Concetti Chiave
- Hegel, nato a Stoccarda nel 1770, è il principale esponente dell'idealismo e ha influenzato profondamente la filosofia con la sua visione sistematica e assoluta della realtà.
- Critica l'Illuminismo per la separazione tra ragione e realtà, sostenendo la razionalità del reale e contestando l'antistoricismo.
- Pur riconoscendo l'importanza del Romanticismo, Hegel ne contesta l'uso del sentimento per accedere all'infinito, sostenendo invece la necessità della "Fatica del concetto".
- Rifiuta il dualismo fenomeno-noumeno di Kant, proponendo una conoscenza dell'Assoluto attraverso un approccio scientifico non sperimentale.
- Critica Schelling per una concezione statica dell'Assoluto, proponendo invece una visione concreta, storica e diveniente.
Massimo esponente dell’idealismo nasce a Stuttgart il 1770 e muore a Berlino il 1831. Carateristica peculiare della sua filosofia è la Sistematicità e il suo porsi dal punto di vista dell’Assoluto, ripercorrendo in modo sintetico la realtà in tutte le sue varie manifestazioni. Hegel nella sua formazione filosofica è influenzato dalla speculazione: illuministica, romantica, kantiana, fichtiana e infine di Schelling.
Illuminismo: contesta all’illuminismo, nella maturità, la scissione tra ragione e realtà: per questi intellettuali, infatti, il reale non era sempre razionale.
Convinto, invece, della razionalità del reale, contesta l’antistoricismo illuministico (per cui gli eventi storici vengono giudicati sulla base della scissione tra essere (=storia) e dover essere). Di matrice illuministica è inoltre, l’interesse giovanile per rivoluzione francese, ma poiché nella maturità non si espresse in campo politico si pensa, come era noto, fosse un conservatore.
Romanticismo: sin da ragazzo, si rivela pragmatico e concreto, non particolarmente sensibile alla “geniale follia” del R., cui contesta l’utilizzo del sentimento per accedere all’infinito →non crede che questa via immediata e intuitiva sia capace di condurre all’infinito. L’Assoluto, secondo Hegel è acquisibile solo attraverso la "Fatica del concetto" ossia una lunga e complessa strategia.
Kant: Hegel rifiuta il punto di vista gnoseologico kantiano, negando il dualismo fenomeno-noumeno. Secondo Kant, l’Assoluto è solo un’aspirazione umana. Per Hegel, invece, esso si può conoscere in modo scientifico (non sperimentale). Gli contesta, poi in ambito morale, lo scontro fra essere e dover essere e infine gli impugna la filosofia del finito →intende creare una filosofia dell’Assoluto)
Schelling: lo critica per aver inteso l’unità dell’Io e del non-Io in modo statico dal momento che intende tale rapporto secondo un divenire processuale. L’Assoluto di Schelling, non consente di spiegare la molteplicità e l’astratto; quella hegeliana, invece, è concreta, storica, diveniente.