Concetti Chiave
- Galileo critica la scienza antica per l'eccesso di teoria deduttiva e l'affidamento su osservazioni empiriche ingannevoli.
- Rileva l'uso metafisico della matematica nella scienza antica, carica di simboli dai significati nascosti.
- Galileo promuove un metodo scientifico che si basa su leggi oggettive e relazioni sperimentali-matematiche.
- Rifiuta l'approccio antropomorfico e finalista, focalizzandosi sulla comprensione delle cause efficienti della natura.
- Pur non negando le finalità, Galileo le esclude dalla scienza, che deve concentrarsi su leggi verificabili.
Indice
Differenze tra scienza antica e moderna
Che cosa differenzia la scienza antica da quella moderna? Questo è l’interrogativo cui Galileo fornisce un’adeguata risposta criticando in modo corretto e responsabile il sapere precedente:
Critiche di Galileo alla scienza antica
a) L’eccesso di teoria: sapere deduttivo - sillogistico che pretendeva di spiegare il concreto da principi astratti;
b) L’eccessiva aderenza alla realtà: gli scienziati dell’antichità fondavano le loro affermazioni sull’empirismo e quindi sulle osservazioni empiriche. Spesso, tuttavia, tali osservazioni sono ingannevoli e cambiano per la mutevole percezione dei sensi;
c) Il significato della matematica: Platone, da pitagorico qual era, nel Timeo utilizza l’ambito matematico, perciò Galileo non limita la sua osservazione sul suo scarso utilizzo bensì, sul suo significato metafisico (gli antichi impregnavano di qualità la quantità). Egli recrimina quindi, l’utilizzo metafisico della matematica che in tal modi diveniva carica di simboli dai significati reconditi e nascosti.
Il metodo scientifico di Galileo
Con il suo metodo Galilei perviene a quella struttura concettuale che costituisce lo schema teorico della scienza moderna: la natura è un ordine oggettivo e casualmente strutturato di relazioni governate da leggi e la scienza è un sapere sperimentale – matematico e intersoggettivamente valido.
Galileo e la critica alla finalità
Galilei rimprovera la precedenza scienza. In particolare, contro ogni considerazione finalistica e antropomorfica del mondo, afferma che è arroganza e follia da parte dell’uomo dichiarare inutili quelle opere della natura di cui egli non intende l’utilità ai suoi fini. Di conseguenza, non occorre cercare il perché la natura operi in un certo modo (causa finale) ma solo capire il modo in cui opera (causa efficiente). Perciò lo scienziato deve solo occuparsi delle leggi che regolano i fatti, ossia delle verificabili costanti di comportamento attraverso cui la natura agisce. Tuttavia, non è negazionista in assoluto sull’esistenza di finalità e di essenze ma, le tralascia poiché non parte di una metodologia scientifica.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali critiche di Galileo alla scienza antica?
- In che modo il metodo scientifico di Galileo differisce dalla scienza antica?
- Come si pone Galileo rispetto alla finalità nella scienza?
Galileo critica l'eccesso di teoria, l'aderenza alla realtà basata su osservazioni empiriche ingannevoli e l'uso metafisico della matematica.
Il metodo di Galileo si basa su un sapere sperimentale-matematico, considerando la natura come un ordine oggettivo governato da leggi, a differenza della scienza antica che si basava su principi astratti.
Galileo critica l'approccio finalistico, sostenendo che lo scienziato deve concentrarsi sulle leggi che regolano i fatti, senza cercare cause finali, ma non nega completamente l'esistenza di finalità.