Concetti Chiave
- Kant sostiene che l'intelletto è essenziale per la conoscenza, in parallelo alla sensibilità, nell'analitica trascendentale.
- Le intuizioni empiriche necessitano di nessi stabiliti dall'intelletto, organizzati in dodici categorie suddivise in quantità, qualità, relazione e modalità.
- I legami tra intuizioni, uguali per tutti gli intelletti, sono garantiti dalla deduzione trascendentale, un principio universale.
- L'Io penso è un principio trascendentale che assicura funzionamenti identici degli intelletti, stabilendo legami comuni tra fenomeni.
- L'Io penso sintetizza intuizioni di tempo e spazio, rendendole comprensibili alla ragione attraverso l'intelletto.
Indice
L'importanza della sensibilità e dell'intelletto
Nell'estetica trascendentale, Kant ha affermato che la sensibilità sia necessaria per la conoscenza delle intuizioni empiriche. Allo stesso modo nell'analitica trascendentale, Kant afferma che l'intelletto, una facoltà da noi posseduta, sia necessario quanto la sensibilità per arrivare alla conoscenza.
I nessi tra intuizioni empiriche
Kant dice che è necessario che noi stabiliamo dei nessi tra le intuizioni empiriche (da Hume ha chiamate impressioni). Questi nessi, chiamati anche legami, sono in tutto dodici e sono ordinati in base alle categorie che sono quattro (quantità, qualità, relazione, modalità). Queste categorie, che costituiscono le funzioni del nostro intelletto, sono stabilite dall'intelletto stesso: Kant afferma che i legami stabiliti tra le intuizioni empiriche siano uguali per tutti gli intelletti. Questo, per essere confermato, deve far riferimento a quella che è la deduzione trascendentale.
Metafora dell'intelletto come computer
Metaforicamente, si può pensare al nostro intelletto come un computer e più intelletti come tanti computer; Questi possiedono diversi programmi che, in un modo o nell'altro, devono assolutamente derivare da un server immutabile e universale.
Il ruolo dell'Io penso
Uscendo dalla metafora, bisogna pensare all'intelletto di ogni persona come un intelletto che possiede a priori dei legami da stabilire tra i diversi fenomeni esperiti. Questi legami sono garantiti da quello che Kant, anche come omaggio a Cartesio, chiama Io penso. L'Io penso è un principio trascendentale, ossia che deriva la sua verità prescindendo dall'esperienza realizzandosi solo e solamente con essa, che garantisce che tutti gli intelletti funzionino in modo identico. L'Io penso, in poche parole, permette che tutti gli intelletti stabiliscano i medesimi legami fra i fenomeni, ossia gli oggetti della conoscenza.
Quindi, concretamente l'Io penso non è altro che una delle tante facoltà del nostro intelletto che permette semplicemente di sintetizzare tutte le intuizioni delle forme a priori del tempo e dello spazio e di, conseguentemente, comprenderle affinché possano essere contemplate dalla nostra ragione.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della sensibilità e dell'intelletto nella conoscenza secondo Kant?
- Come descrive Kant i nessi tra le intuizioni empiriche?
- Che cos'è l'Io penso e quale funzione svolge?
Kant afferma che sia la sensibilità che l'intelletto sono necessari per la conoscenza; la sensibilità è essenziale per le intuizioni empiriche, mentre l'intelletto è necessario per stabilire legami tra queste intuizioni.
Kant descrive i nessi tra le intuizioni empiriche come legami ordinati in base a dodici categorie, che sono quantità, qualità, relazione e modalità, e afferma che questi legami sono uguali per tutti gli intelletti.
L'Io penso è un principio trascendentale che garantisce che tutti gli intelletti funzionino in modo identico, permettendo di stabilire gli stessi legami tra i fenomeni, sintetizzando le intuizioni delle forme a priori del tempo e dello spazio.