renatacacciola
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Concetti Chiave

  • Kant distingue le categorie come forme innate della mente umana, contrariamente ad Aristotele che le vedeva come entità reali. Queste strutture mentali non sono proprietà oggettive dei corpi.
  • Le categorie di quantità, qualità, relazione e modalità sono strumenti attraverso i quali comprendiamo e classifichiamo il mondo esterno, permettendo, ad esempio, la formulazione delle leggi scientifiche.
  • L'io penso, o autocoscienza, è la facoltà che permette di applicare le categorie ai fenomeni esterni, distinguendosi dal pensiero idealista che indaga sull'esistenza dell'anima immortale.
  • Gli schemi trascendentali, come il numero, facilitano l'applicazione delle categorie ai fenomeni sensibili, utilizzando il tempo come una forma a priori essenziale per la percezione.
  • Le categorie e gli schemi logici consentono di comprendere i fenomeni, ma non il noumeno, mantenendo una demarcazione tra ciò che può essere conosciuto e l'ignoto.

L’Analitica Trascendentale->studio dell’intelletto e delle sue forme a priori(Categorie)->fisica

Indice

  1. Le categorie di Kant
  2. Relazione e fisica
  3. L'io penso e la conoscenza
  4. Schemi trascendentali e applicazione
  5. Il ruolo del tempo
  6. Qualità e relazione

Le categorie di Kant

Tavola dei giudizi e tavola delle categorie: si dividono in quattro punti: quantità, qualità, relazione, modalità. All’inizio Kant sembra riprendere Aristotele che aveva individuato 10 categorie, che sono dei concetti logici che noi utilizziamo per definire qualcosa, cioè il ragionamento. Però Aristotele credeva che le 10 categorie fossero delle entità reali. Kant non è d’accordo con Aristotele perché non sappiamo se alcune categorie della nostra mente siano poi realmente esistenti nella materia. Quindi le considera forme della mente umana non dell’ente reale. Non sono delle proprietà oggettive dei corpi ma sono delle strutture innate presenti nella nostra mente. Le categorie di quantità: unità possiamo dire che c’è una penna, pluralità : 2/3 banchi/ Totalità: tutti gli uomini. Noi abbiamo innata nella nostra mente la capacità di fare dei conteggi quantitativi innati. Secondo tipo delle categorie: qualità: questa penna mi piace(realtà), questa penna non mi piace(negazione), limitazione: questa penna mi piace così così.

Relazione e fisica

Relazione(causa- effetto) Kant sta cercando di inserire le leggi di Newton: quando dice azione reciproca sta parlando della legge di gravità che che agisce distanza cioè i corpi che si attraggono fra di loro. La sostanza è tutto ciò che esiste fuori noi, I corpi che esistono fuori di noi, le realtà esterne. kant dice che abbiamo nella nostra mente sin dalla nascita idea, la categoria che ci permette di riconoscere le cose che esistono fuori di noi, gli oggetti. L’accidente è il caso. I fatti che avvengono casualmente. Sostanza: kant ritiene che tutte le cose che esistono siano conosciute attraverso la categoria di sostanza che ci permette di definire gli oggetti fuori di noi. Chi non possiede, anche per motivi genetici, questa categoria di sostanza, non è in grado di riconoscere gli oggetti fuori di noi. (Es. autismo)

Causa-effetto: rapporto che noi stabiliamo tra una o più sostanze. Una volta che abbiamo imparato a conoscere il mondo esterno, stabiliamo tra gli oggetti esterni delle relazioni. Ad ogni causa seguirà un effetto ed ogni effetto è spiegato con una causa. Regola tipica della scienza newtoniana. È possibile elaborare le leggi della natura perché abbiamo il concetto di causa innato, perché possiamo osservare il mondo, dunque le sostanze capire i rapporti che hanno fra loro formulando delle ipotesi. La fisica è possibile come scienza perché ci sono le categorie di relazione in particolare la categoria di causa. Quando noi studiamo il mondo fisico ed elaboriamo delle teorie stiamo utilizzando il concetto di causa. La fisica si basa in particolare sulle categorie di relazione. È una disciplina che ha fondamento certo e può essere verificata.

Il 4 gruppo : ci sono cose che sono possibili, ci sono cose che sono impossibili. Possibile che domani ci sia il sole, è impossibile che domani ci sia un’eclissi di sole. Esistenza inesistenza sono delle capacità che noi abbiamo già nella nostra testa dalla nascita perché siamo in grado di stabilire se è una cosa esiste o non esiste e infine necessità – contingenza. Ci sono delle cose che sono necessarie per esempio bere, mangiare, ci sono cose contingenti per esempio uno bere una bibita piuttosto che un’altra, mangiare un cibo piuttosto che un altro. Este 12 categorie sono quelle che ci permettono di ragionare però come è possibile che queste categorie si attuano ai fenomeni, come avviene il procedimento che permette alla nostra mente di applicare queste 12 categorie al mondo esterno? Deduzione trascendentale :

Si pone una domanda: le categorie come si possono applicare al mondo? come è possibile che le categorie che sono puramente mentali siano veramente valide? Dimostrare la legittimità di queste categorie. Esistono realmente?

L'io penso e la conoscenza

Queste categorie da sole non possono spiegare la conoscenza umana, ci deve essere qualcosa che le utilizza e le applica. Che cosa giustifica l’ esistenza delle categorie e la loro applicabilità al mondo dei fenomeni? Kant si trova Costretto a presupporre, postulare l’esistenza di una struttura psichica, che lui chiama ‘’io penso’’ che sarebbe il cogito di cartesio. Cartesio diceva che questo cogito corrispondeva all’anima immortale. Kant dice più o meno la stessa cosa eliminando il discorso sull’anima immortale. Nella nostra mente c’è qualcosa che possiamo definire coscienza, l’autocoscienza che ci accompagna in ogni momento della nostra vita. Questa appercezione trascendentale (autocoscienza = io penso = comunemente chiamata anima)

Ragionamento che porta Kant ad affermare che le categorie sono uno strumento necessario e indiscutibile della conoscenza umana: Tutti i pensieri presuppongono l’io penso e poiché l’io penso pensa tramite le categorie, ne segue che tutti gli oggetti pensati presuppongono le categorie.

Abbiamo individuato le 12 categorie in una parte della nostra mente che possiamo chiamare la coscienza, l’autocoscienza o l’io penso o appercezione trascendentale. Siccome queste categorie .

Siccome quando noi pensiamo, dentro di noi c’è l’io penso e tutto quello che noi pensiamo appartiene all’io penso, siccome l’io penso utilizza le categorie che ci permettono di ragionare, si presume che queste categorie noi le applichiamo tramite l’io penso ai fenomeni esterni.

Nella deduzione trascendentale Kant individua l’esistenza di una facoltà superiore che lui chiama autocoscienza che lui definisce con l’io penso perché è quella facoltà che accompagna tutti i nostri pensieri. Cartesio ha identificato l’io penso con l’anima immortale. Kant questo discorso non l’accetta. L’io penso per Kant diventa il principio supremo della conoscenza umana. La conoscenza umana si spiega soltanto attraverso l’esistenza di questa facoltà che utilizza le categorie e conosce il mondo. A differenza degli idealisti i quali volevano dimostrare l’esistenza di dio e dell’anima immortale kant ritiene che questo sia impossibile. E dunque si distingue dall’idealismo perche non dimostra la metafisica.

Schemi trascendentali e applicazione

Gli schemi trascendentali sussusione cioè la capacità di applicare le categorie alle sensazioni. per esempio quando noi lanciamo un oggetto contro il muro vediamo che questo rimbalza e ritorna, quando noi spieghiamo il concetto di azione e reazione dicendo che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria stiamo dicendo che stiamo applicando una categoria (di azione e reazione) a una serie di fatti che sono sensibili. Come è possibile che l’intelletto condizioni gli oggetti sensibili? Come è possibile che la categoria logica entri in contatto e spieghi in maniera scientifica i fenomeni della natura. Come si fa a collegare il pensiero con la materia? Come fa l’io penso ad applicare le categorie alla sensibilità?

Il ruolo del tempo

Lui inventa degli schemi trascendentali: uno schema trascendentale è per esempio il numero. Il numero è un segno che rappresenta uno schema. I numeri sono gli schemi trascendentali che ci permettono di applicare le categorie di quantità ai fenomeni. Noi elaboriamo nella nostra mente alcuni schemi che ci permettono di applicare la categoria di uno di molti o di tutti al mondo dei fenomeni e questi schemi quale forma a priori utilizzano per applicarsi ai fenomeni sensibili? La forma a priori che ci permetta di elaborare questi schemi è il tempo. Gli schemi sono schemi temporali. L’io penso elabora gli schemi di applicazione delle categorie attraverso la forma a priori del tempo perché questa è alla base delle percezioni sensibili. Perché il tempo è alla base di tutti i fenomeni, quando sentiamo delle cose all’interno l’io penso elabora degli schemi (segni) che ci permettono poi di ragionare in termini numerici. La quantità la descrivo con i numeri. Il numero è uno schema mentale che l’io penso ha inventato perché utilizza il tempo come successione dei fenomeni studiati. Il più importante schema temporale che riguarda le quantità è quella del tempo. Per ogni quantità che osserviamo noi elaboreremo un numero di riferimento. Ed è uno schema che noi facciamo a priori che ci permette di contare i numeri primi. Il tempo è una forma a priori che noi utilizziamo sempre quando conosciamo il mondo esterno. Le forme a priori sono spazio e tempo tra le due è più impo il tempo perché le sensazioni le inquadriamo in una dimensione temporale. Nello stesso momento in cui noi percepiamo gli oggetti il nostro cervello può elaborare lo schema del numero perché questo schema numerico si sviluppa all’interno del tempo.

Qualità e relazione

Per la categorie di qualità e vogliamo esprimere un giudizio sulla sensazione di caldo e di freddo che esprime una qualità. Di fronte alla qualità dei fenomeni. Lo schema che viene elaborato dalla mente quando percepisce i fenomeni in senso qualitativo, è la cosalità= intensità intesa come qualità, percezione qualitativa. Intensità con cui noi percepiamo il fenomeno. Avremo dunque più o meno caldo o freddo. Categoria di relazione è la più importante: la convinzione che si forma nell’io penso che le cose che noi stiamo studiando permangono nel tempo e che i fenomeni si succedono nel tempo secondo delle regole. Lo schema che ci permette di applicare le categorie di sostanza e di causa è la permanenza e la successione dei fenomeni nel tempo. Questa concezione la desume da Hume (credenza). Categorie di modalità. Convinzione che le cose possono esistere o in maniera necessaria o contingente cioè cose che esistono sempre o cose che esistono momentaneamente.

Gli schemi sono le strutture logiche attraverso i quali le categorie che sono pensiero puro si applicano ai fatti sensibili.

Le categorie che noi abbiamo nella mente che sono presenti nell’io penso e che sono applicabili tramite gli schemi hanno un limite: ci fanno conoscere i fenomeni non ci danno indicazione sul noumeno.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra le categorie di Kant e quelle di Aristotele?
  2. Kant considera le categorie come forme innate della mente umana, non come entità reali come credeva Aristotele. Le categorie di Kant non sono proprietà oggettive dei corpi, ma strutture mentali.

  3. Come si applicano le categorie al mondo esterno secondo Kant?
  4. Le categorie si applicano al mondo esterno attraverso la deduzione trascendentale e l’uso di schemi trascendentali, che collegano il pensiero ai fenomeni sensibili.

  5. Qual è il ruolo dell’"io penso" nella teoria di Kant?
  6. L’"io penso" è la facoltà superiore che accompagna tutti i pensieri e utilizza le categorie per conoscere il mondo, fungendo da principio supremo della conoscenza umana.

  7. Qual è l'importanza del tempo nella teoria delle categorie di Kant?
  8. Il tempo è una forma a priori fondamentale che permette di elaborare schemi temporali, essenziali per applicare le categorie ai fenomeni sensibili e per la percezione delle quantità.

  9. Quali sono i limiti delle categorie secondo Kant?
  10. Le categorie ci permettono di conoscere i fenomeni, ma non forniscono indicazioni sul noumeno, cioè la realtà al di là delle apparenze sensibili.

Domande e risposte

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