Sara5657
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Concetti Chiave

  • Fichte collega l'etica alla politica, sostenendo che il valore morale dovrebbe guidare l'azione politica.
  • La Germania è vista da Fichte come la nazione capace di civilizzare il mondo grazie alla purezza delle sue origini.
  • I giovani sono considerati da Fichte come i principali agenti della civilizzazione globale.
  • Fichte esalta la superiorità spirituale e culturale della Germania, non di tipo politico-militare, evitando una visione razzista.
  • Nei "Discorsi alla nazione tedesca", Fichte sottolinea l'integrità dei tedeschi, attribuendola alla preservazione della loro lingua.

Indice

  1. L'etica e la politica secondo Fichte
  2. Il primato spirituale della Germania
  3. Discorsi alla nazione tedesca

L'etica e la politica secondo Fichte

Fichte lega l’etica alla politica, poiché secondo il filosofo il valore morale-etico deve diventare il cuore dell’azione politica. Nella dottrina fichtiana l’unica nazione in grado di compiere questa azione è la Germania, poiché essa possiede quel germe che rappresenta la purezza delle origini e deve trasferire questo germe di civilizzazione, di moralità, di educazione anche agli altri uomini. Secondo Fichte ad avere l’opportunità di compiere questa civilizzazione del mondo sono soprattutto i giovani.

Il primato spirituale della Germania

È quindi vero che Fichte esalta la superiorità della Germania come nazione, ma questo era un primato di tipo spirituale-culturale e non un primato di tipo politico-militare; dunque Fichte non ha una visione propriamente razzista, anche se nel corso della Storia il suo pensiero tenderà ad essere interpretato secondo una chiave razzista.

Discorsi alla nazione tedesca

Nei celebri “Discorsi alla nazione tedesca” Fichte esalta la nazione della Germania, poiché secondo il filosofo i tedeschi sono gli unici a costituire un’unità organica che si identifica con la realtà della nazione, in quanto essi sono l’unico popolo rimasto integro e puro per via di un “carattere fondamentale” che egli individua nella lingua; i tedeschi, infatti, per il filosofo erano gli unici ad aver mantenuto la loro lingua originaria.

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