Concetti Chiave
- La teologia razionale, simile a psicologia e cosmologia, è considerata priva di valore conoscitivo nel discutere l'esistenza di Dio.
- Kant critica tre prove dell'esistenza di Dio: ontologica, cosmologica e fisico-teologica, sottolineando la loro mancanza di connessione con la realtà.
- La prova ontologica di Sant'Anselmo viene screditata per il suo salto logico che non garantisce aderenza tra concetto e realtà pratica.
- La prova cosmologica è considerata fallace da Kant poiché applica la categoria di causa-effetto oltre i limiti del mondo fenomenico.
- La prova fisico-teologica è vista come una prova ontologica mascherata, fallace come le altre due, non dimostrando l'esistenza reale di Dio.
Indice
La teologia razionale e Dio
A Dio corrisponde la teologia razionale, che come la psicologia e la cosmologia è priva di valore conoscitivo. Dio rappresenta, anche nel senso comune, dunque a prescindere dal credo, un modello supremo che racchiude in sè ogni realtà e perfezione.
La maggior parte delle religioni, poi, gli hanno attribuito anche una capacità e volontà creativa, considerandolo l'ente da cui derivano gli altri enti.Le prove dell'esistenza di Dio
Nel corso della storia della filosofia, ci sono stati tre tipi di prove dell'esistenza di Dio, che Kant analizza e scredita:
La prova ontologica
Prova ontologica: la cosiddetta "prova di Sant'Anselmo" secondo cui nel concetto di Dio è insito il concetto di perfezione, e nella perfezione è compreso il predicato dell'esistenza, che dunque non può mancare in un ente perfetto. In questa dimostrazione, secondo Kant, è presente un salto: il ragionamento è giusto da un punto di vista logico, ma non ha attinenza con la realtà. L'aderenza tra ragionamento e verità, infatti, non è sempre garantita: alcuni sono corretti da un punto di vista formale (validi) ma sbagliati. Un esempio è : Ogni uomo è immortale. Matteo è un uomo. Matteo è immortale.
Critica alla prova ontologica
Questo ragionamento è valido, ma falso. Dunque, la prova ontologica non ha la garanzia di essere vera, in quanto si riferisce agli attributi, di un concetto logico, e non della praticità.
[va ricordato che "uomo" è un termine medio, oresente nelle premesse ma non nella conclusione]
L'esempio dei 100 talleri
Collegato a questa prova è l'esempio dei 100 talleri: tra cento talleri veri e cento talleri immaginari, l'unica cosa che li distingue è l'esistenza: il fatto di attribuire a quelli immaginari le stesse caratteristiche di quelli reali, infatti, non implica la loro esistenza. Sono due piani diversi, viene scambiato il predicato logico con quello reale, a livello teorico è tutto valido ma non c'è aderenza con la realtà.
La prova cosmologica
Prova cosmologica: in filosofia viene chiamata "prova dell'orologio e dell'orologiaio" e consiste nel pensare, fondamentalmente, che se esiste un oggetto, esiste anche chi lo ha creato. Infatti, se esiste un orologio, necessariamente esiste anche un orologiaio : secondo Kant, tuttavia, questo principio può essere applicato solamente per gli oggetti, non per gli uomini e il mondo individuando una causa prima non causata. I motivi per cui questa prova viene giudicata sbagliata sono due:
Critica alla prova cosmologica
Il primo è che si postula l'esistenza di una causa che, a differenza di tutte le cose del mondo, che sono contingenti ( potrebbero esistere come non esistere ), è necessaria, perché da lei deriva tutto e altrimenti il tutto non si sarebbe originato. Questo ragionamento utilizza la categoria di causa-effetto, ma poiché la sta applicando a qualcosa che va al di là del limite del mondo fenomenico, non c'è garanzia che questa funzioni. È erroneo dunque fare un uso extra-fenomenico delle categorie, che funzionano solamente nel campo dell'esperienza, e pertanto il pensiero non è valido.
Il secondo è che, secondo lui, questa prova non è altro che una prova cosmologica camuffata: dal postulare l'ente necessario, non possiamo impedire logicamente che questo ente esista. Tuttavia, la questione cambia da un punto di vista di realtà.
La prova fisico-teologica
Prova fisico-teologica o teleologica ( da telos = fine, scopo a cui tende qualcosa, in greco ), che è la prova di Dio come supremo architetto, che postula un ordine del mondo: infatti, se questo ordine esiste, esiste anche questo architetto. Le tre prove sono tutte correlate, infatti la seconda e la terza possono essere considerate entrambe come delle prove ontologiche mascherate: dato che la prima prova ontologica è fallace, lo sono tutte e tre.
[Dio è il noumeno per antonomasia, pensabile ma non conoscibile, ma non necessariamente non esistente]
Domande da interrogazione
- Qual è la critica di Kant alla prova ontologica dell'esistenza di Dio?
- In che modo Kant critica la prova cosmologica dell'esistenza di Dio?
- Qual è l'esempio dei 100 talleri e cosa dimostra secondo Kant?
- Come viene descritta la prova fisico-teologica e quale critica le viene mossa?
- Qual è la posizione di Kant riguardo alla conoscibilità di Dio?
Kant critica la prova ontologica affermando che, sebbene il ragionamento sia logicamente valido, non ha attinenza con la realtà. Egli sostiene che l'esistenza non può essere un predicato di perfezione e che il ragionamento formale non garantisce la verità pratica.
Kant critica la prova cosmologica affermando che non si può applicare il principio di causa-effetto al di fuori del mondo fenomenico. Inoltre, considera questa prova una versione camuffata della prova ontologica, priva di validità nel contesto della realtà.
L'esempio dei 100 talleri dimostra che l'esistenza è l'unica differenza tra talleri reali e immaginari. Attribuire le stesse caratteristiche a entrambi non implica l'esistenza dei talleri immaginari, evidenziando la distinzione tra predicati logici e reali.
La prova fisico-teologica descrive Dio come un supremo architetto che ordina il mondo. Kant critica questa prova affermando che, essendo una prova ontologica mascherata, condivide la stessa fallacia della prova ontologica originale.
Kant considera Dio un noumeno, pensabile ma non conoscibile. Sebbene non neghi necessariamente l'esistenza di Dio, sostiene che non possiamo avere una conoscenza certa di Dio attraverso le prove razionali.