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Concetti Chiave

  • La teologia razionale tenta di dimostrare l'esistenza di Dio attraverso prove ontologiche, cosmologiche e fisico-teologiche.
  • Kant critica la prova ontologica sostenendo che l'esistenza non è una proprietà di un concetto, rendendo inefficace il salto dal concetto alla realtà.
  • La prova cosmologica viene criticata da Kant per l'uso inappropriato della causalità tra il mondo e Dio.
  • Nella prova fisico-teologica, Kant evidenzia un uso implicito della prova ontologica, attribuendo al creatore tutte le perfezioni possibili.
  • Kant conclude in modo agnostico, affermando che non possiamo né confermare né negare l'esistenza di Dio con le nostre capacità conoscitive.

Indice

  1. Critica delle prove teologiche
  2. Analisi della prova ontologica
  3. Conclusione agnostica di Kant

Critica delle prove teologiche

La critica delle prove dell’esistenza di Dio: Il terzo tentativo operato dalla ragione nella “teologia nazionale” riguarda invece Dio come fondamento della totalità dell’esistente. Muovendo da questa idea la teologia razionale ha cercato di dimostrare l’esistenza di Dio con alcune prove. Prova ontologica: il concetto di perfezione divina implica fra le infinite perfezioni, anche quella dell’esistenza.

Prova cosmologica: la contingenza del mondo implica l’esistenza di un essere assolutamente necessario come sua causa. Prova fisico-teologica: l’ordine della natura implica una finalità e l’esistenza di un artefice.

Analisi della prova ontologica

La critica di Kant investe anzitutto la prova ontologica. Egli osserva che l’esistenza è un fatto e non la proprietà di un concetto: di conseguenza nulla aggiunge o toglie al puro concetto di “perfezione divina”. Kant afferma che sul piano concettuale non vi è alcuna differenza fra “100 talleri” reali e “100 talleri” solo possibili, cioè semplicemente pensati, perché la loro esistenza reale, non aggiunge alcunché a quel concetto In altri termini non si può legittimamente “saltare” dal piano del concetto, e quindi della semplice possibilità, a quello della realtà delle cose. Nella prova ontologica, pertanto, la categoria di esistenza non è stata applicata in maniera corretta, poiché Dio non rientra nell’ambito di un’esperienza possibile, me è per definizione “trascendente”. La seconda prova è quella cosmologica, fa invece un uso improprio del concetto di causa, poiché lo applica per stabilire una connessione tra il mondo (l’effetto) e Dio (la causa). Infine la terza prova, quella fisico teleologica implica un uso tacito della prova ontologica attribuendo questa volta ad un creatore responsabile dell’ordine la totalità delle perfezioni possibili.

Conclusione agnostica di Kant

Con tutto ciò, Kant non nega l’esistenza di Dio, ma giunge ad una conclusione agnostica: sulla base delle nostre possibilità conoscitive non siamo in grado di affermare, ma neppure di negare l’esistenza di Dio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica principale di Kant alla prova ontologica dell'esistenza di Dio?
  2. Kant critica la prova ontologica affermando che l'esistenza è un fatto e non una proprietà di un concetto, quindi non aggiunge nulla al concetto di "perfezione divina". Non si può passare legittimamente dal concetto alla realtà.

  3. Come Kant critica l'uso del concetto di causa nella prova cosmologica?
  4. Kant sostiene che la prova cosmologica fa un uso improprio del concetto di causa, applicandolo per stabilire una connessione tra il mondo come effetto e Dio come causa, il che non è legittimo.

  5. Qual è la conclusione di Kant riguardo all'esistenza di Dio?
  6. Kant giunge a una conclusione agnostica, affermando che, basandosi sulle nostre capacità conoscitive, non siamo in grado né di affermare né di negare l'esistenza di Dio.

Domande e risposte

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