Concetti Chiave
- Kant was born on April 22, 1724, in Königsberg, Prussia. He became a professor of logic and metaphysics in 1773 and was known for his punctual daily walks.
- In his pre-critical writings, Kant explored science, metaphysics, and ethics, influenced by Newton, Hume, and Rousseau. He sought to explain the universe through mechanical laws while critiquing rationalism.
- Kant's "Copernican Revolution" in philosophy posited that our knowledge is not a passive acquisition of objects but an active construction by the subject, with knowledge arising from experience and a priori principles.
- Kant distinguished between phenomena (objects of sensory experience) and noumena (things-in-themselves), emphasizing that human knowledge is limited to phenomena.
- The Critique of Practical Reason focused on morality, asserting that moral laws are universal and grounded in reason, leading to concepts like the categorical imperative and the autonomy of the will.
Kant
Vita
Nasce il 22 Aprile 1724 a Konigsber(oggi Kaliningrad),cittadina della Prussia orientale,era un enclave
1.Gli scritti precritici.
Tra scienza e metafisica : Scienza,metafisica e morale sono i principali temi trattati negli “scritti precritici”. Sfera teoretica: 1-approfondimento della scienza newtoniana con conseguente applicazione del meccanicismo alla sfera cosmologica. 2-indagine critica nei confronti della metafisica. Principali ispiratori : Christian Wolf,razionalista e Hume,empirista.
La ricerca di un fondamento per l’etica: ripresa del morale sense inglese: “ogni uomo ha in se un naturale sentimento di benevolenza e un senso morale capace di discenderne il bene e il male.” Al centro della filosofia morale appare il concetto di “obbligazione” come azione morale necessaria. A Rousseau invece deve l’indagine della storia e della prassi umana.
Il meccanicismo e le origini dell’universo: “storia universale della natura e del cielo” 1755 rimase sconosciuta per il fallimento dell’editore e il sequestro dei suoi bene spiega attraverso un rigoroso meccanicismo la formazione dell’universo a partire da una nebulosa originaria per effetto esclusivo delle forze di attrazione e repulsione(filosofia naturale di Netwon). Teorie analoghe verranno poi riprse e formulate dal fisico Lambert nel 1761 e astronomo Laplace nel 1796. Kant applica la teoria newtoniana per avanzare un’ipotesi di formazione del sistema dell’universo limitando l’intervento divino alla sola creazione della materia e delle sue leggi. Inoltre il meccanicismo appare a Kant adeguato per spiegare i movimenti dei corpi ma non i fenomeni del mondo vivente.
Contro le pretese del razionalismo: forte influenza di Hume. Attacco critico alla logica. “la falsa sottigliezza delle quattro figure sillogistiche-1762” :la logica non può produrre nuove conoscenze ma solo chiarire quelle che già abbiamo. “tentativo per introdurre nella filosofia il concetto delle quantità negative”-1763: il fondamentale principio di non contraddizione opera sul piano della causalità logica (non posso dire che un corpo è in moto e nello stesso tempo in quiete) e non su quello della causalità reale (un corpo può essere sottoposto a forze contrastanti). “Ricerca sulla chiarezza dei principi della teologia naturale e della morale” 1763 : irriducibilità dell’esperiena al pensiero e necessità della filosofia d’ispirarsi alla scienza newtoniana piuttosto che alla matematica
L’esistenza non è un attributo logico. “Unico argomento possibile per una dimostrazione dell’esistenza di dio” 1763. Sottopone a critica le prove elaborate dalla tradizione. Prove a posteriori Kant definisce la natura come rapsodia-caotica-eterogena
Tono ironico e elggere per attaccare Emanuele Swedenbors che pretendeva di parlare con i morti. Ne approfitta per attaccare tutta la metafisica. Così come un sognatore nella sua testa si crea una realtà priata,sconosciuta al mondo,così anche un “visionario” è un “fabbricante d castelli in aria”. Non basta una coerenza logico-formale,serve un’esperienza comune e ripetibile. Dunque le questioni che esulano dal campo dell’esperienza devono essere abbandonate poiché su di esse non si possono produrre che “invenzioni”.
Nuovo compito della metafisica: come “scienza del limiti della ragione” da qui il programma del lavoro della Critica della ragion pura: definire le condizioni e circoscrivere i limiti al cui interno possa essere costruito un sapere matematico.
-Dissertazione del 1770: de mundi sensibilis atque intellegibilid forma et principiis.
• Distinzione fra conoscenza sensibile e conoscenza intellettuale • La concezione dello spazio e del tempo come forme a priori dell’intuizione.
2.La rivoluzione copernicana.(considerare l’esperienza e la conoscenza non come “acquisizioni”dell’oggetto ma come costruzioni attive a opera del soggetto)
Criticismo: krinos=separare. Esame della leggittimità dei limiti e delle condizioni di possibilità di ogni facoltà umana in campo teorico-pratico.lavoro di indagine che la ragione è chiamata a fare su ses tessa.
Razionalismo: la conoscenza si fonda su principi a priori,limiti: si trova in difficoltà a giustificare la concordanza tra rapprsentazione e oggetto,pensiero ed essere.
Trascendentalismo kantiano: la conoscenza muove dall’esperienza che però è possibile solo attraverso principi a priori.
Nuova prospettiva dovuta alla rivoluzione copernicana. Così come copernicò rovesciò il sisema tolemaico mettendo il sole in mezzo al centro del sistema così si rovescia la prospettiva gnoseologica tradizionale “gli oggetti devono regolarsi sulla nsotra conoscenza”. La rivoluzione è che non esiste prima un oggetto di cui noi poi facciamo esperienza sensibile ma il modo in cui si costituiscono gli oggetti dell’esperienza è determinato dalle funzioni del pensiero. Tali funzioni non derivano dall’esperienza ma sono a priori.(non si tratta però di verità innate.)
Trascendentale :
• I significato: indica le funzioni a priori del pensiero che rendono possibile l’esperienza e la conoscenza. In tale caso si oppone ad “empirico” perché non ha origine dall’esperienza sensibile e a “trascendente” perché indica una modalità di conoscenza che pur essenso a priori si realizza solo in rapporto con l’esperienza.
• II.L’io penso. -quando l’aggettivo qualifica il soggetto della conoscenza “l’io che pensa”.questo non è(come invece per Caresio) una sostanza pensante ma coincide con l’insieme coordinato delle funsioni a propri ossia le funzioni trascendentali che rendono possobile l’esperienza. “soggetto/io trascendentale”= indica il modo di funzionare del pensiero che è identico in ogni singolo io o soggetto empirico.
• III.riferita alla filosofia. kant “chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti ma del nostro modo di conoscenza di oggetti in quanto questa deve essere possibile a priori”.
Giudizi analitici e sintetici
Le nostre conoscenze del mondo si esprimono in giudizi che consistono nell’attribuzione di un predicato a un soggetto.ma la connessione può essere di due tipi: analitica o sintetica
-Giudizi analitici :il predicato è compreso nel conetto del soggetto es.”tutti i corpi sono estensi”
Debito di Kant verso Hume: il nesso causa-effetto non è analitico ma è posto per via dell’esperienza.La conoscenza deve essere sontetica,ossia compresiva di elementi empirici e al tempo stesso razionalmente fondata. Giudizi sintetici a Priori: il predicato non è compreso nel concetto del soggetto ma è collegato ad esso in modo universale e necessario. Sono universali e necessari e al tempo stesso estendono il sapere. L’esistenza dei giudizi sintetici a priori è testimoniata dalla matematica e dalla fisica.
-Matematica : giudizi a priori in quanto “portano con sé quella necessità che non può mai essere tratta dall’esperienza” e sono alcontempo sintetici. In 7+5=12 il risultato non è analititcamente contenuto dalla somma di 7 e di 5 in forza del principio di non contraddizione: nel 12 è contenuto qualcosa che non era ne nel 7 ne nel 5.
-Fisica: il giudizio “in tutti i cambiamenti del mondo corporeo la quantità di materia resta invariata” è universale e necessario e al contempo sintetico perché la determinazione di permaneanza non è di per sé contenuta nel concetto della materia.
3.la consocenza sensibile:lo spazioe e il tempo.
L’intuizione empirica.
Estetica trascendentale aistesis= sensazione. Indagine sulla conoscenza sensibile- gli oggetti ci vengono dati attraverso la sensibilità che è la capacità del soggetto di essere modificato dall’oggetto,cioè di avere(ricevere)sensazioni. L’intuizione è la rappresentazione immediata dell’oggetto percepito con i sensi ossia conoscenza immediata e diretta dell’oggetto. Kant esclude che vi siano intuizioni intellettuali e per lui l’intuizione è la forma di conoscenza propria ed esclusiva della sencibilità, perciò è chiamata “empirica”.gli oggetti rappresentati nell’intuizione empirica sono i fenomeni ovvero le cose in quanto ci appaiono(greco phainomai=apparire)e sono conosciute da noi;non le cose come sono in se stesse(noumeni). Nel fenomeno di possono distinguere :
1.la materia:ciòè il contenuto,ovvero la sensazione propriamente dtta(odori,colori,sapori ecc.)
2.la forma ossia il collegamento delle diverse sensazioni secondo certi ordini e rapporti. Tale connessione non piò provenire dalla sensazione(a posteriori) ma è posta dal soggetto nell’atto stesso di intuire,quindi a priori .
Facendo astrazione dagli elementi di contenuto che sono presenti dall’intuizione empirica ricaviamo l’intuizione pura ovvero la forma a priori della sensibilità. Due sono le forme a priori dell’intuizione : spazio e tempo.(Per Netwon spazio e tempo erano assoluti in quanto attributi di dio/Leibnitz: spazio e tempo non sono realtà a se stanti ma solo relazioni fra corpi e fenomeni)
Spazio: non può essere un concetto ricavato dall’esperienza sensibile ma è la forma del senso esterno.
Tempo: è la forma del senso interno “cioè intuizione di noi stessi e del nostro stato interno”dunque la forma in cui il soggetto intuisce le proprie modificazioni interne. Il tempo non viene ricvato astraiendo fs una successione di fenomeni ma è ciò che è rende possibile il ftto che noi ci rappresentiamo determinati fenomeni in successione.
“Principium successionis atque coecsistentia” il tempo nasce per la successione di istanti che sono il rapporto che noi abbiamo con la realtà. Il nostro di modo di relazionarci con la realtà si attua attraverso gli atomi percepiti uno dopo l’altro:tempo/uno accanto all’altro:spazio. L’atomo è dentro di noi,noi siamo strutture atomiche,lo spazio e il tempo sono dentro di noi. La sensibilità umana è fatta di spazio-tempo. La realtà si fenomenalizza(mostra) nel modo in cui siamo fatti,ossia spazio-tempo.
Il tempo ha un primato sullo spazio(come Agostino): ho una rappresentazioe spaziale solo se ho un’intuizione temporale. Ogni intuizione costituisce una modificazione interna del soggetto che percepisci e quindi risulta temporalmente ordinata. Perciò il tempo è condizione formale a priori non solo dei fenomi interni ma anche di tutti i fenomeni. A priori: (per Platone le idee sono nell’iperuranio:oggettivismo/ per kant sono dentro il soggetto:soggettivismo). Trionfo del nominalismo sul realismo,la mente supera la natura/rivoluzione copernicana. Il tempo e la cuasa sono dentro di noi es”il sole sorge ance se noi non esistessimo più” in relazione a un soggetto.
Popper: la natura trascende l’uomo=non può conoscere le leggi della natura ma le crea.
La fondazione delle matematiche: giudizi sintetici a priori,trovano il fondamento nell’intuizione pura ossia spazio e tempo. Geometria: intuizione spaziale. Arriviamo al predicato(figura) per sintesi rappresentandoci nello spazio due punti e costruendo mentalmente tra di essi punti e linee di congiunzioni. Aritmetica: “costruisce i suoi concetti di numero per una successiva addizioe di unità di tempo”. Si fondano sull’intuizione pura del tempo cioè il calcolo mentale che ci porta a costruire per sintesi la somma aggiungendo le unità.
L’estetica trascendentale ha condotto l’indagine delle forme pure della sensibilità assicurando alle matematiche una leggittimazione basata sull’intuizione spazio-temporale
4.L’intelletto: le categorie e l’io penso.
Dall’intuizione al concetto: Logica trascendentale compito:estendere tale esame alla conoscenza intellettuale. Sfera della sensibilità= intuizioni. Sfera dell’intelletto=concetti. Intuizioni e concetti sono le due grandi fonti della conoscenza che si costituisce dal loro ineliminabile rapporto.”i pensieri senza contenuto sono vuoti,le intuizioni senza concetti sono cieche…”
-Analitica trascendentale: obbiettivo fondazione scienze della natura. Tratta degli elemti della conoscenza pura dell’intelletto= concetti
-“Questo sasso posto al sole si è riscaldato”:giudizio percettivo=mera registrazione di un’esperienza
-“il sole riscalda gli oggetti” giudizio d’esperienza. È posta uan connessione universale,cioè valida per tutti tra un fenomeno e la sua causa. Si tratta di indicare secondo quali regole universali si diano questi giudizi. Oddua ub cge idi uk nibdi baturale si costituisce per noi come oggetto di esperienza e conoscenza scientifica.
Empirismo:i concetti sono ricavati dall’intelletto per astrazione dei dati sensibili
Razionalismo:i concetti sono verità innate nella ragione umana
Kant: i concetti puri o categorie sono funzioni a priori prodotte dall’intelletto ma applicabili solo al fenomeno cioè ai dati forniti dall’intuizione spazio-temporale.
I concetti puri o categorie: kanti muove da una “scomposizione della facoltà intellettiva” alla ricerca delle forme attraverso le quali si produce la conoscenza per concetti che è propria del pensare. Egli considera i concetti dell’intelletto come funzioni ossia come operazioni di riordinamento e di unificazione delle”diverse rappresentazioni di una realtà comune”. Concetti puri: l’intelletto se ne serve per ordinare e unificare il mondo dell’esperienza ossia regole universali sotto le quali avviene la conoscenza. =Categorie. Si distinguono dai concetti empirici che derivano dall’esperienza e sono ottenuti da essa per astrazione.
Per individuare tali categoria bisogna ricorrere all’analisi del giudizio. Giudicare:unificare. Abbiamo tante categorie quanti sono i giudizi 12. Aristotele:categorie leges entis,preciso contenuto ontologico/Kant:leges mentis=funzioni a priori dell’intelletto il cui compito è di sintetizzare e unificare i dati dell’intuizione.
L’intelletto mediante categorie istrituisce fra gli oggetti la conenssione necessaria alla formulazione del giudizio.
-Categoria di sostanza: è la funzione o operazione per mezzo della quale l’intelletto interviene a unificare determinati dati sensibili “sostantificandoli” e facendone una cosa. È in virtù di tala categoria se possiamo pensare i dati sensibili quali attributi, o accidenti di uan qualche sostana. Es quando percepiamo del bianco o del liscio(che siao permanentemente associati tra loro(). La categoria non dice però a quale tipo di sostanza sia alla base del bianco e del liscio(un foglio,un tavolo ecc) ma solo che essi(iil binaco o il liscio)siano attributi di una qualche sostanza. Poiché le categorie sono concetti puri e non empirici come foglio,gatto ecc.
-Categoria di causalità: è la funzione mediante la quale due fenomeni successiivi nel tempo vengono unificati e collegati tra loro in modo tale che quello precedente sa pensato come causa del successivo e questo come effetto del prima. La categoria istituisce tra i due eventi-temporaknebte successivi-la connessione. Non istituita dall’esperienza ma dall’intelletto quindi oggettiva
L’io penso: (per cartesio il cogito era uan sostanza,per Kant una funzione)
Deduzione trascedentale delle categorie: l’esperienza ovvero la sintesi unitaria del molteplice sensibile,è possibile solo a condizione che tale unificazione sia prodotta dalla spontanea attività del soggetto. Inteso non in senso cronologico ma logico. L’unificazione precede ogni altra rappresentazione in quanto la rende possibile. Iopenso= appercezione trascendentale=unificazione della costruzione dl mondo dell’esperienza. È l’autocoscienza universale che rende possibile a ciascun soggetto la sitesi delle proprie rappresentazioni. Io penso come centro di unificazione dell’esperienza
Fondamento della legalità della natra: il mondo dei fenomeni e la possibilità della sua conoscenza si fonda dunque sll’unità originaria dell’autocoscienza. Dalla natura considerata come insieme di fenomeni(materia specatata) si può passare alla natra come inisme di leggi(formaliter spectata)ossia la scienza.”le leggi non esistono nei fenomeni ma solo relativamente al soggetto a cui i fenomeni ineriscono in quanto possiede n intelletto” l’intelletto non ricava dnque le leggi dalla natura ma le prescrive ad essa. L’attività unificatrice e legistratrice dell’intelletto si esercita sempre sui dati dell’intuizione sensibile,all’interno del perimetro dell’esperienza. È attività unificatrice non creatrice,quale potrebbe essere quella di un intelletto divino.
Io penso=le nostre rappresentazioni si riferiscono a una rappresentazione originaria(necessaria e universale per tutti) ,l’io penso che soggetto trascendentale che costituisce la condizione di possibilità sia della nostra conoscenza del mondi esterno sia di noi stessi in quanto soggetti. Questo è il risultato della dedzione trascendentale delle categorie.(garanzia dell’unità dell’esperienza e di noi stessi come soggetti)
Categorie=funzioni trascendentali attraverso le quali l’intelletto ordina il mondo e ne definisce le leggi all’interno della fisica.
5-il sapere scientifico.
Lo schematismo trascendentale
Analitica dei concetti: Kant spiega come siano possibili un’esperienza e conoscienza oggettiva grazie alle categorie.
Analitica dei principi: spiega come applicarle di fatto ai fenomeni. I prinicipi sono “le regolo dell’uso oggettivo delle categorie” osia le regole sotto le quali le categorie possono essere applicate. Poichè non è possibile una conoscenza con la sola sintesi tra intuizioni e concetti e poichè tra essi vi è una differenza di genere e non di grado kant introduce il concetto di schematismo trascendentale: l’intelletto nella sua funzione di unificazione del molteplice sensibile opera attraverso schemi cioè “rappresentazioni intermediarie” lo schema è una rappresentazione diversa dall’uniozione(prodotto della sensibilità) e dei concetti (prodotto dell’intelletto) ma ha un carattere comunwue con ognuno dei due: tale facoltà produce l’immaginazione ossia “facoltà di rappresentare un oggetto nell’intuizione,anche senza la sua presenza”
L’immaginazione condivide con la sensibilità :il fatto che le sue rappresentazioni siano intuizioni. /con l’intelletto; tali rappresentazioni sono prodotte spontaneamente e non ricevute passivamente dal soggetto.
La capacità di fare da ponte tra intuizione e concetto da parte dell’immaginazione è dovuta al fatto che essa sia una “determinazione trascendentale del tempo” il tempo: forma del senso interno è la condizione di possibilità a priori di tutti i denomeni(anche quelli esterni) è dunque l’elemento comune q tutti gli oggetti d’esperienza. Il tempo è la condizione di possibilità non solo di tutti i fenomeni ma anche della conoscenza intellettuale. È attraverso il tempo che si opera la sintesi fra concetto e fenomeno intuito.
-Schemi di concetti empirici e di figure geometriche :lo schema è un prodotto dell’immaginazione ma non è un immagine che produce un oggetto,piuttosto è l’insieme di regole necessarie alla costruzione es”se io immagino un triangolo,ne ho l’immagine che però rappresenta solo quel determinato triangolo e non il triangolo in generale.se però posso disegnare Quel triangolo è perchè l’immaginazione mi fornisce lo schema del concetto di triangolo che contiene i rapporti formali che caratterizzano il triangolo,quindi è un MODELLO valido per tutti i tipi di triangoli. Analogamente lo schema di un concetto empirico come “cane” rappresenta non il cane ma una forma generale che permette di riconoscere e classificare quel tipo di animale
-Schemi trascendentali: dei concetti puri= le categorie che rendono possibile l’applicazione delle categorie stesse ai fenomeni. Gli schemi trascendentali NON SONO QUALCOSA CHE SI AGGIUNGE ALLE CATEGORIE ma sono le categorie stesse nel momento in cui entrano in relazione con il tempo. Senza il tempo le categorie non potrebbero applicarsi a nessun ogetto dell’intuizione
I principi dell’intelletto.
spiegato attraverso lo schematismo trascendentale come le categorie si applicano ai fenomeni kant passa a spiegare quali sono i prinicpi,ossia regole attraverso cui le categorie “schematizzate” vengono applicate agli oggetti
A. Gli assiomi dell’intuizione
C. Le analogie dell’esperienza
2. Principio della legge temporale secondo la legge della causalità : “ tutti i mutamenti accadono secondo la legge della connessione causa e di effetto”. Kant tenta la risposta al problema di hume = la legge causa-effetto non è ricavata dell’esperienza di eventi in successione ma è il presupposto della costruzione di qualsiasi serie temporale di eventi.
3. Principio della simultaneità secondo la legge dell’azione vicendevole o comunanza “tutte le sostanze in quanto percepibili nello spazio come simultanee,si trovano fra loro in azione reciproca universale”. Relazioni causali reciproche:ciascun fenmeno condiziona gli altri e ne è al tempo stesso condizionato.
D. I postulati del pensiero empirico: categoria relazione. Non aggiunge nulla rispetto al contenuto della conoscenza ma indica secondo quali refole i fenomeni conosciuti possano essere considerati,possibili,reali o necessari.
-Possibile: “ciò che è in accordo con le condizioni formali dell’esperienza”
-Reale : “ciò che si connette con le condizioni materiali dell’esperienza”
-Necessario: ”ciò la cui connessione con il reale è determinata secondo le condizioni universali dell’esperienza” ossia fenomeno ricavato da una legge empirica universale “Newton,legge gravitazionale”.
Necessità logica : riguarda semplici relazioni tra idee
Kant: mondo dell’esperienza e delle sue leggi : (è necessaria la chiusura dell’orbita dei pianeti:che i pianeti fuggano per la tangente è infatti impossibile,in conseguenza della legge di gravitazione universale). Dunque il sistema dei principi dell’intelletto contiene la “scienza naturale pura” ossia le leggi generalissime che non sono però a priori ma è compito della ricerca scientifica identificarle osservando la natura e formulando appropriate teorie esplicative che richiedono però di essere sperimentalmente verificate.
6-la ragione,le idee e la dialettica
Kant opera la distinzione tra fenomeno e noumeno
-fenomeno : oggetto della nostra esperienza sensibile ,ossia costituiti dall’intuizione spazio-temporale
-noumeno : le cose “così come sono in se stesse” dunque indipendentemente dall’esperienza. Due sensi: negativo = l’oggetto di cui non abbiamo intuizione sensibile “la cosa in se”/positivo oggetto di un’intuizione non sensibile,intellettuale.
È possibile solo la prima,in senso negativo. Il noumeno quindi diventa un concetto limite con il quale noi possiamo delimitare il confine della conoscenza oltre il quale l’intelletto non può passare.
Dialettica trascendentale: protagonista la ragione intesa come conoscenza di ciò che sta al di là dell’esperienza. L’intelletto opera mediante categorie l’unificazione del molteplice intuito,la ragione opera con l’idea.
Idea= “oggetto necessario della ragione al quale non può essere dato un oggetto congruente nei sensi” non sono escogitazioni arbitrarie ma un prodotto necessario della ragione. Il problema che la ragione mira a risolvere è quella della totalità. L’intelletto umano difatti è finito e insieme ad esso l’esperienza in esso ne è limitatamente circoscritta eppure è una caratteristica costitutiva del pensiero quello di volerne afferrare la totalità.
Idee
-Platone: essenze,forme,modelli della realtà,hanno un valore ontologico
-Empirismo: rappresentazioni prodotte dal pensiero umano sulla base dell’esperienza
-Kant: rappresentazioni prodotte dala ragione,a priori,senza oggetti corrispondenti nell’esperienza. La ragione posta una connessione causale tra un certo numero di fenomeni tende a risalire ad una causa prima. “logica della parvenza”il prodotto sono solo illusioni.carattere illusorio delle affermazioni della metafisica quando essa fa un uso trascendente,cioè esteso al dilà dell’esperienza.
La ragione procede attraverso sillogismi per pervenire ad una totalità incondizionata.
• Idea di anima(il soggetto assoluto,incondizionato)
• Idea di dio(la totalità dei fenomeni esterni)
• Idea di mondo(la condizione assoluta di ogni realtà)
I. Psicologia razionale afferma che l’anima sia una sostanza,che è semplice (non ulteriolmente scomponibile e quindi incorruttibile) che permane identica a se stessa nel tempo. Tale dottrina secondo Kant è fallace perché fondata su paralogismi cioè pseudo-ragionamenti su sillogismi erronei. Errore= la psicologia razionale parte dal fatto che esiste un soggetto,l’io penso,come momento di unificazione delle rappresentazioni, e lo trasforma arbitrariamente in una sostanza sussistente di per se,in un’anima. Arbitrarietà= tale trasformazione avviene applicando le categoria di sostanza all’io peso,che non è un oggetto ma l’unità della coscienza. Quella che è una condizione logico-trascedentale della conoscenza viene trasformata in una realtà,nell’oggetto di una conoscenza inevitabilmente illusoria.
II. Cosmologia razionale: idea di mondo intesa come totalità delle condizioni dei fenomeni. L’illusorietà del tentativo della ragione di conoscere il mondo come totalità è dimostrata dal fatto che esso conduze ad antinomie=coppie di proposizioni in contraddizione fra loro e tuttavia egualmente dimostrabili. La radice dell’antinomia sta proprio nell’illegittimità dell’idea di mondo come totalità esistente in se ossia nell’applicazione delle categorie al di là dell’esperienza.
III. Idea di dio come ideale di un essere suprmo,originario,perfetto in cui sono racchiusi tutti i predicati possibili. Ente di ragione= rappresenta la totalità di tutte le realtà possibili. L’illusione della ragione consiste nel trasformare questo concetto ideale in una realtà. Critica le tradizionali prove dell’esistenza di dio
• Critica prova ontologica : parte dal concetto di un essere perfetto, sarebbe contraddittorio pensare un essere assolutamente perfetto privo dell’attributo dell’esistenza. L’errore di questa prova secondo Kant consiste nel passaggio arbitrario dal piano logico a quello ontologico dal pensiero all’essere. L’esistenza non è un predicato logico ma qualcosa che può essere dato solo all’interno dell’esperienza. Ogni giudizio esistenziale è sintetico: la negazione dell’esistenza di dio dunque non è di per se contraddittoria (es.100 talleri)
• Critica prova cosmologica :parte dalla contingenza del mondo (ex contingentia mundi)risalendo,in base al principio che ogni contingente ha la sua causa,all’esistenza di un essere necessario,cioè non causato. Obiezioni di Kant: 1.utilizzo indebito della categoria di causalità oltre l’ambito dei fenomeni, al di fuori del quale essa “non ha alcun senso”2.l’argomento reintroduce surrettiziamente la prova ontologica,anche se arrivassimo a una causa prima potremmo inferirne l’esistenza solo in base all’argomento ontologico
• Critica prova fisico-teologica argomenta la prova di dio a partire dall’ordine,dall’armonia e dalla bellezza presenti nella netura. Essere supremo come garante dell’ordie del cosmo. Secondo kant con tale prova si può arrivare a “archietetto del mondo”,principio ordinatore ma non di un ente creatore del mondo.
Nella dialettica trascendentale dunque Kant ribadisce l’impossibilità della metasifca di persistere come scienza se non come critica dei limiti della conoscenza e come indagine sulle modalità di costituzione del mondo dell’esperienza. La ragione opera attraverso le idee per estendere il più possibile il capo dell’esperienza. Perciò le idee della ragione si rivelano uno stimolo e una componente essenziale della conoscenza della natura e dell’uomo.
Kant si occupa di compiere un’indagine critica sui fondamenti della morlalità per definire le condizioni formali non i singoli contenuti o precetti
-leggi di natura: sono regole necessarie e universali dell’accadere dei fenomeni
-leggi morali: espreme un’obbligazione in modo universale e mecessario,che valga cioè per tutti.
Volonta :”facoltà di produrre oggetti corrispondenti alle rappresentazioni”. Ogni essere umano a differenza degli animali ha la possibilità di agire in base a proprie rappresentazioni
Massime: è un principio soggettivo “considerata dal soggetto valida solo per la propria volontà”
Legge morale: principio oggettivo “valida per la volontà di ogni essere razionale”
Tra massima e morale vi è una differenza di forma non di contenuto.
Kant esclude che il principio morale possa essere empirico in quanto le dottrine morali che si fondano sull’utile,piacere,felicità sono insoddisfacenti. Ciò che viene dall’esperienza è troppo causale per essere esteso universalmente. Il fondamento della moralità è dunque a priori,ricavato dalla ragione;è la ragione stessa che detta le leggi di determinazione della volontà. La legge morale prescrive cosa si debba volere. Il dovere è “la necessità di compiere un’azione unicamente per rispetto di una legge morale” . la legge morale si esprime con l’obbliga
• Imperativo ipotetico: “l’azione è buona riguardo a uno scopo possibile o reale”prescrivono quali mezzi sono necessari per raggiungere determinati fini. A differenza delle massime essi hanno carattere oggettivo e si dividono in –regole dell’abilità: i mezzi in rapporto ai fini che un individuo si pone e un altro no(es.se voglio avere più caldo devo accendere il fuoco)i fini non sono in questione-vale tanto per il medico che per l’omicida/ consigli della prudenza :mezzi adeguati per uno scopo che si suppone desiderato da tutti gli uomini:felicità. La felicità dunque è riconosciuta come esigenza e bisogno fondamentale di ogni uomo e il fine di una condotta accorta e “prudente” ma non è considerata il fondamento di un agire morale “la dignità del dovere non ha a che fare con il godimento della vita”
• Imperativo categorico : “dichiara l’azione ome oggettivamente necessaria per se stessa,senza relazione alcuna con uno scopo qualunque” esso descrive il dovere per se stesso incondizionatamente,non riguarda la materia dell’azione ma l’intezione cioè il principio formale di determinazione della volontà. “imperativo della moralità”
Tre formulazioni imperativo categorico
1. “Agisci unicamente secondo quella massima in forza della quale tu puoi volere nello stesso tempo che essa divenga una legge universale” legge fondamentale della ragion pratica: prescive non l’azione ma coem determinare la propria volontà e fornisce un criterio per decidere circa la moralità di un’azione,nel momento in cui una massima sogettiva possa essere pensata come legge orale oggettiva
2. “Agisci in modo di trattare l’umanità tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro,semore nello stesso tempo come un fine e mai unicamente come un mezzo” legge morale considerata rispetto al fine dell’azione.l’unico fine che può essere moralmente proposto è quello dell’uomo stesso come valore assoluto
3. “agisci in modo tale che la tua volontà posa,in forza della tua massima,considerare se stessa come istituente nello stesso tempo una legislazioen universale” Autonomia della volontà: l’uomo come essere razionale è legge a se stesso e la sua ragione è la fonte unica di una legislazione universale.
Rivoluzione copernicana in campo morale: “la buoan volontà è tale non per le sue azioni,o per i suoi successi,non per la sua attitudine a raggiunere questo o quello scopo,ma soltanto per il volere,cioè è buona in se”. Indagine sul motivo determinante.
Virtù, libertà, felicità
La moralità si fonda sull’autonomia della volontà,presuppone dunque la libertà = “proprietà della volontà di essere a se stessa la propria legge” solo una volontà libera può agire in modo da subordinare le proprie massime alla legge razionale universale. Solo la libertà rende possibile l’imperativo categorico. La libertà è condizione trascendentale di possibilità della vita morale ma apre una nuova prospettia al rapporto fra mondo sensibile e intellegibile. Non possiamo avere della libertà una conoscenza oggettiva poiché è priva di un oggetto corrispondente nell’intuizione sensibile ma ne sperimentiamo l’esistenza nella vita morale. È la legge morale a rivelarci la realtà della libertà.”Tu devi quindi puoi” da ciò deriva una certezza riguardante l’oggettività pratica dell’idea di libertà pur rimanendo del tutto indimostrabili teoreticamente.
L’uomo come essere fenomenico è determinato dalla causalità naturale,esso,in quanto “intelligenza dotata di uan volontà” è capace di lobertà e autonomia=se neghiamo quindi le legge morale collochiamo noi stessi nell’ordine della necessità naturale;al contrario con la scelta della legge morale ossia dell’autonomia ci collochiamo nell’ordine della libertà. Si rivela un mondo intellegibile governato da una moralità razionale comune=regno dei fini poiché in esso gli uomini sono intelligenze che si rapportano come fini in se e come cooperanti a un fine comune. Non è un mondo che può essere conosciuto e neppure realizzato compiutamente ma è una prospettiva che deve essere assunt in vista della morale.
Virtu/felicità. Kant esclude che la felicità possa essere a fondamento della vita morale ma così come nella ragion pura la ragione tende a cogliere la totalità e l’incondizionato,così in campo pratico tende a raggiungere la totalità del bene ossia l’unione di virtù e felicità=sommo bene. La virtù infatti è il bene supremo ma senza felicità ne esaurisce la totalità del bene a cui un essere razionale può aspirare.la felicità però ha a che fare con fini e mezzi empirici e dunque la relazioen fra virtù e felicitù va pensata non nell’ordie del sensibile ma in quello intelleggibile (non sempre i giusti non felici). Nel mondo fenomenico infatti non è possibile nessuna garanzia di tale relazione ma nel mondo noumenico il sommo bene può essere pensato come oggetto total della ragion pratica=unione della virtù(che rende degni della felicità)e la felicità stessa.
I postulati: sono ipotesi indomostrabili ai fini di capiri i limiti della sfera pratica.
-immortalità dell’anima : il sommo bene contiene in se il concetto di virtù perfetta,ma tale perfezione o santità non è raggiungibile nel corso di un’esistenza di un essere finito ma è pensabile solo all’infinito come meta di un progresso continuo di perfezionamento morale e quindi sotto la condizione dell’immortalità dell’anima
-esistenza di dio è necessario per pensare come possibile un accordodi moralità e felicità. Dio pensato come “sommo bene originario” è garanzia della possibilità che vi sia un accordo fra virtù e felicità.£è moralmente necessario ammettere k’esistenza di dio”
-libertà: condizione dell’intera vita morale
Critica ragion pura: mostra come l’intelletto costituisca il mondo dell’esperienza unificando il molteplice dell’intuizioe sensibile sotto le categorie a priori,un mondo fenomenico interpretabile solamente secondo le leggi della causalità meccanica con esclusione di qualsiasi finalità
Critica ragion pratica : rivela l’esistenza di un mondo morale le cui leggi sono determinate dalla ragione in assoluta autonomia. E in essa la libertà è condizione di possibilità della vita morale.
Giudizio=”pensare il particolare come contenuto nell’universale”
• Giuidizio determinante :sussumendo il particolare sotto una legge universale. Si effettua l’applicazione di un universale a un oggetto:modalità conoscenza scientifica=speiga fenomeni particolari attraverso leggi universali. È dunque costituitivo dell’oggetto
• Giudizio riflettente : muove da un particolare dato alla ricerca di un universale. Si esercita una riflessione a partire dell’oggetto determinato alla ricerca di un univerrsale in cui comprendere l’oggetto. Svolge una funzione euristica=guida alla scoperta di una connessione fra oggetti.
Finalità : principio a priori del guidizio riflettente,xonsidera il mondo naturale come se fosse organizzato secondo un fine,secondo una direzione unitaria di tutte le sue parti. Serve come guida per conderare la antura dal punto di vista sìdella sua unità/armonia. Il giudizio determinante invece considera la natura dal punto di vista della sua causalità meccanica.questo “concetto di finalità trascendentale” non attribuisce niente all’oggetto della natura = non pretende di spiegare scientificamente il mondo. L’esistenza di una finalità interna alla natura non entra nel campo dell’esperienza. Ci permetto solo di avere “un’esperienza coernte in tutto nel suo complesso”
Causalismo/finalismo
• Concezione teleologica : la finalità costituisce la chiave di comprensione della realtà
• Concezione meccanicistica: tutti i fenomeni(naturali e umani) sono determinati causalmente
• Kant :la conosceza si basa sul rapporto causa-effetto(categorie);quello di finalità è un concetto utile per dare unità all’esperienza ma non è costituivo dei fenomeni.
Fra conoscenza e volontà Kant colloga il sentimento di cui il principio è la finalità. Il sentimento non può dare conoscenza scientifica ne morale ma pone un modo particolare di guardare agli oggetti,rapportandono la forma al sentire del soggetto- in rapporto al sentimento di piacere o dispiacere. Il piacere è sempre legato alla presenza della finalità. “il conseguimento di qualunque scopo è accompagnato da un sentimento di piacere” kant distingue due modi di rappresentarsi la finalità di un oggetto :
• Facoltà :conoscenza
• Sentimento
Il giudizio estetico : il gusto è “la facoltà di giudicare il bello.” Il bello dunque non appartiene allo cose ma è posto nel giudizio che valuta il rapporto fra una rappresentazione e il sentimento di piacere o dispiacere
Giudizio estetico: bello e sublime
Il sublime si divide in
Il piacere del sublime è indiretto perché è l’”armonioso contrasto” tra immaginazione e ragione. Dispiace : per non poter cogliere l’assoluto /piacere: sonsapevolezza pochezze nostra sensibilità.
Giudizio teleologico : la finalità della natura
Scopo finale non dipende da nessun’altra condizione che non sia la sua idea,l’unico che ha la capacità di agire secondo una causalità diretta=volontà è l’uomo che da a se stesso la legge di determinazione di tale volontà =legge morale. L’uomo è l’essere la cui “esistenza ha in se stessa uno scopo supremo”
Storia,diritto e libertà
Libertà e diritto.
-piacevole= in mezzo vi è l’interesse immediato per l’oggetto
-utile : una cosa piace “soltanto come mezzo”.
-buono morale : obbedienza a un imperativo razionale.
Il bello è un oggetto di un piacere regato alla pura rappresentazione. Il giudizio di gusto è sempre soggettivo (non arbitrario e individuale). Es. se dico che un oggetto mi piace sto esprimendo una sensazione se dico è bello formulo un giudizio = connetto la rappresentazione dell’oggetto al mio sentimento di piacere in modo universale. “E’ bello ciò che piace universalmente senza concetto”.
La necessità del giudizio di gusto non è apodittica perché non viene dimostrata ma è fondata da una modalità trascendentale di apprensione dell’oggetto nell’esperienza= universalità soggettiva
Accordo immaginazione(fantasia)+intelletto= origine del piacere “che universalmente è chiamato valido nel giudizio di gusto”.
Nel dire “è bello” si coglie una voce universale e non una disposizione soggettivs. Tale universalità non rende possibile però la conoscenza dell’oggetto: l’esperienza estetica rivela la finalità solo coe accordo delle rappresentazioni interne al soggetto,
Bello e sublime sono accomunati = piacere disinteressato,carattere riflessivo del giudizio
-Bello : risiede nella contemplazione della forma dell’oggetto: la sua limitatezza
-sublime : si ha dinnanzi l’informe,l’illimitato
• Matematico : nasce di fronte a ciò che è smisuratamente grande
Di fronte alla grandezza(subime matematico) e alla potenza(subime dinamico) della natura si rompe quell’armonico gioco di sensibilità e intelletto che costituisce la radice del piacere del bello. Anzi le nostre facoltà entrano in conflitto generand un sentimento contraddittorio di attrazione-repulsione =sublime. Il momento in cui ci sentiamo attirati dalla grandezza della natura e sperimentiamo l’inadeguatezza dei noistru mezzi concettuali a comprendere “l’assolutamente grande”
È proprio la nostra piccolezza di fronte alla natura a generare un sentimento tanto più forte. Attraverso il sentimento del sublime l’uomo arriva alla destinazione morale : “sublime è ciò che pe il fatto di poterlo anche solo pensare,attesta una facoltà d’animo superiore a ogni misura dei sensi”
Tenta la spiegazione dei fenomeni organici della vità naturale.
“una cosa esiste come fine della natura quando è la cuasa e l’effetto di se stessa” ciò implica che la causa viene prima dell’effetto = legame di causalità-efficiente tipica delle scienze fisiche,implica una determinazione univoca e irreversibile dela serie causale del tempo.
Kant introduce quella di cause finali = quando il medesimo indivuido è causa ed effetto di se stesso es. l’albero genera un altro,questo è l’effetto del primo ma anche la causa.
L’organizzazione della natura: insieme di organismi in cui le parti sono in funzione del tutto. Non è però come negli orologi che sebbene ogni parte abbia un suo meccanisco iterno il fine è la forma finale ma la natura si organizza da se- tecnica della natura che si realizza solo attraverso una forza dormatrice che la natura possiede per se stessa.
Il valore regolatio del giudizio teleologico : la finalità non è propria delle cse ma del nostro modo di giudicare. È un principio soggetto ossia una massima della ricerca secondo un principio diverso da wuello della causalità meccanica. Bisogna utilizzare entro l’agire dell’uomo in vista di fini=fenomeni che non possono essere spiegati dalla causalità meccanica.
Kant riprende la concezione della storia sullo sfondo illuminista del progesso. Ma rousseau : antitesi natura/civiltà= dura “redenione dell’umanità”. Kant guarda al funuturo. È possibile interpretare gli eventi storici come fenomi ma una “mente filosofica”è in grado di scirgenerne il filo conduttore per arrivare a un fine o totalità. La storia è vista coem un processo di sviluppo delle facoltà raionali dell’uomo. È l’uscita dallo stato di natura in cui si manifesta la la possibilità della libertà- il passaggio alla civilità “espulsione dal seno materno della natura” è doloso ma necessario in quanto guidato dalla ragione che porta all’inizio di un processo di perfeionamento.
Uscita dallo stao di natura:
• Hobbes: è una scelta resa necessaria dalla guerra “tutti contro tutti”
• Rousseau : è la perdita di una cndiione positiva a opera della civilizzazione e della proprietà
• Kant: è un’obbligazione razione che rende possibile la libertà
Kant condatto la fede nell’età dell’oro o provvidenza. L’uomo deve assumersi intermante le proprie responsabilità del male di cui fa esperienza dalla vita “la storia della natura comincia col bene perché essa è opera di dio,la storia della libertà comincia col male perché è opera dell’uomo”. L’uscita dallo stato naturale : la natura dotando l’uomo di ragione l’ha reso un essere che “deve ricavare tutto da se stesso”
“insocievole socievolezza”: impulso di ogni essere di essere nella società e al tempo stesso distaccardi. È il mezzo con il quale la natura si serve per attuare il progresso della specie. Progresso concepito come sviluppo dela cultura=razionalità direzione: fondamento società civile “che faccia valere universalmente il diritto”. Una costituzione civile e perfetta non si avrà mai ma può operare come ideale regolativo
Società civile è quella in cui vige il diritto. “il diritto è la limitazioen della libertà di ciascuno alla condizioe del suo accordo con la libertà di ogni altro in qaunto ciò è possibile seocndo una legge universale”. Garantisce l’accordo delle reciproche libertà. Diritto=insieme leggi positive obbliga ma non come la moralità. Comanda l’ubbidienza con una coazione esterna(nella moralità non è ammissibile)
Stato: titolare del potere di obbligazione esterna : non è un ente morale(non può arantire la felicità ai suoi sudditi) .Kant paragona il paternalismo dello stato al dispotismo. Riprende molto il liberalismo di Roussea ,però la”volontà collettiva”di Kant si differenzia da quella “generale” di russeau perché il sovrano deve legiferare COME SE le sue legge derivassero dalla volontà popolare.
Anche Kant concepisce la nascita dello stato dal “contratto originario”.ossia quando gli individui “rinunciano alla libertà esterna,per riprenderla poi subito come membri di un corpo comune”. Ma esso non nasce come diceva hobbes dalla paura o come llocke dall’utile,ma è semplicemente un’idea regolativa alla quale attenersi. “il patto non è reale ma ideale perché la coazione è anteriore.” Il contratto originario è fine a se stesso:il suo scopo è esterno alla costituizione. Alla base vi è un comando della ragion pratica e poggia su tre principi fondamentali a priori
• Libertà: “uomo :essere capace di diritti”
• Uguaglianza : comune sottomissione alle medesime leggi
• Indipendenza: sottomettersi alle leggi che noi stessi ci diamo.
kant come locke pensa che l’elemento fondamentale della costituzione sia la divisione dei poter ma esclude con Hobbes che ciò possa significare uan limitazione dei poteri dello stato.
Il sovrano deve esigere l’obbedienza. Il consenso non è a fondamento del poterma se non come idea regolativa.
L’uso pubblico della ragione: assolutamente necessario e impossibile da censuare:copito degli intellettuali: l’illuminisco è l’uscita da quello stato di minorità mentale che egli deve imputare solo a se stesso.: illuminismo assoluto.
Comito: società conforme alla libertà. Deve ssere cosmopolita per garantire la paxe. La pace vista non come conclusione di un conflitto ma come compito che la ragione assegna all’uomo” è possibile una pace perpetua perché “questoo è il nostro dovere”
Domande da interrogazione
- Qual è il significato dell'illuminismo secondo Kant?
- Quali sono i principali temi trattati negli scritti precritici di Kant?
- Come Kant applica il meccanicismo alla formazione dell'universo?
- Qual è la differenza tra giudizi analitici e sintetici secondo Kant?
- Cosa intende Kant per "rivoluzione copernicana" nella conoscenza?
Kant definisce l'illuminismo come l'uscita dell'individuo dallo stato di minorità mentale, attribuendo la responsabilità di tale stato solo a se stesso.
Gli scritti precritici di Kant trattano principalmente di scienza, metafisica e morale, con un approfondimento della scienza newtoniana e un'indagine critica della metafisica.
Kant spiega la formazione dell'universo attraverso un rigoroso meccanicismo, partendo da una nebulosa originaria e limitando l'intervento divino alla sola creazione della materia e delle sue leggi.
I giudizi analitici hanno un predicato compreso nel concetto del soggetto, mentre i giudizi sintetici collegano un predicato non contenuto nel soggetto, estendendo il sapere ma privi di universalità e necessità.
La "rivoluzione copernicana" di Kant consiste nel considerare l'esperienza e la conoscenza come costruzioni attive del soggetto, piuttosto che acquisizioni passive dell'oggetto.