Concetti Chiave
- Il neoaristotelismo emerge durante la Controriforma, con Pietro Pomponazzi come esponente chiave, che critica la chiarezza di Aristotele sull'immortalità dell'anima.
- Pomponazzi sostiene che l'anima e il corpo sono inseparabili e che l'immortalità non è una questione aristotelica, focalizzandosi sulla virtù come premio morale.
- Il naturalismo panteistico si ispira al neoplatonismo, con figure come Campanella e Bruno, quest'ultimo noto per la sua visione infinita dell'universo e il panteismo.
- Giordano Bruno, influenzato da Copernico, sfida la visione geocentrica della chiesa, affermando che l'universo è infinito e che Dio è immanente nelle cose.
- La visione panteistica di Bruno, in cui Dio coincide con la materia, mette in discussione il ruolo della chiesa come mediatore tra Dio e i fedeli.
Indice
Diffusione dell'aristotelismo
L’aristotelismo comincia a diffondersi in seguito alla controriforma ma rimase presente per lo più nel mondo clericale. Il più importante esponente fu Pietro Pomponazzi, un mantovano che lavorò a Padova e Bologna.
Pomponazzi e l'immortalità dell'anima
La sua opera più importante è “sull’immortalità dell’anima” e qui espone come mai Aristotele fu poco chiaro sull’argomento. Egli non si basa su Avicenna ma su Alessandro di Afrodisia, che sosteneva che l’anima dell’uomo è condizionata dal corpo e per tanto, con la disgregazione del corpo, essa si dissolve (esse sono collegate). Secondo Pomponazzi l’immortalità dell’anima non è neanche una questione in Aristotele, infatti egli è poco chiaro perché non ha cosa trattare. Per Pomponazzi il corpo è la materia e l’anima è la forma ed è un sinolo del corpo. Aristotele non si pone il problema dell’immortalità umana poiché nel momento in cui non si hanno più l’anima o il corpo, non si ha più l’essere (l’essere umano non esiste senza anima o corpo). Dal punto di vista aristotelico questa non è una questione, dato che l’essere umano è un’unità inseparabile di anima e corpo.
Moralità e virtù secondo Pomponazzi
Pomponazzi afferma che la moralità va intesa come faceva Aristotele, ossia come virtù (svincola la moralità dalla trascendenza e la lega alla virtù—>ci si comporta bene per avere virtù e non per un premio nella vita dopo la morte). Il “premio” che viene dato ad un comportamento morale, non è l’accesso al paradiso ma è la virtù stessa. Il castigo invece non consiste nell’accesso all’inferno ma nel vizio, che si oppone alla virtù. Pomponazzi si colloca in un aristotelismo differente da quello medievale, perché ora si perde la trascendenza.
Neoplatonismo e i suoi esponenti
La corrente si ispira al neoplatonismo e i principali esponenti furono Campanella, Telesio e Giordano Bruno.
Tommaso Campanella scrive “la città del sole” e viene ripreso da Karl Marx, che lo identifica come un “socialista utopista“ (=descrive una società irreale e irrealizzabile).
Giordano Bruno e il panteismo
Giordano Bruno era un frate e filosofo, che però fu condannato a morte dalla chiesa (bruciato al rogo) per la sua visione filosofica che portava a conseguenze politiche. L’opera più importante di Bruno è “lo spaccio della bestia trionfante”. Egli afferma dal punto di visto scientifico, astronomico in particolare, che l’Universo, le stelle e i mondi sono infiniti, dunque di conseguenza i pianeti ruotano attorno alle stelle e la Terra non è al centro. Questo suo pensiero fu probabilmente influenzato dalla visione di Copernico, ossia una geocentrica (il sole è al centro e i pianeti gli ruotano attorno). Un’altro attrito della chiesa è che Bruno affermava che Dio è nelle cose, ossia non è trascendente ma coincide con le cose stesse. Dio coincide con la materia e tutto è Dio e questa visione prende il nome di panteismo, che significa letteralmente “tutto è Dio”. La visione di Bruno è infatti molto moderna e per questo egli venne condannato dalla chiesa che aveva ancora un pensiero medievale. Per la chiesa, se Dio è tutto, viene a mancare il ruolo della chiesa, ossia quello di legare i fedeli con Dio (non serve un mediatore se Dio è immanente e non trascendente). Il fatto che nell’Universo ci siano infiniti mondi, fa si che la Terra e l’uomo non siano centrali nella mente di Dio e nella sua immanenza.
Domande da interrogazione
- Chi è stato il principale esponente del neoaristotelismo e quale fu la sua opera più importante?
- Come interpreta Pomponazzi la relazione tra anima e corpo secondo Aristotele?
- Qual è la visione di Pomponazzi sulla moralità e la virtù?
- Quali sono le idee principali di Giordano Bruno nel contesto del naturalismo panteistico?
- Perché la chiesa condannò Giordano Bruno?
Il principale esponente del neoaristotelismo è stato Pietro Pomponazzi, e la sua opera più importante è "Sull'immortalità dell'anima".
Pomponazzi interpreta che, secondo Aristotele, l'anima e il corpo sono un'unità inseparabile, e l'immortalità dell'anima non è una questione rilevante poiché l'essere umano non esiste senza entrambi.
Pomponazzi sostiene che la moralità deve essere intesa come virtù, svincolata dalla trascendenza, e che il "premio" per un comportamento morale è la virtù stessa, non l'accesso al paradiso.
Giordano Bruno afferma che l'Universo è infinito, i pianeti ruotano attorno alle stelle, e Dio coincide con la materia, una visione panteistica che contrasta con la dottrina della chiesa.
La chiesa condannò Giordano Bruno perché la sua visione panteistica e l'idea di un Universo infinito minavano il ruolo della chiesa come mediatore tra Dio e i fedeli, e sfidavano la centralità della Terra e dell'uomo.