Concetti Chiave
- L'innatismo virtuale di Leibniz sostiene che le idee sono precedute dalle sensazioni, ma queste derivano dall'interiorità dell'anima.
- Leibniz afferma che le percezioni sono rappresentazioni oscure che l'anima possiede, non influenzate da stimoli esterni.
- Secondo Leibniz, l'intelletto chiarifica le percezioni oscure tramite la riflessione, non avendo finestre per comunicare con l'esterno.
- Leibniz contrasta con Cartesio, che accettava idee provenienti dall'esterno e rifiutava percezioni oscure e confuse.
- Le piccole percezioni di Leibniz illustrano l'attività inconscia dell'anima, a differenza delle idee solo chiare di Cartesio.
L'innatismo virtuale di Leibniz
L'innatismo virtuale di Leibniz è enunciato chiaramente nell'espressione “nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu nisi intellectus ipse”.
Leibniz e la percezione
Infatti Leibniz ammette, con gli empiristi, che l'idea è preceduta dalla sensazione (nihil est in intellectus quod prius non fuerit in sensu), ma nega che la sensazione sia ricevuta dal di fuori, perché essa è una rappresentazione allo stato oscuro e confuso che l'anima già possiede nella propria interiorità, non avendo finestre per poter comunicare con l'esterno. Perciò egli aggiunge: nisi intellectus ipse, volendo con ciò significare che la sensazione (percezione) è semplicemente un grado inferiore della rappresentazione intellettiva (appercezione) e che l'intelletto è la condizione dello stesso conoscere in quanto esso è l'attitudine spontanea dell'anima a trarre dal proprio fondo, a chiarificare con la riflessione quel contenuto oscuro e confuso.
Confronto tra Leibniz e Cartesio
Così, mentre Cartesio ammetteva le idee avventizie, cioè la conoscenza che proviene dalle cose esterne, Leibniz, invece, sostiene che le monadi ricavano soltanto dalla propria interiorità i principi del conoscere perché non hanno finestre per comunicare con l’esterno.
Inoltre,Cartesio rifiutava anche le percezioni oscure e confuse e dichiarava che solo le idee chiare e distinte permettono la vera conoscenza; Leibniz, invece, dà molta importanza alle piccole percezioni con le quali spiega l’attività inconscia dell’anima.