Concetti Chiave
- Dal Cinquecento, filosofi come Machiavelli iniziano a separare la ragione dalla religione e dalla morale, proponendo una politica indipendente.
- Artisti del periodo come Michelangelo e scrittori come Pietro Aretino sfidano la morale con opere provocatorie, anticipando il conflitto tra arte e tradizione.
- Nel Seicento, scienziati come Galilei e Cartesio promuovono una ragione infallibile, accettando la metafisica ma difendendo l'autonomia intellettuale.
- Hobbes, influenzato dall'occamismo, limita la ragione ai domini umani come politica ed etica, escludendo il soprannaturale.
- Kant nel Settecento esorta all'uso autonomo della ragione con il motto "Sapere aude", incoraggiando l'indipendenza da influenze religiose.
Lotta per la ragione
Da Galilei in poi ci sono stati filosofi che hanno usato la ragione senza tenere in conto la Chiesa e il sapere tradizionale. C’è stata quindi una lotta contro la religione, la morale, l’autorità. Anche la morale ferma il progredire della ragione (es. manipolazione genetica odierna). Machiavelli parla già di andare contro i principi morali (“Il fine giustifica i mezzi”). La lotta della ragione inizia quindi già nel Cinquecento.
Con Machiavelli c’è infatti l’idea di una politica staccata dalla religione e dalla morale.In questo periodo si verificano le prime avvisaglie di questa lotta anche in ambito artistico. Per esempio Michelangelo sfida la morale dell’epoca disegnando dei nudi. Un altro personaggio fu Pietro Aretino che scrisse i “Sonetti sui XVI modi”.
Nel Seicento in ambito scientifico alla lotta della ragione ci arrivano Galilei e Cartesio. Entrambi non arrivarono a mettere in dubbio la religione. Lottano per la ragione, ma non condannano la visione religiosa. Accettano quindi anche la metafisica. Entrambi, inoltre, lottano per una ragione infallibile. è uno strumento infallibile. Cartesio vede la ragione come un potente strumento, che tutti abbiamo, ma ognuno lo usa in modo diverso. Per Galilei, invece, quando riusciamo a scoprire una formula, questa è la stessa che Dio ha intesta e che ha usato per creare il mondo. Da questo si capisce come la ragione per lui fosse infallibile.
Hobbes lotta in ambito politico per la ragione. Va contro la religione. Ci dice come deve essere lo Stato ideale. Si tratta di una lotta diversa da quella di Galilei e Cartesio, perché Hobbes abbandona la metafisica e la religione. Questo deriva dal fatto che, trovandosi in Inghilterra, viene influenzato dall’occamismo. Per lui la ragione è limitata a certi ambiti, non è infallibile. Si limita allo studio della politica e dell’etica, studia solamente cose che riguardano l’uomo e le sue creazioni. Riguarda solo l’ambito uomo. Non può investigare Dio e l’anima.
Kant nel Settecento lotta per l’autonomia della ragione in tutti gli ambiti. Ci ha lasciato il motto “Sapere aude”. Con questo vuole dirci che dobbiamo usare la ragione senza farci influenzare dalla religione o da altro.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'influenza di Machiavelli sulla lotta per la ragione?
- Come si differenzia la visione di Hobbes rispetto a quella di Galilei e Cartesio riguardo alla ragione?
- Qual è il contributo di Kant alla lotta per la ragione?
Machiavelli ha introdotto l'idea di una politica separata dalla religione e dalla morale, sostenendo che "il fine giustifica i mezzi", contribuendo così all'inizio della lotta per la ragione nel Cinquecento.
Hobbes, influenzato dall'occamismo, vede la ragione come limitata a certi ambiti, come la politica e l'etica, e non infallibile, a differenza di Galilei e Cartesio che considerano la ragione uno strumento infallibile e accettano la metafisica.
Kant ha promosso l'autonomia della ragione in tutti gli ambiti, esortando a usare la ragione senza influenze esterne, come indicato nel suo motto "Sapere aude".