Concetti Chiave
- Leibniz contesta la visione cartesiana della res extensa come sostanza, ritenendola priva di proprietà sostanziali.
- L'estensione è considerata da Leibniz omogenea e divisibile, caratteristiche che si oppongono alla natura indivisibile e semplice della sostanza.
- Leibniz sottolinea che l'estensione non spiega il moto dei corpi, poiché la resistenza al movimento richiede una forza che non deriva dalla semplice estensione.
- Secondo Leibniz, la vera sostanza è immateriale, indivisibile e un centro attivo di forza, definita come monade.
- La posizione di Leibniz è che oltre all'estensione, i corpi possiedono una componente metafisica che incorpora sostanza, azione e forza.
Cartesio riduce la res extensa ad estensione geometrica, cioè spazialità, in quanto i corpi hanno la caratteristica di essere diffusi, espansi materialmente, e sostiene che essa è sostanza accanto alla res cogitans. Leibniz non accetta questa tesi ed afferma invece che l'estensione, così intesa, non possiede la proprietà di essere sostanza.
Infatti, l'estensione è di per sé omogenea ed uniforme e quindi non può determinarsi e differenziarsi in grandezze diverse.
Inoltre l'estensiome, essendo quantità, cioè grandezza, può essere divisa in molteplici parti quando si vuole, mentre la sostanza non è divisibile perché, per sua propria essenza, è una e semplice.
Infine l'estensione, che di per sé è indifferente al mutamento, non spiega il moto dei corpi, ossi la resistenza che essi manifestano al movimento loro impresso: i corpi, infatti, sono naturalmente inerti e per spostarli occorre un certo sforzo, proporzionato alla loro grandezza (maggiore con i corpi più grandi, minore con quelli più piccoli).
Per questi motivi la res extensa, cioè l'estensione o materia, non può essere sostanza. Sostanza invece è, secondo Leibniz, ciò che è inesteso, quindi indivisibile, uno e semplice, centro attivo di forza, e quindi immateriale; in altre parole, sostanza è la monade.
Scrive Leibniz nella sua Lettera sul problema se l'essenza del corpo consista nell'estensione: " Se l'essenza dei corpi consistesse nell'estensione, questa dovrebbe bastare da sola per rende ragione di tutte le proprietà corporee; ma essa non rende conto dell'inerzia naturale per cui un corpo resiste in qualche modo al movimento, onde è necessario impiegare una certa forza per avviarlo. Ora, se non vi fosse nel corpo che l'estensione, questa sarebbe interamente indifferente al mutamento. Ciò mostra che v'è nella materia qualche altra cosa che non è di ordine puramente geometrico, ma metafisico: una sostanza, un'azione, una forza."
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Leibniz nei confronti della concezione cartesiana di sostanza?
- Perché Leibniz ritiene che l'estensione non possa essere considerata sostanza?
- Che cosa considera Leibniz come vera sostanza?
Leibniz non accetta la tesi cartesiana che considera l'estensione come sostanza. Egli sostiene che l'estensione, essendo omogenea e divisibile, non può essere sostanza, poiché la sostanza deve essere indivisibile, semplice e immateriale, come la monade.
Leibniz ritiene che l'estensione non possa essere sostanza perché è divisibile e indifferente al mutamento, non spiegando il moto dei corpi. La sostanza, secondo lui, deve essere indivisibile, uno e semplice, e centro attivo di forza.
Leibniz considera la monade come vera sostanza, poiché è inestesa, indivisibile, uno e semplice, e rappresenta un centro attivo di forza, quindi immateriale.