Concetti Chiave
- Marx critica la civiltà moderna e lo stato liberale per la frattura tra società civile e Stato, che costringe l'uomo a vivere due vite separate.
- Lo Stato è visto da Marx come strumento degli interessi delle classi più forti, incapace di perseguire l'interesse comune universale.
- La proclamazione dell'uguaglianza formale maschera e ratifica la disuguaglianza sostanziale tra i cittadini.
- L'individualismo e l'atomismo della società moderna creano una separazione tra l'individuo e il tessuto comunitario.
- Marx propone una democrazia che integri perfettamente individuo e comunità, eliminando le diseguaglianze reali attraverso la rivoluzione sociale del proletariato.
Indice
Critica alla civiltà moderna
Alla base della teoria di Marx, vi è una critica globale della civiltà moderna e dello stato liberale. Il punto di partenza è sviluppato negli Annali franco – tedeschi (1844) in cui c’è la convinzione della frattura fra società civile e Stato.
Dualità dell'uomo moderno
Nel mondo moderno l’uomo è costretto a vivere come due vite: una in «terra» come «borghese», cioè nell’ambito dell’egoismo e degli interessi particolari della società civile, e l’altra «in cielo» come «cittadino», ovvero nella sfera superiore dello Stato e dell’interesse comune.
Stato e disuguaglianza
Secondo Marx, lo Stato è ben lontano dal perseguire l’interesse comune universale, poiché la società civile lo svilisce a semplice strumento degli interessi particolari delle classi più forti. Infatti, sostiene Marx, la stessa proclamazione dell’uguaglianza “formale”dei cittadini di fronte alla legge, non fa che presupporre e ratificare la loro disuguaglianza “sostanziale”. Lo Stato, quindi, rappresenta la società dell’egoismo e delle particolarità “reali” e della fratellanza e delle universalità “illusorie”. In tal senso, Marx commenta ironicamente che come i cristiani, pur essendo tutti diseguali in terra, si consolano di essere tutti eguali in cielo, così gli individui dell’epoca borghese, pur essendo tutti diseguali nella società civile, si consolano di essere tutti eguali di fronte lo Stato. Marx, proprio come Hobbes, sostiene che lo stato sia scaturito dalla necessità di preservare la propria incolumità poiché la società è bellum omnium contra omnes: individua tratti nella civiltà moderna nell’individualismo e nell’atomismo, ossia nella “separazione” del singolo dal tessuto comunitario.
Proiezione politica della società
Allora, poiché lo Stato post-rivoluzionario (dopo la Riv. francese) legalizza questa situazione, esso non è altro che la proiezione politica di una società strutturalmente a-sociale o contro sociale. In questo modo, rifiuta radicalmente la civiltà liberale e ha in mente un modello di democrazia in cui ci sia una compenetrazione perfetta fra singolo e genere, individuo e comunità, nella quale ciascuno è un momento dell’intero demos.
Emancipazione e rivoluzione sociale
Per realizzare tale progetto, tuttavia, ritiene indispensabile l’eliminazione delle diseguaglianze reali fra gli uomini, e in particolare del principio della PROPRIETÀ PRIVATA, attraverso la rivoluzione sociale guidata dal proletariato. Si tratta perciò di un’emancipazione umana che mira alla democrazia e all’uguaglianza sostanziale, ossia il recupero autentico dell’«essenza sociale dell’uomo».
Domande da interrogazione
- Qual è la critica principale di Marx alla civiltà moderna e allo stato liberale?
- Come vede Marx la proclamazione dell'uguaglianza formale dei cittadini?
- Qual è la soluzione proposta da Marx per superare le disuguaglianze reali?
Marx critica la civiltà moderna e lo stato liberale per la frattura tra società civile e Stato, dove l'uomo vive due vite separate: una come borghese nell'egoismo e l'altra come cittadino nell'interesse comune, che però è illusorio.
Marx vede l'uguaglianza formale dei cittadini come una ratifica della loro disuguaglianza sostanziale, poiché lo Stato serve gli interessi particolari delle classi più forti, non l'interesse comune universale.
Marx propone l'eliminazione delle disuguaglianze reali attraverso la rivoluzione sociale guidata dal proletariato, mirante all'emancipazione umana e al recupero dell'essenza sociale dell'uomo, eliminando il principio della proprietà privata.