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Concetti Chiave

  • Kierkegaard critica Hegel e focalizza il suo pensiero sulla "scelta" tra due tipi di vita: estetica ed etica.
  • La vita estetica è caratterizzata dalla ricerca del piacere momentaneo e dalla mancanza di continuità e identità personale.
  • La vita etica, rappresentata dal giudice Wilhalm, implica l'assunzione di responsabilità e la costruzione di un'identità stabile.
  • Entrambi gli stadi, estetico ed etico, portano alla disperazione: l'esteta per mancanza di appagamento, l'etico per la consapevolezza dei propri limiti.
  • Kierkegaard propone un terzo stadio, quello religioso, come unica via di salvezza dalla disperazione esistenziale.

Kierkeggard e gli stadi dell'esistenza

Partendo dalla critica mossa a Hegel, riguardo all'Aufhebeng (superamento e conservazione delle contraddizioni),Kierkegaard pone al centro del proprio pensiero la "scelta". Nella sua opera Aut-Aut, il filosofo parla di due manoscritti che decide di chiamare: le carte di A e le carte di B. Si distinguono in termini di contenuto e stile, ma soprattutto esemplificano le due tipologie di vita, rispettivamente quella estetica e quella etica.

Secondo il filosofo scegliere tra una delle due esistenze porta a una frattura, in quanto, indipendente da quale, ogni scelta si presenterà come irreversibile.
Lo stadio Estetico è rappresentato nelle > da molteplici personaggi: questo perché chi decide di condurre una vita estetica, non gode di continuità, ma vive l'attimo. Non assumendo responsabilità, non amando una sola donna ma la donna in quanto tale, non può vivere in una situazione stabile. Si pensi che la figura dell'esteta è rappresentata da Don Giovanni: le sue vicende, il suo volere sono talmente volubili che niente le spiega meglio della musica. Solo la musica con le sue infinite variabili può spiegarli. Ora, non vivendo alcuna esperienze durevole, l'esteta manca dell'autoidentificazione: non è in grado di costruire la propria identità, tanto meno di riconoscersi. Inoltre altra conseguenza negativa è la mancanza di felicità, unita all'atrofia del desiderio.
Tuttavia Kierkegaard sottolinea come tale scelta non vada criticata, in quanto l'atteggiamento dell'esteta ha qualcosa di umano: nessuna esperienza finita può completarlo.
Le > al contrario presentano lo stadio Etico e vi appare un unico personaggio,il giudice Wilhalm. Chi conduce una vita etica, decide di assumersi ogni responsabilità (diventare marito, ad esempio e amare una sola donna) ma anche sacrifici. La scelta etica è più una scelta sociale, con la quale si spera che l'eccezionale possa realizzarsi nel quotidiano.
A differenze dell'esteta, l'etico gode di durata, può creare la propria identità. Tuttavia anche questo passaggio comporta dei rischi. Nel momento in cui l'uomo prende coscienza di sé, si confronta non solo con sé stesso, ma anche con Dio, prendendo così atto della sua natura limitata, della sua manchevolezza. Si msanifesta così ai suoi occhi in tutto il suo splendore: la disperazione.
La disperazione in realtà è peculiare di entrmbi gli stadi: l'esteta non trova appagamento e l'etico si vede manchevole.
Kierkeggard allora idea un terzo stadio, quello religioso: l'uomo vede come ancora di salvezza la religione, facendo così un vero e proprio "salto mortale".
La religione quindi si presenta come unica salvezza, per potersi salvare dalla disperazione di una scelta di cui non si sa quale sia il fondo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo della "scelta" nel pensiero di Kierkegaard?
  2. Kierkegaard pone la "scelta" al centro del suo pensiero, evidenziando che scegliere tra una vita estetica o etica porta a una frattura irreversibile.

  3. Come viene rappresentato lo stadio estetico e quali sono le sue conseguenze?
  4. Lo stadio estetico è rappresentato da personaggi come Don Giovanni, caratterizzati da una vita vissuta nell'attimo senza continuità, portando a una mancanza di autoidentificazione e felicità.

  5. Quali sono le caratteristiche dello stadio etico secondo Kierkegaard?
  6. Lo stadio etico è rappresentato dal giudice Wilhalm, dove l'individuo assume responsabilità e sacrifici, creando un'identità duratura ma confrontandosi con la propria limitatezza e disperazione.

  7. In che modo lo stadio religioso offre una soluzione alla disperazione?
  8. Lo stadio religioso è visto come un'ancora di salvezza, un "salto mortale" che permette di superare la disperazione derivante dalle scelte estetiche ed etiche.

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