Concetti Chiave
- Il cristianesimo è considerato un conforto per chi soffre, ma meno attraente per chi vive senza affanni, richiedendo una fede profonda spesso radicata nella sofferenza.
- La predicazione cristiana è spesso centrata su morale e prudenza, tradendo la sua dimensione più profonda e spirituale.
- Le anime più profonde comprendono la sofferenza come parte inevitabile della vita, vedendola come un'opportunità di crescita spirituale.
- Secondo Kierkegaard, la nostra epoca rischia di perdere la spiritualità cercando di evitare la sofferenza, contrariamente al pensiero di Nietzsche sulla morte di Dio.
- Il vero coraggio nella vita, secondo il testo, risiede nell'accettazione e comprensione della sofferenza come elemento permanente.
Indice
Il cristianesimo e la sofferenza
Tutto il cristianesimo è entrato nel mondo presupponendo affanno e dolore, sofferenza di una coscienza straziata. Il cristianesimo fu cibo per il sofferente, ma non per il gaudente, ci vorrebbero degli “aperitivi” per far accettare il cristianesimo a questi ultimi (e.g. prove dell’esistenza di Dio, forme di conformazione del cristianesimo alle prove del mondo).
La predicazione cristiana
La predicazione cristiana si concentra tutta su di essi, sulla morale, sulla prudenza. Con ciò si tradisce il cristianesimo con la sua dimensione più assurda. Bisogna aver molto sofferto per potersi rivolgere al cristianesimo e coglierne l’essenza di cura radicale per lo spirito. Ma la maggior parte degli uomini spera sempre che le cose si rivolgano per il meglio e la sofferenza venga superata .
Anime profonde e dolore
Le anime più profonde, quelle che Dio ha conformato meglio, comprendono subito che durante la vita dovranno sempre soffrire, e quindi la maggior parte degli uomini non arriva alla fede e vive solamente nell’immediatezza. La malinconia è il prezzo inevitabile per le anime profonde. Gli uomini spirituali hanno la cognizione del dolore e ne fanno tesoro e non un ostacolo da rimuovere. Si tratta di un giudizio epocale simile a Nietzsche: se questi dice che stiamo entrando nell’età della morte di Dio, Kierkegaard afferma che siamo in un’epoca che rischia di non essere più spirituale, perché rifugge e rimuove il dolore, che cerca in tutte le sue forme una dimensione palliativa permanente.
Coraggio e accettazione della sofferenza
Che cosa richiede davvero coraggio nella vita? Non l’azione, ma soltanto soffrire e accettare la sofferenza. Un dato strutturale permanente.