Concetti Chiave
- Kierkegaard si oppone all'hegelismo, valorizzando la singolarità dell'individuo rispetto all'Assoluto di Hegel.
- L'esistenza è vista come una serie di possibilità di scelta, con ogni individuo che diventa ciò che sceglie di essere.
- Propone tre stadi dell'esistenza: estetico, etico e religioso, ognuno con un proprio stile di vita distintivo.
- L'angoscia è legata alla consapevolezza delle molteplici possibilità sfavorevoli che accompagnano ogni scelta.
- La disperazione è vista come una malattia mortale, superabile attraverso la fede.
Indice
Kierkegaard e la singolarità dell'uomo
Kierkegaard ha una posizione di rottura nei confronti dell'hegelismo poiché dà importanza alla singolarità dell'uomo; egli infatti afferma la superiorità del singolo sul genere, quando invece Hegel dava priorità all'Assoluto, all'infinito.
Stadi dell'esistenza secondo Kierkegaard
Egli considera l'esistenza come possibilità (di scelta). Questa libertà di possibilità può essere “possibilità che sì” ma anche “possibilità che non”. Egli afferma che ogni individuo è ciò che sceglie di essere; in “Aut aut” propone due stadi dell'esistenza. I vari tipi di vita sono inconciliabili tra loro, poiché nel momento in cui si prende una scelta, si annulla automaticamente l'altra.
La vita estetica e le sue conseguenze
Il primo stadio è quello della vita estetica; un esteta è colui che vive nell'attimo fuggevolissimo e punta a rendere la propria vita un'opera d'arte inseguendo i piacere e le passioni. Questo tipo di vita porta però il don Giovanni (la figura dell'esteta per eccellenza) ad essere sempre più esigente, così da arrivare alla noia e alla disperazione.
La vita etica e la fede
Ci si può però avvalere della possibilità di un'altra scelta: la vita etica, fatta di responsabilità ed impegni. La figura di spicco di questo stile di vita è quella del marito. A questo punto si può fare un'ulteriore scelta (della quale il filosofo parla in “Timore e tremore”), ovvero quella della fede e della vita religiosa. Kierkegaard spiega questo stadio dell'esistenza utilizzando la figura di Abramo, che seguì un ordine di Dio seppur andasse contro la legge morale. La religione è infatti un rapporto privato tra Dio e l'uomo, l'incontro tra due Assoluti, che si rende però immorale. Essa è infatti definita anche come scandalo logico, poiché incomprensibile dalla ragione.
Angoscia e disperazione in Kierkegaard
Il filosofo sottolinea inoltre il concetto di “angoscia”, strettamente connessa con il peccato, poiché si manifesta nell'uomo nel momento in cui egli diviene consapevole del fatto che ogni possibilità favorevole è accompagnata da molte più possibilità sfavorevoli.
Quando si parla di “disperazione”, Kierkegaard sottolinea che essa sia una malattia mortale, e consista nel vivere la sensazione di morte da parte dell'io. Essa si manifesta quando l'uomo rimane senza possibilità, e può eliminarla dedicandosi alla fede.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Kierkegaard nei confronti dell'hegelismo?
- Quali sono i due stadi dell'esistenza proposti da Kierkegaard in “Aut aut”?
- Come Kierkegaard descrive il concetto di “angoscia” e “disperazione”?
Kierkegaard si oppone all'hegelismo, enfatizzando la singolarità dell'individuo e la superiorità del singolo sul genere, in contrasto con la priorità di Hegel sull'Assoluto e l'infinito.
Kierkegaard propone due stadi dell'esistenza: la vita estetica, caratterizzata dalla ricerca del piacere e delle passioni, e la vita etica, basata su responsabilità e impegni.
Kierkegaard descrive l'angoscia come legata al peccato e alla consapevolezza delle possibilità sfavorevoli, mentre la disperazione è vista come una malattia mortale che si manifesta quando l'uomo rimane senza possibilità, superabile attraverso la fede.