Concetti Chiave
- La Critica della Ragion Giudizio esplora il sentimento e la bellezza, posizionandosi tra le altre due Critiche di Kant senza conciliarle.
- In questa Critica, la natura non è ostile o indifferente, ma ha una finalità orientata verso l'uomo stesso.
- I giudizi kantiani si dividono in riflettenti, che suggeriscono una natura finalistica, e determinanti, che utilizzano le categorie per comprendere la realtà.
- Il giudizio estetico tratta del bello e del sublime, con una bellezza che si fonda sul disinteresse e l'universalità, percepita soggettivamente nell'uomo.
- Il giudizio teleologico vede la natura come fine a se stessa, distinta dall'uomo come sua finalità.
La Critica della Ragion Giudizio si occupa del sentimento e della bellezza, per molti la Ragion Giudizio è una via di mezzo tra le altre due Critiche, ma non la loro conciliazione: nella Ragion Pura l'uomo non è libero, ma legato al sensibile, l'uomo nella Pura è scollegato dalla natura alla quale da delle leggi, ma che rimane rispetto all'uomo una realtà differente; nella Pratica invece l'uomo è libero e la natura gli è ostile, perchè la natura gli dice di seguire le sue inclinazioni e i piaceri e non la morale; nella Giudizio, infine, la naturà non è né ostile né indifferente all'uomo, ma ha una finalità che è l'uomo stesso.
Indice
Giudizi riflettenti e determinanti
Nella Ragion Giudizio la natura è vista come principio soggettivo del Giudizio Universale, dove per soggettivo si intende proprio del soggetto. i Giudizi Kantiani si dividono in:
Riflettenti: quelli che fanno riflettere l'uomo, l'uomo infatti pensa che la natura non sia solo meccanicistica, ma abbia un fine quindi che sia finalistica.
Determinanti: quelli che fanno conoscere la realtà tramite le dodici categorie e comprendono due tipi diferenti di Giudizio:
Giudizio estetico e bellezza
1) Estetico: si occupa del bello e del sublime, le cose belle hanno come finalità l'uomo, ovvero il suo piacere e il bello per essere tale si basa sul disinteresse (una cosa è bella perchè è bella), sulla finalità senza scopo (è bello ciò che è armonioso) e sull'universalità (il bello è dimostrabile intuitivamente e non intellettualmente). Inoltre la bellezza è anche libera, la bellezza non è nell'oggetto, ma nell'uomo (terza rivoluzione copernicana di Kant la bellezza non è nell'oggetto, ma nell'uomo) e aderente, la bellezza aderente è il sublime, che non è immediato come il bello, infatti in un primo momento il sublime provoca nell'uomo un senso di piccolezza ed impotenza.
Se il bello deriva dall'armonia, il sublime deriva dalla non armonia. Il sublime può essere dinamico, quando si ha davanti qualcosa di assolutamente potente o matematico, quando l'uomo è davanti a qualcosa di assolutamente grande.
Giudizio teleologico e finalità della natura
2) Teleologico: qui il fine della natura non è l'uomo, ma la natura stessa.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della natura nella Critica della Ragion Giudizio di Kant?
- Come si distinguono i giudizi estetici secondo Kant?
- Qual è la differenza tra giudizi riflettenti e determinanti nella Critica della Ragion Giudizio?
Nella Critica della Ragion Giudizio, la natura non è né ostile né indifferente all'uomo, ma ha una finalità che è l'uomo stesso, vista come principio soggettivo del Giudizio Universale.
I giudizi estetici si occupano del bello e del sublime, dove il bello si basa sul disinteresse, sulla finalità senza scopo e sull'universalità, mentre il sublime provoca un senso di piccolezza e impotenza ed è distinto in dinamico e matematico.
I giudizi riflettenti fanno riflettere l'uomo sulla finalità della natura, mentre i giudizi determinanti fanno conoscere la realtà tramite le dodici categorie, comprendendo giudizi estetici e teleologici.