Concetti Chiave
- I concetti e i giudizi nascono dalla sintesi tra intuizione sensibile e funzione intellettiva, formando la base dell'attività intellettiva.
- Le categorie kantiane sono concetti puri, leggi a priori che organizzano l'esperienza sensibile, e comprendono quantità, qualità, relazione e modalità.
- Kant distingue le categorie di Aristotele come generi del pensiero dell'essere, mentre le sue sono forme logiche pure dell'intelletto.
- Il fenomeno è ciò che appare attraverso l'esperienza, mentre il noumeno rappresenta il limite della conoscenza umana, pensabile ma non conoscibile.
- Kant afferma che le intuizioni umane rappresentano fenomeni e la vera natura degli oggetti in sé rimane ignota.
Intuizione e intelletto
Sì: il contenuto è offerto dalla intuizione sensibile; la forma è la funzione propria dell'intelletto con cui esso pensa, sintetizzando i dati intuitivi in modo da formare il concetto di un oggetto, o riferendo un concetto ad un altro concetto in modo da esprimere un giudizio. Le forme a priori dell'intelletto sono le categorie, o concetti puri (=non derivati dall'esperienza), che unificano il molteplice della intuizione sensibile.
Categorie e sintesi
Le categorie, o concetti puri, sono le leggi a priori con cui l'intelletto opera la sintesi dei molteplici dati sensibili e quindi esse sono forme costitutive dell'esperienza. Kant enumera dodici categorie ricavandole dalla tavola dei giudizi della logica aristotelica: tre della quantità (unità, pluralità, totalità), tre della qualità (realtà, negazione, limitazione), tre della relazione (sostanza, causa ed effetto, reciprocità d'azione), tre della modalità (possibilità, esistenza, necessità).
Le dodici categorie di Kant sono il modo di funzione dell'intelletto e sono soltanto forme logiche pure. Le dieci categorie di Aristotele invece sono i generi sommi del pensiero dell'essere.
Fenomeno e noumeno
Fenomeno è ciò che appare all'uomo, in quanto gli si rivela nell'esperienza attraverso le forme a priori che unificano e coordinano i dati sensibili. Noumeno (=pensabile, ma non conoscibile) è inteso da Kant in duplice significato: con valore negativo, e quindi come limite posto alla conoscenza umana, è il fondamento del fenomeno, cioè la realtà oscura e inaccessibile da cui derivano le impressioni sensibili che vengono ordinate dall'attività sensitiva nelle forme dello spazio e del tempo. tale realtà in sé è pensabile come esistente, ma non è conoscibile, perché il senso e l'intelletto umano conoscono solo mediante le forme a priori; con valore positivo, è il soprasensibile, posto fuori dall'esperienza, al quale l'uomo aspira senza poterlo conoscere, perché la conoscenza umana avviene solo mediante la sintesi di contenuto e forma e del soprasensibile non si può avere il contenuto.
Scrive Kant nella sua "Critica della ragion pura": "Ogni nostra intuizione non è che la rappresentazione di un fenomeno. Le cose che noi intuiamo non sono in se stesse quali noi le intuiamo, né i loro rapporti sono cosiffatti come ci appaiono. Quale possa essere la natura degli oggetti considerati in sé ci rimane interamente essere la natura degli oggetti considerati in sé ci rimane interamente ignoto."
Domande da interrogazione
- I concetti e i giudizi sono sintesi di contenuto e forma?
- Che cosa sono le categorie Kantiane?
- Quale differenza esiste fra le categorie di Kant e quelle di Aristotele?
- Che cosa intende Kant per fenomeno e noumeno?
Sì, il contenuto è offerto dall'intuizione sensibile, mentre la forma è la funzione dell'intelletto che sintetizza i dati intuitivi per formare concetti e giudizi.
Le categorie Kantiane sono concetti puri a priori che unificano i dati sensibili e costituiscono le forme dell'esperienza, suddivise in dodici categorie derivate dalla logica aristotelica.
Le categorie di Kant sono forme logiche pure dell'intelletto, mentre quelle di Aristotele sono i generi sommi del pensiero dell'essere.
Fenomeno è ciò che appare nell'esperienza, mentre noumeno è la realtà in sé, pensabile ma non conoscibile, che funge da fondamento del fenomeno.