Ali Q
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Concetti Chiave

  • L'idealismo nasce dal desiderio di eliminare il dualismo tra la cosa in sé e ciò che appare nella filosofia kantiana.
  • Per gli idealisti, l'io non è solo un fondamento gnoseologico, ma anche ontologico, rendendo la realtà un prodotto della mente.
  • La realtà, secondo l'idealismo, è uguale allo spirito e si manifesta attraverso la razionalità e il divenire della natura e della storia.
  • L'uomo è l'apice del divenire, rappresentando la razionalità compiuta e permettendo alla ragione di evolversi oltre la natura.
  • L'idealismo è considerato un monismo e panteismo dialettico, con l'uomo che crea la realtà e permette alla ragione di superare i limiti.

Indice

  1. L'idealismo e il dualismo kantiano
  2. Il ruolo dell'io e del noumeno
  3. La realtà secondo gli idealisti
  4. L'uomo e la razionalità

L'idealismo e il dualismo kantiano

L’idealismo è la metafisica dell'assoluto.

Già ai tempi di Kant molti dei suoi seguaci non accettavano il suo idealismo gnoseologico, che prevede un dualismo tra fenomeno e noumeno. E poi, se la cosa in sé è inconoscibile – come afferma invece Kant - chi mi dice che esiste davvero?

L’idealismo nasce dunque dal desiderio di eliminare il dualismo esistente nella filosofia kantiana tra la cosa in sé (ovvero ciò che è) e ciò che appare.

Il ruolo dell'io e del noumeno

Ora, se si ammette che l’io sia il fondamento della sola conoscenza, il noumeno non può far parte del mondo dell’uomo.

Se si ritiene invece che le cose abbiano le leggi in sé ed il soggetto abbia il solo compito di doverle interpretare, si torna al realismo (concetto in re). Un’altra opinione è poi quella degli innatisti, che sostengono che il concetto sia ante rem.

L’idealismo vuole perciò liberare la rivoluzione copernicana attuata da Kant nel campo della metafisica dai suoi limiti.

Per gli idealisti, dunque, l’io non è un fondamento unicamente gnoseologico, ma anche ontologico.

La realtà secondo gli idealisti

La realtà è quindi un prodotto della mente, e dipende da come uno la vive.

Il fondamento della realtà è un ente razionale ed il divenire della natura e della storia sono i metodi con cui essa si manifesta alla ragione. Quindi la realtà è uguale allo spirito.

Non è la mente dell’uomo a creare il mondo, ma è la ragione che attraverso la mente dell’uomo comprende il mondo. È l’io che crea, divenendo natura e storia.

L'uomo e la razionalità

L’apice del divenire è l’uomo, manifestazione compiuta della razionalità. Il suo fine sarà la libertà, la conoscenza di tutto.

L’uomo non è quindi parte della natura: la crea e permette alla ragione di andare oltre.

L’idealismo diventa dunque monismo e panteismo, ed è dialettico.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica principale degli idealisti al dualismo kantiano?
  2. Gli idealisti criticano il dualismo kantiano perché vogliono eliminare la separazione tra fenomeno e noumeno, sostenendo che la realtà è un prodotto della mente e non esiste una "cosa in sé" inconoscibile.

  3. Come gli idealisti vedono il ruolo dell'io nella conoscenza e nella realtà?
  4. Gli idealisti vedono l'io non solo come fondamento gnoseologico, ma anche ontologico, sostenendo che la realtà è un prodotto della mente e che l'io crea la natura e la storia.

  5. In che modo l'idealismo interpreta la razionalità e il ruolo dell'uomo?
  6. L'idealismo vede l'uomo come l'apice del divenire e manifestazione della razionalità, il cui fine è la libertà e la conoscenza totale, superando la natura e permettendo alla ragione di evolversi.

Domande e risposte

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