Concetti Chiave
- Søren Kierkegaard nacque nel 1813 a Copenaghen in una famiglia pietista e divenne pastore nel 1840, conoscendo il filosofo Schelling.
- Kierkegaard è noto per la critica alle filosofie razionalistiche di Hegel e Kant, enfatizzando l'importanza dell'esperienza religiosa.
- Distinse tre forme di vita: estetica, etica e religiosa, con l'ultimo stadio che accetta il paradosso della fede.
- La religione per Kierkegaard trasforma la verità in un'esperienza soggettiva dominata da angoscia e disperazione.
- Si oppone al razionalismo hegeliano promuovendo l'irrazionalismo, vedendo Dio come una presenza nell'arte che offre speranza.
Indice
Infanzia e formazione
Søren Aabye Kierkegaard nacque a Copenaghen nel 1813 in una famiglia pietista (protestanti che professano il primato della vita interiore). Nel 1830 si iscrisse alla facoltà di teologia dell'università di Copenaghen, nel 1840 divenne pastore e conobbe il filosofo Schelling. Nel 1855 morì a Copenaghen dopo aver compiuto la sua opera più importante: "Enter-Eller".
Filosofia dell'esistenza
La filosofia di Kierkegaard è caratterizzata dall'attenzione all'esistenza e al rifiuto delle filosofie razionalistiche (per questo critica Hegel e la legge morale di Kant. Mentre Hegel diceva che la filosofia non doveva essere edificante, Kierkegaard sottolinea la centralità dell'esperienza religiosa rispetto al sapere intellettuale).
Forme di vita
Nell'esistenza egli distingue 3 forme di vita:
-Estetica (ricerca del piacere: l'esteta é incapace di scegliere e vive in maniera frammentata; vi è l'esempio di Don Giovanni);
-Etica (vi é il passaggio dalla frammentazione all'universalità grazie al matrimonio: per questo fa l'esempio del buon marito impersonificato dall'assessore Wilhelm);
-Religione (vi è il superamento dell'universalità accettando di vivere il paradosso della fede; per questo fa l'esempio di Abramo).
Religione e paradossi
I primi 2 stadi portano all'angoscia e alla disperazione per questo l'uomo tende ad avvicinarsi a Dio: questo è lo scopo della filosofia di Kierkegaard che spinge a fare salti logici. La religione non porta però alla pace dell'esistenza ma trasforma la verità in un'esperienza soggettiva dominata dall'angoscia (sentimento di paura davanti all'incertezza) e dalla disperazione (sentimento di perdita di ogni possibilità che può portare al suicidio).
Primo paradosso: Dio è vero uomo e vero Dio.
Secondo paradosso: nella sconfitta vi è la vittoria.
Opposizione al razionalismo
Kierkegaard s'opponeva al razionalismo hegeliano con l'irrazionalismo (il genio storico di Hegel diventa genio religioso). Per Kierkegaard Dio si manifesta nell'arte e va a caccia dell'uomo che vaga in una foresta di angoscia e disperazione donandogli speranza. Poi dal singolo derivano storia, religione e filosofia.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza della religione nella filosofia di Kierkegaard?
- Come Kierkegaard distingue le forme di vita nell'esistenza?
- In che modo Kierkegaard si oppone al razionalismo?
La religione è centrale nella filosofia di Kierkegaard, poiché rappresenta il superamento dell'universalità e l'accettazione del paradosso della fede, trasformando la verità in un'esperienza soggettiva dominata dall'angoscia e dalla disperazione.
Kierkegaard distingue tre forme di vita: estetica, caratterizzata dalla ricerca del piacere e dalla frammentazione; etica, che porta all'universalità attraverso il matrimonio; e religiosa, che supera l'universalità accettando il paradosso della fede.
Kierkegaard si oppone al razionalismo hegeliano con l'irrazionalismo, sottolineando che Dio si manifesta nell'arte e offre speranza all'uomo, trasformando il genio storico di Hegel in genio religioso.