caratterizzano. Si descrivono anche i suoi sviluppi. Viene descritto anche il limite su cui si fonda questa dottrina di pensiero religiosa.
La Chiesa e la grazia
La riflessione teologica di Lutero nasce dalla constatazione di quella che è la realtà della Chiesa Cattolica. La Chiesa, è l’intermediaria fra l’uomo e Dio, attraverso la Chiesa si ottiene la salvezza. Il Pontefice non solo si trova a capo di un organismo ecclesiastico, ma è anche il sovrano di uno stato di discrete dimensioni. La Chiesa di questo periodo è senza dubbio un organismo corrotto che ha perso di vista i suoi compiti e soprattutto per quanto riguarda le indulgenze, finisce anche per travisare il messaggio cristiano. Ed è proprio questo il punto di partenza della riflessione teologica di Lutero, riflessione che nasce appunto da una problematica esistenziale.
Lutero vede come un dono la misericordia divina, e l’uomo pone la sua fiducia nella "sufficienza" della redenzione di Cristo. Dio è volontà, vita, azione e si rivela nel Verbum, ovvero Gesù Cristo. La Sacre Scritture sono la "norma" assoluta, ed al centro della Bibbia c’è Cristo. Dopo il peccato originale però la volontà dell’uomo non è più libera davanti a Dio. L’uomo è in un’irrimediabile condizione di peccato ed è quindi impotente. E’ proprio questo il punto centrale della riflessione teologica: dall’irrimediabile condizione di peccato, l’uomo si può salvare non con i suoi meriti (cioè con le sue azioni), ma solo per grazia divina, e su questo concetto s’integra la dottrina della predestinazione, già introdotta da Agostino. L’uomo, acquistando indulgenze, o entrando in convento negli ultimi anni della sua vita, non può ottenere la grazia, ma va anche precisato che neanche la Chiesa può concedergliela.
Predestinazione e grazia
Il "limite" su cui si fonda questa dottrina è quindi visto sotto due prospettive:
- da una parte l’impossibilità da parte dell’uomo di essere graziato;
- dall’altra parte anche l’impotenza della Chiesa;
La Chiesa, proprio per i suoi "connotati strutturali", per il fatto cioè di essere formata solo da uomini, non può concedere la grazia, si pensi poi ad una Chiesa che ha addirittura perduto i valori che ne sono alla base. Ed è quindi in questo contesto che in Lutero nasce la problematica esistenziale, ed egli afferma il principio di predestinazione.
Il concetto agostiniano di predestinazione non corrisponde con esattezza alla concezione di Lutero, ma la comprende. Si cercherà ora di illustrare l’evoluzione di questo concetto. Innanzitutto dobbiamo porci una domanda: la grazia, in relazione alla salvezza, è determinante o solo concomitante? Ci sono due interpretazioni: la grazia è determinante, è cioè Dio che conferendola o meno decide; oppure la grazia non è determinante nel senso che la sua concessione da parte di Dio, pur essendo necessaria alla salvezza non la determina, l’uomo deve anche "collaborare". In realtà non abbiamo risposto alla domanda iniziale, infatti le due risposte possono indurre ad ambedue le soluzioni.
Ambiguità di Agostino
Ma allora, posto che la grazia sia indispensabile in ogni caso, essa è concessa a tutti? Anche qui Agostino è ambiguo sostenendo che o è concessa a tutti come a tutti è concessa la possibilità di perdersi, oppure che è concessa solo ad alcuni. Ma perché Dio non concede a tutti la grazia? Agostino risponde: «mistero», e continua asserendo che, dal momento che la massa umana è formata solo da peccatori, concedendo la grazia ad alcuni Dio è buono, negandola ad altri è giusto. Comunque in Agostino c’è sempre un oscillazione fra tesi ambigue e contraddittorie, e questo porta anche ad una non completa ed esauriente risposta. Lutero invece è convinto che la grazia sia concomitante con la salvezza, e questo non comporta quindi una rassegnazione di fronte alla volontà divina, anzi spinge proprio a cercare quella cooperazione che porterà alla salvezza. Comunque, una vera "spinta" all’impegno si avrà nel Calvinismo. Quella di Lutero è infatti una tesi in un certo senso intermedia. Si parte dalla consapevolezza della irrimediabile condizione di peccato nella quale tutti si trovano, ed essa non è mutabile. Il famoso detto di Lutero «pecca molto, ma credi molto», ne è in sostanza la sintesi.
Calvinismo e predestinazione
Nel Calvinismo si passerà successivamente al concetto di predestinazione doppia, cioè alcuni sono destinati alla salvezza, altri no. La presenza dell’uomo in questo mondo è funzionale alla glorificazione di Dio, la "realtà" di ogni individuo è riconducibile al successo che questo ottiene nell’intraprendere le proprie attività; l’importante non è ciò che si compie, ma il successo che si ottiene ognuno per la propria "vocazione", e la riuscita di questa missione è "misura" della predestinazione. E’ palese che questa concezione di predestinazione doppia non è un aspettare supino il compiersi della volontà divina, anzi è uno stimolo verso l’impegno, ma non finalizzato ad acquistare meriti.
E’ proprio in quest’ottica che s’inserisce la tesi di Weber, che fa notare come il Calvinismo crei la mentalità borghese. Il marxismo ne vede invece l’espressione. E’ una società produttiva ed efficiente, democratica ma con un principio di autogestione, ed è totalitaria, cioè non sono ammesse eccezioni. Questo è uno dei dilemmi con i quali la civiltà giuridica dovrà confrontarsi. L’interesse della comunità è promuovere la libertà dell’individuo (già tema umanista). Nella visione aristocratica, ciò che conta è la famiglia, famiglia che prevale sull’individuo, ma qui il rapporto è proprio rovesciato.
Domande da interrogazione
- Qual è il punto di partenza della riflessione teologica di Martin Lutero?
- Qual è il "limite" su cui si fonda la dottrina di Lutero?
- Come si differenzia la concezione di predestinazione di Lutero da quella di Agostino?
- Qual è l'evoluzione del concetto di predestinazione nel Calvinismo rispetto a Lutero?
- Come si collega la tesi di Weber al Calvinismo e alla società moderna?
La riflessione teologica di Lutero parte dalla constatazione della corruzione della Chiesa Cattolica, in particolare riguardo alle indulgenze, e dalla necessità di ritrovare il vero messaggio cristiano basato sulla misericordia divina e la sufficienza della redenzione di Cristo.
Il "limite" della dottrina di Lutero si basa sull'impossibilità dell'uomo di ottenere la grazia attraverso i propri meriti e sull'impotenza della Chiesa di concederla, poiché la grazia è un dono divino.
La concezione di predestinazione di Lutero si differenzia da quella di Agostino in quanto Lutero vede la grazia come concomitante con la salvezza, spingendo l'uomo a cercare la cooperazione con la volontà divina, mentre Agostino presenta tesi ambigue e contraddittorie.
Nel Calvinismo, il concetto di predestinazione evolve in una "predestinazione doppia", dove alcuni sono destinati alla salvezza e altri no, e la riuscita nelle proprie attività diventa una misura della predestinazione, stimolando l'impegno senza finalità di merito.
La tesi di Weber collega il Calvinismo alla creazione della mentalità borghese, evidenziando una società produttiva, efficiente e democratica, con un principio di autogestione, che promuove la libertà dell'individuo e si confronta con i dilemmi della civiltà giuridica.