Concetti Chiave
- Bodin sposta l'attenzione dalla figura del principe alla struttura dello stato, enfatizzando il carattere impersonale e giuridico del sovrano rispetto alla persona fisica.
- Teorizza la sovranità come indivisibile, inalienabile, irrevocabile, perpetua e assoluta, in contrasto con l'autorità condivisa proposta dal pensiero ugonotto.
- Il sovrano assoluto di Bodin non è un tiranno: la sua autorità è vincolata dalla legge divina e naturale, sebbene possa modificare le leggi civili.
- I calvinisti francesi, perseguitati politicamente, giustificano la resistenza al potere, fino al tirannicidio, sostenendo il diritto del popolo di riprendersi il potere.
- Il "diritto di resistenza" viene ampiamente teorizzato nelle "Vindiciae contra tyrannos" di Duplessis-Mornay, sotto lo pseudonimo di Stefanus Junius Brutus.
Svolge nei Sei libri della Repubblica (1576) la più compiuta teorizzazione cinquecentesca dello stato assoluto. Rispetto a Machiavelli, Bodin sposta l'attenzione dalla figura del principe alla macchina dello stato, alla forza astratta dell'istituzione. Egli individua il carattere impersonale dello stato preparando la piena distinzione tra persona fisica e persona giuridica del sovrano: è quest'ultima che risulta perpetua e rappresenta la continuità della corona dotata di imperium, cioè di un potere non privato ma pubblico.
Ma, a differenza di tutto il pensiero politico medievale e di quanto sosteneva il pensiero ugonotto, che attribuiva al sovrano un'autorità "condivisa" dal popolo, Bodin ritorna alla tradizione giustinianea del diritto romano e teorizza precise caratteristiche della sovranità.
Essa deve essere:
- indivisibile, in quanto ogni divisione del potere conduce all'anarchia;
- inalienabile, in quanto l'esercizio del potere è delegabile solo temporaneamente;
- irrevocabile, in quanto non esiste potere più alto capace di revocare la sovranità statale;
- perpetua, in quanto il potere è illimitato nel tempo;
- assoluta, essendo priva di limiti.
Il sovrano assoluto non è però un tiranno. Bodin supera la prospettiva di Machiavelli, che fondava il potere sulla forza, e pone la questione della sua legittimità. L'autorità del sovrano è infatti vincolata dalla legge divina (rivelata da Dio) e da quella naturale (l'or-dine inscritto nella creazione: in particolare, proprietà privata e famiglia). Il sovrano può invece disattendere o modificare le leggi civili o ordinarie, rispetto alle quali è libero e sciolto (absolutus) da qualsiasi impegno.
Dinanzi alle persecuzioni politiche di cui sono fatti oggetto, i calvinisti francesi giustificano varie forme di resistenza al potere sovrano e, nel caso dei monarcomachi (dal greco mônarchos, "monarca", e mdchesthai, "combattere"), lo stesso tirannicidio. Nella concezione calvinista, il detentore originario del potere (derivato da Dio) è il popolo, che, per necessità, lo conferisce temporaneamente e limitatamente al monarca, conservando però sempre il diritto di riprenderlo dopo un determinato periodo o qualora il monarca, contravvenendo alle clausole pattizie stabilite, si configuri come un tiranno.
Il "diritto di resistenza" viene teorizzato in vari opuscoli e soprattutto nelle Vindiciae contra tyrannos (Rivendicazioni contro i tiranni, 1579), il cui autore, Philippe Duplessis-Mor-nay, si protegge dietro lo pseudonimo di Stefanus Junius Brutus, con riferimento a Bruto, l'uccisore di Cesare.
Domande da interrogazione
- Qual è la principale differenza tra la teoria dello stato di Bodin e quella di Machiavelli?
- Quali sono le caratteristiche fondamentali della sovranità secondo Bodin?
- Come giustificano i calvinisti francesi la resistenza al potere sovrano?
Bodin sposta l'attenzione dalla figura del principe alla macchina dello stato, enfatizzando la forza astratta dell'istituzione e il carattere impersonale dello stato, a differenza di Machiavelli che si concentra sul potere personale del principe.
La sovranità deve essere indivisibile, inalienabile, irrevocabile, perpetua e assoluta, secondo Bodin, per evitare l'anarchia e garantire un potere pubblico continuo e illimitato.
I calvinisti francesi giustificano la resistenza al potere sovrano, e in alcuni casi il tirannicidio, sostenendo che il potere originario deriva da Dio al popolo, che lo conferisce temporaneamente al monarca, mantenendo il diritto di riprenderlo se il monarca diventa tiranno.