mielina
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Concetti Chiave

  • Kant vede il fenomeno come oggetto della conoscenza umana, mentre il noumeno è una realtà pensabile ma inconoscibile.
  • Il noumeno di Kant è un concetto limite che segna i confini della conoscenza razionale, con accezioni positiva e negativa.
  • Schopenhauer adotta e modifica la distinzione kantiana, vedendo il fenomeno come illusione e il noumeno come la vera realtà nascosta.
  • Per Schopenhauer, il fenomeno esiste solo nella coscienza e la rappresentazione ha un duplice aspetto: soggetto e oggetto.
  • Al contrario di Kant, Schopenhauer ritiene che il noumeno, identificato con la volontà di vivere, possa essere conosciuto attraverso l'esperienza interiore.

Indice

  1. La rivoluzione copernicana di Kant
  2. Fenomeno e noumeno secondo Kant
  3. Schopenhauer e il Velo di Maya
  4. La rappresentazione secondo Schopenhauer
  5. La volontà di vivere

La rivoluzione copernicana di Kant

Con la rivoluzione copernicana Kant ha posto nell’uomo la garanzia ultima della conoscenza, ponendo le istanze dell’oggettività nel cuore stesso della soggettività. In perfetta sintonia con questo argomento, Kant aveva formulato l’esistenza delle categorie. Esse funzionano solo in rapporto al materiale che essere organizzano. Di per sé sono considerate vuote, ed operano solo in relazione al fenomeno.

Fenomeno e noumeno secondo Kant

Il fenomeno è l’oggetto della conoscenza umana ed è sintesi di un elemento materiale e di uno formale. Dal momento che la conoscenza per Kant non può estendersi oltre l’esperienza, a partire dalla nozione di Fenomeno (o cosa per noi) dovrà esserci necessariamente una cosa in sé, il noumeno.

Il noumeno è una meta fenomenica che si fenomenizza solo in rapporto a noi. Essa pur essendo inconoscibile - e quindi non è oggetto di esperienza - può essere pensata. Non a caso il termine noumeno deriva dal greco (noumenon), ovvero realtà pensabile. A partire dunque dalla distinzione tra conoscibile e pensabile, Kant distingue per il noumeno due accezioni, una positiva e una negativa.

Accezione positiva: il noumeno è l’oggetto di un intuizione non sensibile.

Accezione negativa: il noumeno resta inconoscibile.

Il noumeno dunque diventa un concetto limite che argina le pretese conoscitive della ragione,è una sorta di promemoria critico.

Schopenhauer e il Velo di Maya

Schopenhauer ha come punto di partenza la filosofia critica di Kant, al quale riconosce la distinzione tra fenomeno e noumeno, che mutua nel suo pensiero, pur apportandone dovute rivisitazioni.

Per Schopenhauer, infatti, il fenomeno è parvenza, illusione, sogno, quello che viene definito dal filosofo il Velo di Maya. Mentre il noumeno è la realtà che si nasconde dietro la trapunta arabescata del fenomeno.

La rappresentazione secondo Schopenhauer

Per Kant, il fenomeno è l’oggetto della rappresentazione che esiste al di fuori della coscienza (anche se viene appreso tramite le forme a priori). Per Schopenhauer, il fenomeno è la rappresentazione, ed esiste solo dentro la coscienza. Tant’è vero che il filosofo nella sua opera "Mondo come volontà e rappresentazione" esordisce dicendo «Il mondo è la mia rappresentazione».

La rappresentazione Schopenhaueriana ha due aspetti inscindibili:

- il soggetto della rappresentazione: ciò che tutto conosce senza essere conosciuto, non soggetto a spazio, tempo e molteplicità;

- l’oggetto della rappresentazione: ciò che viene conosciuto, soggetto a spazio, tempo e molteplicità.

Questi sono elementi fondamentali della rappresentazione e non possono esistere l’uno senza l’altro.

Una caratteristica fondamentale della rappresentazione è la sua essenza fittizia. Infatti è solo un sogno, un tessuto di apparenze. Tuttavia questo tessuto può essere squarciato. Diversamente dal noumeno di Kant, il noumeno di Schopenhauer può essere conosciuto, si può lacerare il Velo di Maya.

Argomenta infatti il filosofo che, se noi fossimo solo conoscenza e rappresentazione, non potremmo uscire dal mondo fenomenico. Noi siamo dati a noi stessi anche come corpo. Quindi non ci limitiamo a vederci da fuori, ma ci viviamo da dentro, soffrendo, gioendo, vivendo.

La volontà di vivere

Questa è l’esperienza che ci permette di conoscere il noumeno. Infatti ci rendiamo conto che l’essenza del nostro io, la cosa in sé del nostro essere è la volontà di vivere (Wille zum Leben), un impulso prepotente e irresistibile. Tutti i nostri desideri rispondono alla volontà di vivere, e il nostro corpo non è altro che la manifestazione esteriore di tutte le nostre brame interiori. L’ uomo, con la sua ragione capace di pensare cose astratte, riesce a scoprire la cosa in sé. In realtà non è solo l’uomo che risponde alla volontà di vivere, ma essa è anche la radice noumenica di tutte le cose: la cosa in sé dell’universo. Pervade ogni essere in forme distinte e secondo gradi di oggettivazione diverse. Tra tutti i viventi solo l’uomo è colui che riesce a coglierne l’esistenza.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra il fenomeno secondo Kant e Schopenhauer?
  2. Per Kant, il fenomeno è l'oggetto della conoscenza umana, una sintesi di elementi materiali e formali, mentre per Schopenhauer è una rappresentazione illusoria, il Velo di Maya, che esiste solo nella coscienza.

  3. Come Kant definisce il noumeno?
  4. Kant definisce il noumeno come una realtà pensabile ma inconoscibile, un concetto limite che argina le pretese conoscitive della ragione, distinguendolo in accezione positiva e negativa.

  5. In che modo Schopenhauer modifica il concetto di noumeno rispetto a Kant?
  6. Schopenhauer ritiene che il noumeno possa essere conosciuto attraverso l'esperienza interna del corpo e la volontà di vivere, contrariamente alla visione di Kant che lo considera inconoscibile.

  7. Qual è il ruolo della volontà di vivere nel pensiero di Schopenhauer?
  8. La volontà di vivere è l'essenza del nostro io e la cosa in sé del nostro essere, un impulso che pervade ogni essere e rappresenta la radice noumenica dell'universo.

  9. Come si relazionano soggetto e oggetto nella rappresentazione secondo Schopenhauer?
  10. Nella rappresentazione schopenhaueriana, il soggetto conosce tutto senza essere conosciuto, mentre l'oggetto è ciò che viene conosciuto, entrambi inscindibili e soggetti a spazio, tempo e molteplicità.

Domande e risposte

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