Concetti Chiave
- La filosofia di Kierkegaard esplora un cristianesimo autentico, contrapponendosi alle filosofie sistematiche e valorizzando l'esistenza singolare.
- L'esistenza è vista come una sequenza di stadi, con una logica del "salto" che permette il cambiamento personale, in contrasto con la dialettica hegeliana.
- Lo stadio estetico rappresenta una vita di piaceri momentanei e malinconia, simboleggiata dalla figura di Don Giovanni, culminando in disperazione.
- Nel stadio etico, l'individuo vive secondo regole e doveri, trovando serenità ma rischiando una vita limitata, preparandosi per il passaggio allo stadio religioso.
- Lo stadio religioso richiede una fede paradossale e accettazione del peccato, ponendo l'uomo di fronte a Dio in un rapporto soggettivo e personale.
Indice
La ricerca di un cristianesimo autentico
Tutta la filosofia di Kierkeggard è una ricerca sofferta di un cristianesimo autentico, in cui Dio interviene nella storia per salvare gli uomini; inoltre, il pensiero di Kierkegaard si pone in opposizione a ogni filosofia sistematica.
L'esistenza e la logica del salto
Il nucleo della sua speculazione è l'esistenza, l'esistenza singola; l'esistere è una scala di possibilità e di stadi. Ogni stadio si oppone e nega il precedente contro la logica ''dialettica'' hegeliana, fra i vari stadi vi è una logica del ''salto'' che il singolo individuo può compiere per cambiare esistenza.
L'esistenza soggettiva di cui tratta Kierkegaard pone l'individuo di fronte a numerose possibilità e lo costringe a compiere una scelta e ciò comporta angoscia (rispetto al mondo) e disperazione (rispetto al'io).
Lo stadio estetico e la malinconia
1:La prima possibilità che l'uomo ha è quella di vivere in modo estetico (stadio estetico). L'uomo dello stadio estetico vivere nel momento presente, è alla ricerca del piacere ma è in preda a una malinconia profonda che finisce nella disperazione mascherata dalla gioia o dalle perversioni (simboleggiante dalla figura del Don Giovanni dell'opera di Mozart). Il ''seduttore'' vive nella fantasia e nella passione estetica secondo il motto carpe diem ''cogli l'attimo''; vive nel piacere immediato dell'eros che è demoniaco e malinconico. Don Giovanni incarna la sensualità, immortalato dalla musica che è la più sensuale delle arti perché si rivolge direttamente ai sensi. Chi vive solo nel piacere presto cade nella ''noia'' e nell'indifferenza nei confronti di tutto e di conseguenza non desidera veramente nulla, se non la seduzione fine a se stessa. Avendo rinunciato alla propria identità, avverte con disperazione il terrore del nulla.
Lo stadio etico e il dovere
2:La seconda possibilità è quella di vivere in maniera etica (stadio etico, simboleggiato dal matrimonio e dal Consigliere di Stato Guglielmo, accetta i compiti della famiglia del lavoro e si sacrifica per prestare fede agli impegni) Invece che vivere nell'istante presente, vive la continuità temporale nel progetto per il futuro. L'individuo etico si sottopone a delle regole e trionfa sulla passione raggiungendo serenità. Nella ripetizione della scelta effettuata l'individuo etico che vive nel dovere rischia di vivere in maniera limitata e non trovare pertanto la propria vera individualità. Quando prende coscienza di questa intrinseca insufficienza rispetto alla vera origine,Dio, allora prova pentimento e senso di colpa che preparano per il salto verso lo stadio religioso.
Lo stadio religioso e il paradosso
3:La terza possibilità è appunto quella religiosa (stadio religioso, simboleggiato da Abramo, che accetta di sacrificare anche suo figlio Isacco per ubbidire a Dio)
L'uomo religioso rompe la serenità dello stadio etico, poiché capisce che la religione richiede una sofferta accettazione di paradossi per trovare un rapporto reale con Dio nella fede, si sente peccatore. Avere fede significa accettare qualsiasi cosa Dio chieda, trovando un rapporto con Dio che va oltre le leggi etiche perché si affermano è però solo di fronte a Dio con la sua fede che prevede sempre la possibilità del paradosso. L'angoscia che ne consegue nello stadio religioso impone al'uomo di liberarsi dall'etica e in questa liberazione vive nel peccato. Il peccato è il punto di partenza dell'esistenza religiosa che è condizionata dal peccato e conduce al'angoscia. L'angoscia non è il sentimento che si prova di fronte al nulla. La libertà è una possibilità infinità di potere e non una singola scelta fra il bene e il mal, poiché l'uomo con il peccato si contrappone a Dio. Il peccato originale non può essere quello compiuto da Adamo, il peccato è quello del singolo esistente di fronte a Dio; è il limite dell'individuo rispetto a Dio che è verità. Il rapporto con Dio è paradossale e si può realizzare solo attraverso la fede. Il messaggio cristiano riguarda il singolo peccatore e si fonda su singoli fatti specifici. La filosofia di Kierkegaard rivendica il carattere soggettivo del pensiero umano è lo sforzo del singolo di comprendere l'esistenza particolare di ogni individuo che nasce e vive nelle sue contraddizioni. La verità non può essere insegnabile perché non è il manifestarsi di Dio al'uomo.
Domande da interrogazione
- Qual è il nucleo centrale della filosofia di Kierkegaard?
- Quali sono le caratteristiche dello stadio estetico secondo Kierkegaard?
- Come si differenzia lo stadio etico dallo stadio estetico?
- Qual è il significato dello stadio religioso nella filosofia di Kierkegaard?
- Come Kierkegaard vede il rapporto tra l'individuo e Dio?
Il nucleo centrale della filosofia di Kierkegaard è l'esistenza singola, che si sviluppa attraverso una scala di possibilità e stadi, in opposizione alla logica dialettica hegeliana.
Lo stadio estetico è caratterizzato dalla ricerca del piacere immediato e dalla vita nel momento presente, ma porta a una malinconia profonda e alla disperazione, simboleggiata dalla figura di Don Giovanni.
Lo stadio etico si differenzia dallo stadio estetico per l'accettazione di regole e doveri, come il matrimonio e il lavoro, che portano a una serenità temporale, ma possono limitare la vera individualità.
Lo stadio religioso implica una rottura con la serenità etica, richiedendo una fede che accetta paradossi e un rapporto diretto con Dio, che va oltre le leggi etiche e porta all'angoscia e al peccato.
Kierkegaard vede il rapporto tra l'individuo e Dio come paradossale, realizzabile solo attraverso la fede, con il peccato che rappresenta il limite dell'individuo rispetto alla verità divina.