Dammacco
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Concetti Chiave

  • L'estetica trascendentale di Kant studia le condizioni a priori che permettono la percezione sensoriale degli oggetti, distinguendo tra intuizione sensibile e intellettiva.
  • Kant respinge la visione empiristica di Locke, secondo cui spazio e tempo derivano dall'esperienza, proponendo invece che siano forme a priori della sensibilità necessarie per qualsiasi esperienza.
  • La visione oggettivistica di Newton, che vede spazio e tempo come entità autonome, è contestata da Kant, che li considera quadri mentali a priori per connettere i dati empirici.
  • Kant critica l'approccio concettualistico di Leibniz, sostenendo che spazio e tempo non sono concetti discorsivi, ma hanno natura intuitiva essenziale per la percezione.
  • Per Kant, la percezione è un'intuizione diretta degli oggetti attraverso i sensi, e gli oggetti devono essere percepiti prima di essere pensati.

L’estetica trascendentale rappresenta la prima parte della critica della ragion pura. studia le condizioni a priori di possibilità che caratterizza la nostra percezione degli oggetti (“estetica” deriva dal greco àisthesis = sensazione, percezione sensoriale).

Percezione e intuizione secondo Kant

per kant la percezione è intuizione dell’oggetto, cioè vedere come stanno le cose e noi essere umani “possiamo vedere” solo ciò che è dato ai nostri sensi .

di conseguenza riguarda solo il sensibile. gli oggetti non sono le cose esterne, esistenti in sé, bensì gli effetti che esse producono sulla sensibilità. l’uomo attraverso canali percettivi riceve intuitivamente (cioè senza mediazioni) dati sensibili. chiarisce allora, che prima che si attivi il pensiero, si deve innanzitutto tener presente della percezione, ossia del momento in cui gli oggetti “ci sono dati” cioè quando le percezioni vengono intuite. per kant, gli oggetti devono essere prima dati e poi pensati. per il filosofo l‘intuizione è dipendente dalla presenza sensibile dell’oggetto, detta intuizione derivata che si distingue dall’intuizione divina o originaria (il creatore del mondo per intuire non ha bisogno che vi siano i dati empirici →ha creato il mondo). distingue perciò l’intuizione sensibile dall’intuizione intellettiva, che non è consentita all’uomo.

Visione empiristica = Spazio e Tempo erano considerate come nozioni tratte dall’esperienza (Locke).

Indirizzo kantiano = Spazio e Tempo non possono derivare dall’esperienza, poiché per fare un’esperienza qualsiasi occorre già presupporli come forme a priori costitutive della sensibilità.

Visione oggettivistica = considerava Spazio e Tempo come realtà del mondo, oggetti, entità a se stanti o recipienti vuoti(Newton)

Indirizzo Kantiano = se davvero fossero dei recipienti vuoti, ossia degli assoluti a se stanti (esistono indipendentemente da ciò che contengono) dovrebbero esistere, anche se non vi fossero degli oggetti. In realtà, sostiene Kant, spazio e tempo non sono oggetti concepibili come autonomi, bensì dei quadri mentali a priori entro cui connettiamo i dati empirici.

Visione concettualistica = Spazio e Tempo erano concetti esprimenti i rapporti fra le cose (Leibniz.

Indirizzo Kantiano = essi non possono essere considerati concetti poiché hanno natura intuitiva e non discorsiva. ES.: Noi non astraiamo il concetto di spazio dalla constatazione di spazi

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'estetica trascendentale nella filosofia di Kant?
  2. L'estetica trascendentale è la prima parte della critica della ragion pura e studia le condizioni a priori che caratterizzano la nostra percezione degli oggetti, concentrandosi sulla percezione sensoriale e sull'intuizione degli oggetti.

  3. Come Kant differenzia la sua visione di spazio e tempo rispetto a quella empiristica?
  4. Kant sostiene che spazio e tempo non derivano dall'esperienza, ma sono forme a priori della sensibilità necessarie per qualsiasi esperienza, contrariamente alla visione empiristica che li considera nozioni tratte dall'esperienza.

  5. Perché Kant rifiuta la visione oggettivistica di spazio e tempo?
  6. Kant rifiuta la visione oggettivistica perché considera spazio e tempo non come entità autonome o recipienti vuoti, ma come quadri mentali a priori entro cui connettiamo i dati empirici, esistenti solo in relazione alla nostra percezione.

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