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Concetti Chiave

  • L'arte simbolica, classica e romantica rappresentano rispettivamente tesi, antitesi e sintesi, ma Hegel introduce un cambiamento di prospettiva parlando della "morte" dell'arte.
  • Hegel considera l'arte indiana e dei Parsi come una "pre-arte", poiché non raggiungono una vera espressione simbolica a causa della mancata distinzione tra forma e contenuto.
  • L'arte classica è vista come una perfetta fusione tra forma e contenuto, mentre quella romantica mostra un eccesso di contenuto rispetto alla forma.
  • Per Hegel, l'arte ha un carattere di "passato", essendo ormai un mezzo inadeguato per esprimere lo spirituale; il suo ruolo è stato superato dalla religione.
  • Il passaggio dall'arte alla religione secondo Hegel segna il passaggio dalla religione artistica greca alla vera religione rivelata o assoluta.

Indice

  1. Concetti di tesi, antitesi e sintesi
  2. Arte simbolica, classica e romantica
  3. Transizione dall'arte alla religione

Concetti di tesi, antitesi e sintesi

Si parla di tesi quando lo Spirito è in sé, di antitesi quando è per sé e di sintesi quando è in sé e per sé e per altri.

Arte simbolica, classica e romantica

Siamo soliti pensare che l’arte simbolica (contenuto insufficiente, eccesso di forma→si sforza di raggiungere un contenuto a lei adeguato, ma la sua inadeguatezza rimane insuperata, quale predominanza del materiale sensibile nei confronti di uno spirituale che si crede adeguato, ma in realtà è insufficiente) costituisca la tesi, che quella classica (equilibrio) sia l’antitesi e che quella romantica (eccedenza del contenuto rispetto alla forma) sia la sintesi; tuttavia, affermare la morte dell’arte, cioè la sua fine, comporta un netto cambiamento di prospettiva: l’arte indiana e quella dei Parsi (adorano oggetti quali la luce, il Sole, senza distinguerli dal significato, cioè il Bene, l’essenza universale) viene ritenuta una pre-arte, perché non è ancora un’arte simbolica vera e propria (simbolismo incosciente→il contenuto spirituale ha espressione concreta e sensibile, ma non si avverte la differenza tra forma e contenuto, che compongono un’«identità nebulosa»/del sublime→mistica ebraica/cosciente vero e proprio→Egiziani: resta un’arte imperfetta, perché in essa il rapporto tra forma e contenuto è ancora relativamente indipendente), nell'arte classica si ha un perfetto accordo tra forma e contenuto (sono perfettamente compenetrati in un rapporto dipendente), in quella romantica c’è un eccesso di contenuto rispetto alla forma (non è più esprimibile un contenuto infinito, pertanto anche l’orrido può costituirne un’espressione; questa idea dell'inesprimibilità era già stata sostenuta dal Cristianesimo degli inizi, che era iconoclasta; Dionigi Areopagita: si può parlare di Dio per via affermativa, catafatica o negativa, apofatica). Quindi, l’arte classica viene ad essere la sintesi, la mediazione dialettica che dall'arte conduce (attraverso un salto) alla religione, cioè ad una nuova forma che esula dalla triade dialettica propria dell’arte e la supera, quale momento in cui dall'intuizione sensibile si giunge alla rappresentazione dello Spirito.

uttavia, Hegel non parla direttamente di morte dell’arte, come invece fa Benedetto Croce, ma di un carattere di «passato dell’arte»; se l’arte fosse connessa ad una facoltà (per esempio la vista), non si potrebbe parlare di una morte dell’arte, cioè di quella facoltà (o quantomeno dell’impossibilità di farne uso). È morta l’arte perché, secondo Hegel, l’estetica non corrisponde ad un gioco di facoltà, ma ad una fase della storia dell’uomo.

Transizione dall'arte alla religione

«La più alta destinazione dell’arte nel complesso è per noi un passato, per noi è trapassata nella rappresentazione, l’idea peculiare dell’arte per noi non possiede più l’immediatezza, che aveva nel suo periodo di massima fioritura»; Hegel intende affermare che l’arte, da intuizione sensibile, è trapassata nella rappresentazione, cioè nella religione: essa non è più adeguata per esprimere lo spirituale e non a causa di una disfunzione tecnica (saremmo in grado di fare sculture forse ancora meglio dei Greci), ma perché ormai abbiamo un rapporto freddo, riflessivo con l’arte, in quanto ci chiediamo cosa significhi, cosa voglia dire (il contenuto è superabbondante rispetto alla forma). Tuttavia, a differenza dell’arte, non si può assolutamente parlare di una morte della religione; in Hegel, il passaggio dall'arte alla religione comporta il passaggio da una forma di religione (Greci→artistica: l’elemento religioso e quello artistico non sono nettamente distinguibili) alla vera Religione (rivelata o assoluta).

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra l'arte simbolica, classica e romantica secondo Hegel?
  2. L'arte simbolica ha un contenuto insufficiente con un eccesso di forma, l'arte classica raggiunge un perfetto equilibrio tra forma e contenuto, mentre l'arte romantica ha un eccesso di contenuto rispetto alla forma.

  3. Perché Hegel parla di "passato dell'arte" e non di "morte dell'arte"?
  4. Hegel considera l'arte come una fase della storia umana che è stata superata dalla rappresentazione religiosa, non come una facoltà che è cessata di esistere.

  5. Come si relaziona l'arte con la religione secondo Hegel?
  6. L'arte è una fase che conduce alla religione, rappresentando un passaggio dall'intuizione sensibile alla rappresentazione dello Spirito, superando la triade dialettica dell'arte.

  7. Qual è il ruolo della religione nella filosofia di Hegel rispetto all'arte?
  8. La religione rappresenta una forma superiore che supera l'arte, passando da una religione artistica a una vera Religione rivelata o assoluta.

  9. Perché l'arte non è più adeguata per esprimere lo spirituale secondo Hegel?
  10. L'arte non è più adeguata perché il nostro rapporto con essa è diventato freddo e riflessivo, con un contenuto che supera la forma, rendendo l'arte incapace di esprimere lo spirituale come faceva nel suo periodo di massimo fioritura.

Domande e risposte

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