Concetti Chiave
- Galileo Galilei è considerato il fondatore del metodo scientifico, che combina il metodo deduttivo e induttivo per raggiungere verità universali.
- Il metodo deduttivo parte da principi generali per spiegare fenomeni particolari, mentre il metodo induttivo cerca leggi universali dai casi specifici.
- Galileo sottolinea l'importanza di integrare dimostrazioni necessarie (deduzione) e sensate esperienze (induzione) nel processo scientifico.
- Le scoperte di Galileo, come l'isocronia del pendolo e le osservazioni astronomiche, dimostrano l'uso combinato di intuizione, osservazione e teoria.
- La visione matematica di Galileo e il suo approccio meccanicistico sottolineano l'importanza di comprendere le cause efficienti nel funzionamento dell'universo.
Indice
Il metodo scientifico e Galileo
I primi filosofi hanno collegato il problema della verità al problema del metodo. Dunque, a garantire il raggiungimento della verità è l’utilizzo di un metodo di conoscenza di tipo scientifico che consente di giungere a esiti universali (la caratteristica della verità è infatti quella di essere universale, cioè valida per tutti gli uomini e per tutti i tempi).
Il primo scienziato a considerarsi il fondatore del metodo scientifico è Galileo Galilei; sebbene egli non abbia scritto alcun libro sul metodo, nelle sue opere vi sono diverse riflessioni. Egli rappresenta pertanto la figura dello scienziato per eccellenza che ha dato il via alla scienza sperimentale.Deduzione e induzione secondo Galilei
Le riflessioni di Galileo Galilei sul metodo si basano soprattutto sulla relazione tra quelle che sono le due strade individuate: metodo deduttivo e metodo induttivo. Nel metodo deduttivo lo scienziato parte dai principi generali per arrivare all’enunciazione di leggi in grado di spiegare fenomeni particolari. Il metodo induttivo è invece un procedimento che cerca di stabilire una legge universale partendo da singoli casi particolari.
Significativa a questo proposito è una frase che Galilei scrive in una lettera indirizzata a Cristina Di Lorena, in cui parla di necessarie dimostrazioni e sensate esperienze, perché egli ritiene che lo scienziato debba utilizzare sia le necessarie dimostrazioni che le sensate esperienze. Le necessarie dimostrazioni rappresentano il metodo deduttivo, cioè partire da una teoria generale, per poi trarne le conseguenze.
Le sensate esperienze sono invece le esperienze dei sensi (metodo induttivo).
L'importanza dell'osservazione e dell'intuizione
Secondo Galileo non è possibile utilizzare solo il metodo deduttivo o solo quello induttivo, i due metodi non si possono scindere, perché nel momento in cui si osserva, non lo si fa in maniera casuale, ma si possiede già una direzione teorica da seguire, e contemporaneamente quando si parte da ipotesi teoriche, queste comunque hanno origine anche da ciò che si è osservato. Tuttavia, ci sono comunque stati dei momenti in cui Galilei ha avuto delle intuizioni del tutto casuali, partite dall’associazione casuale di alcuni fenomeni, come ad esempio l’isocronia del pendolo, ma non si può comunque scindere tra teoria e osservazione, quindi tra la ragione e i sensi, in quanto necessari entrambi, a volte prevale uno, a volte l’altro; come ad esempio le scoperte astronomiche di Galileo, in cui egli utilizzò maggiormente l’intuizione, poiché partì dall’osservazione. Egli sollevò il cannocchiale verso il cielo e scoprì che la luna non era per niente fatta di etere, ma era fatta dello stesso materiale di cui era fatta la terra, così come anche io sole che presenta delle macchie e delle imperfezioni (utilizzo del metodo induttivo). Ci sono state poi altre scoperte in cui Galilei ha utilizzato prevalentemente il metodo deduttivo, ad esempio quando ha studiato il principio di inerzia. In questo caso era necessaria la ragione, perché non vi era modo di osservare direttamente.
La visione matematica del cosmo
Un altro elemento che caratterizza il metodo di Galileo è sicuramente la visione matematica del cosmo, perché egli innanzitutto fa una scelta precisa tra finalismo e meccanicismo e afferma che lo scienziato non deve spiegare come si va al cielo, ma come va il cielo, perché lo scienziato deve considerare le cause efficienti, e deve lavorare in base al metodo meccanicistico.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Galileo Galilei al metodo scientifico?
- Come descrive Galileo il metodo deduttivo e induttivo?
- Perché Galileo ritiene che i metodi deduttivo e induttivo non possano essere separati?
- Quali esempi di scoperte di Galileo illustrano l'uso dei metodi deduttivo e induttivo?
- Qual è la visione di Galileo riguardo al cosmo e al ruolo dello scienziato?
Galileo Galilei è considerato il fondatore del metodo scientifico, avendo introdotto l'importanza di combinare il metodo deduttivo e induttivo per raggiungere la verità universale.
Nel metodo deduttivo, si parte da principi generali per spiegare fenomeni particolari, mentre nel metodo induttivo si cerca di stabilire leggi universali partendo da casi particolari.
Galileo crede che i due metodi siano inseparabili perché l'osservazione non è casuale e le ipotesi teoriche derivano anche dall'osservazione, rendendo necessaria l'integrazione di ragione e sensi.
L'osservazione della luna e del sole con il cannocchiale rappresenta l'uso del metodo induttivo, mentre lo studio del principio di inerzia illustra l'uso del metodo deduttivo.
Galileo adotta una visione matematica e meccanicistica del cosmo, sostenendo che lo scienziato debba spiegare le cause efficienti e non il finalismo, concentrandosi su come funziona il cielo.