Concetti Chiave
- La scienza del Seicento è vista come moderna e sperimentale, in contrasto con la logica aristotelica, avvicinandosi più all'esperienza diretta.
- Francesco Bacone, nato nel 1561 a Londra, dopo un'accusa di corruzione, si dedica alla ricerca scientifica, contribuendo alla rifondazione del sapere.
- Bacone introduce la "Teoria degli idoli", classificando gli errori della mente umana in quattro categorie: idoli di tribù, caverna, foro e teatro.
- L'analogia delle api descrive la conoscenza come un processo di raccolta e assimilazione, sottolineando l'importanza di unione tra esperienza e esperimento.
- L'induzione vera di Bacone si basa su una metodologia che include tavole di presenza, assenza e gradi per comprendere meglio i fenomeni naturali.
Indice
La scienza del Seicento
La scienza del Seicento viene comunemente definita scienza moderna, sperimentale e induttiva ma anche matematica e deduttiva, anche se ancora legata a delle segreti ambizioni magiche. Essa descrive un nuovo ordine della realtà fatto di rapporti tra le cose. All'interno di questa nuova concezione vengono progressivamente eliminate le strutture elaborate dalla logica e dalla filosofia aristotelica, a favore di un rapporto più ravvicinato con l'esperienza. Anche se Bacon fa per primo riferimento all'esperimento, si tratta di un approccio incompleto, che giunge a piena maturazione con Galileo Galilei.
Francesco Bacone e la sua carriera
Francesco Bacone nasce nel 1561 a Londra, e viene eletto giovane nella camera dei comuni di Londra. Nel 1621 viene accusato di corruzione è allontanato dalla politica, e dopo aver ottenuto il perdono del re si dedica esclusivamente alla ricerca. Muore nel 1626.
Il Nuovo Organo e le ambizioni di Bacone
Le caratteristiche del Nuovo Organo, una delle sue opere più importanti scritta in aforismi, sono l'incompiutezza e la disorganicità. Bacone ha come ambizione la rifondazione di un nuovo sapere, che viene considerata come la più grande ambizione dell'uomo. Egli distingue fra tre ambizioni: l'accrescimento della potenza, l'accrescimento della fama tra gli uomini e l'accrescimento della fama tra tutte le cose. La scienza, adesso, non viene concepita né come mera contemplazione e né come mero esercizio razionale, ma assume un'importanza fondamentale l'esperimento. La scienza viene infatti concepita come una caccia verso territori sconosciuti alla scoperta dei segreti della natura. Bacone si approccia alla scienza in questo modo: prima riconosce la potenza umana, rifiuta il disegno di onnipotenza a favore della concezione del creato come disegno razionale dell'uomo e definisce la scienza come completamento dell'Opera della natura. Fa poi una critica al metodo aristotelico, accusato di essere solo un anticipatore della natura più che un'interpretazione di essa. Bacone rimane, pur elaborando questo nuovo metodo, un uomo del suo tempo, perché l'oggetto della scienza sono ancora le forme, e non leggi matematiche.
Gli idoli e la liberazione dell'intelletto
Prima di instillare nell'uomo un nuovo sapere, è necessario liberare l'intelletto dei cosiddetti idoli, ovvero degli errori e dei pregiudizi in cui cade in errore. Nella Nuova Instaurazione gli idoli vengono divisi in idoli acquisiti e idoli innati. Gli idoli innati sono della stessa sostanza dell'intelletto e non possono essere estirpati se non dall'intelletto stesso.
Nel Nuovo Organo Bacone da un'ulteriore distinzione in quattro categorie: idoli di tribù, idoli di caverna, idoli di foro e idoli di teatro. Gli idoli di caverna hanno come oggetto l'uomo pensato come una grande tribù, e fanno parte della natura della mente umana, gli idoli di caverna dipendono dall'educazione del uomo, gli idoli del foro derivano da dei malintesi in seguito a degli errori linguistici durante le comunicazioni e i rapporti sociali, e gli idoli di teatro sono spesso dovuti alla intromissione da parte della filosofia nella ricerca scientifica. Bacone infatti accusa la filosofia di aver preteso di sopperire all'indagine mancante con il solo pensiero.
Esperienza e esperimento secondo Bacone
Dopo aver estirpato questi pregiudizi dalla mente umana si inizia un percorso di osservazione in cui l'esperienza è il filo conduttore. Tuttavia Bacone evidenzia una differenza gnoseologica tra l'esperienza e l'esperimento: l'esperienza è qualcosa di non veridico che può essere dimostrata solo con l'esperimento, e l'esperimento è qualcosa che ha la funzione di modificare l'esperienza correggendo gli errori. La concezione del sapere e della scienza di Bacone può essere vista come il lavoro delle api che prelevano il nettare ma che poi lo assimilano autonomamente. Secondo questa nuova concezione del sapere ci deve essere una netta corrispondenza tra facoltà razionale e facoltà sperimentale.
La conoscenza delle forme e delle cause
Questo continuo ricorso all'esperimento fa sì che l'uomo possa conoscere i segreti delle forme degli oggetti e instillare in essi delle nuove nature. La conoscenza per Bacone, e quindi l'inserimento di nuove Nature, avviene attraverso delle cause, che non sono quelle di Aristotele ma si riassumono in un'unica causa detta formale, che è così lontana dal giovare alla scienza che serve solo a capire la natura. Conoscere una forma significa rendere potente l'uomo, ma cosa intende Bacone per forma? A questo proposito fa riferimento al concetto di essenza e di causa e ai concetti di processo latente e di schematismo latente. Il processo latente considera una serie di minimali cambiamenti della materia, mentre lo schematismo latente individua la struttura elementare della materia.
Induzione e deduzione nella scienza di Bacone
Dopo aver capito quali sono i campi d'azione della scienza, è necessario capire come ottenere una induzione vera. Innanzitutto la natura viene concepita come induttiva e come deduttiva. La natura induttiva trae degli assiomi dall'esperienza sensibile, mentre quella deduttiva trae degli esperimenti dagli assiomi. L'induzione di Aristotele è molto diversa rispetto a quella di Bacone, in quanto Bacone concepisce l'esperimento come punto chiave dell'intera ricerca, e che ha come fine la contemplazione della forma del fenomeno. conoscere la forma del fenomeno parte da un'elaborazione di tre tavole: le tavole di presenza, che individuano i casi in cui un fenomeno si verifica, le cause di assenza, che individua i casi in cui un fenomeno non si verifica e le tavole di gradi che descrivono le incremento e decremento delle intensità di un fenomeno. A partire da questa prima indagine si arriva a considerare le istanze prerogative, nelle quali si annoverano le cosiddette istanze cruciali, che fanno adottare l'esclusione.
Domande da interrogazione
- Qual è l'approccio di Bacone alla scienza e come si differenzia da quello aristotelico?
- Cosa sono gli "idoli" secondo Bacone e come influenzano il sapere umano?
- Come Bacone descrive la differenza tra esperienza ed esperimento?
- In che modo Bacone concepisce la conoscenza delle forme e la loro importanza?
- Qual è il metodo di induzione vera secondo Bacone e come si differenzia da quello aristotelico?
Bacone propone un nuovo sapere basato sull'esperimento, criticando il metodo aristotelico per essere solo un anticipatore della natura. La scienza, secondo Bacone, è una caccia verso territori sconosciuti per scoprire i segreti della natura, mentre Aristotele si concentrava su leggi matematiche.
Gli "idoli" sono errori e pregiudizi che ostacolano il sapere umano. Bacone li divide in quattro categorie: idoli di tribù, caverna, foro e teatro, ognuno derivante da diverse fonti come la natura umana, l'educazione, errori linguistici e l'influenza della filosofia.
Bacone distingue tra esperienza, che è non veridica e dimostrabile solo tramite esperimento, e l'esperimento, che corregge gli errori dell'esperienza. L'esperimento è fondamentale per modificare e verificare l'esperienza.
Bacone vede la conoscenza delle forme come un mezzo per potenziare l'uomo. Le forme sono legate a concetti di essenza e causa, e comprendere una forma significa comprendere la struttura elementare della materia, attraverso processi e schematismi latenti.
L'induzione vera di Bacone si basa sull'esperimento come punto chiave, utilizzando tavole di presenza, assenza e gradi per analizzare fenomeni. Questo metodo differisce dall'induzione aristotelica, che non enfatizzava l'esperimento come Bacone.